«Non ci ardeva forse il cuore in petto - dicevano i discepoli, ad Emmaus - mentre per strada ci parlava?" (Lc. 24,32). Gesù era il vero amico, che comunicava con i loro cuori. Gli uomini hanno bisogno di aiuto, hanno bisogno di guida, ma specialmente hanno bisogno d'amicizia. I giovani più di tutti ricercano l'amicizia. Amano il padre e la madre, rispettano i loro maestri, ma poi ricercano gli amici, e la loro vita molto spesso dipende dalle amicizie giovanili. L'amico è per il giovane il modello da imitare e l'ideale da raggiungere.

Verrà il momento della delusione, quando l'amico si rivelerà nella sua limitatezza e scoprirà le sue fatali deficienze. Ma intanto, prima d'allora, l'amicizia sarà il legame più forte fra i giovani, i quali porranno sempre - in un'epoca della loro vita - l'amicizia al culmine della loro esperienza umana. Invano i genitori - onesti e solleciti quanto si voglia - credono di potere essere gli amici dei propri figli.

Invano i maestri - bravi e intelligenti quanto si voglia - credono di potere essere gli amici dei loro discepoli. Soltanto Gesù può essere ed è il vero amico dei giovani. Egli infatti è loro coetaneo nella indeclinabile gioventù del suo insegnamento; è il loro esempio nell'incantevole freschezza delle sue opere. Egli ispira confidenza col suo infinito altruismo, sollecita la fiducia col suo sublime comportamento. Non per nulla ha detto: "Il mio giogo è soave", perché non ha né la pesantezza degl'interessi mondani né la durezza dell'egoismo umano. Gesù è il vero amico; l'amico che non delude mai; l'amico che non tradisce; l'amico che non abbandona nessuno lungo il cammino della vita.

L'unico amico che può seguire l'uomo dalla culla alla bara, in tutte le età, in tutte le circostanze, in tutti i frangenti, in tutti i dolori, perché la sua stessa vita è stata sempre esemplare e sublime, dalla grotta di Betlem al Monte Calvario. Non per nulla Egli disse di sé: «Io sono la via, la vita, la verità (Gv. 14,6). In lui tutti gli uomini trovano l'amico veritiero, soccorrevole e sicuro. Specialmente i giovani trovano in lui l'amico di cui han bisogno: un amico delicato, affabile, dolce. Amico buono, che ispira pensieri luminosi, che sollecita sentimenti generosi, che sprona ad opere giuste, che infervora a ideali alti. Mantiene casta la mente senza assopirla, puro il cuore senza raggelarlo, adamantina la coscienza senza indurirla.

Beato il giovane che si sceglie come amico Gesù. Il suo bisogno d'amicizia disinteressata e generosa verrà appagato totalmente. Avrà trovato il compagno ideale, col quale potrà confidarsi senza reticenza, confessarsi senza vergogna, affidarsi senza timore, l'unico che rimarrà al suo fianco anche quando gli altri amici occasionali si allontaneranno per i loro personali interessi o lo abbandoneranno per viltà».

 

 

 

 

Cfr.BARGELLINI P., Gesù di Nazareth, Ed. Messaggero Padova, Padova 1971, 217-219.