Introduzione

1. I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento e quelli che ammaestrano molti nella giustizia risplenderanno come le stelle per sempre (Dn 12,3).

 

2. Il servo di Dio Giovanni Duns Scoto si distingue tra i grandi maestri della filosofia scolastica per il singolare influsso che ebbe nella filosofia e nella teologia, nella quale in particolar modo eccelse come assertore dell'Immacolata Concezione della Vergine Maria ed egregio difensore della somma autorità del Pontefice di Roma. Inoltre con la sua dottrina e col suo esempio di vita spesa interamente nel perseguire la gloria di Dio, guidò non pochi fedeli, nel corso dei secoli, alla conoscenza del divin Maestro e sulla via della perfezione evangelica.

 

 

Cenno biografico

3. Nacque in Scozia nel paese di Duns, verso la fine dell'anno 1265. La sua famiglia beneficava generosamente i figli di S. Francesco d'Assisi, i quali imitando i primi evangelizzatori, fin dalla nascita dell'ordine si erano spinti nel territorio della Scozia. All'incirca nel 1280 fu accolto nell'Ordine dei Frati Minori dallo zio paterno Elia Duns, che era vicario del vicariato scozzese di recente formazione.

4. Nell'ordine francescano perfezionò la sua indole e la vita spirituale, accrebbe la sua cultura, segnalandosi per la vivace intelligenza e l'acutezza d'ingegno. Con la guida di sapienti maestri si formò come modello ed esempio di santità e di cristiana perfezione.

5. Ordinato sacerdote il 17 marzo 1291, fu inviato a Parigi per completare gli studi e lí ebbe tra gli altri come maestro Gonsalvo di Spagna futuro Generale dell'Ordine. Per le sue grandi doti di sacerdote fu designato all'ufficio di ascoltare le confessioni sacramentali, ciò che allora era segno di grande stima.

6. Conseguiti i gradi accademici sempre nella città di Parigi, iniziò l'attività didattica, che in seguito svolse nelle Università di Cambridge, di Oxford e di Colonia. Fedele all'insegnamento di S. Francesco, che nella Regola (cap. XII) prescrive ai confratelli di obbedire senza alcuna riserva al Vicario di Cristo e alla Chiesa, poiché si era rifiutato di sottoscrivere l'invito allo scisma di Filippo IV contro Bonifacio VIII, fu mandato in esilio da Parigi, dove però tornò dopo un anno e riprese l'insegnamento di filosofia e di teologia. In seguito fu trasferito a Colonia e qui l'8 novembre 1308 fu colto all'improvviso dalla morte, mentre attendeva all'insegnamento e alla predicazione in favore della fede cattolica. Cosí fino al termine dei suoi giorni serví quella Verità che era stata alimento quotidiano del suo spirito e che efficacemente aveva del tutto inteso nella meditazione ed aveva utilmente comunicato con la parola e con gli scritti, mostrandosi maestro di mirabile impegno e fervore.

 7. La grande fama di cui godette in vita continuò dopo la sua morte, e non solo per la sua cultura filosofica e teologica, ma anche per le sue non comuni virtú, di cui sappiamo sia attraverso le memorie che riguardano la sua vita e che ci sono giunte e si rinnovano dagli anni prossimi alla sua morte, sia attraverso i suoi stessi scritti nei quali «sono adombrati senza dubbio e splendono la bellissima immagine di perfezione e gli ardori del serafico spirito di S. Francesco d'Assisi», come ebbe a dire il Pontefice Paolo VI nella Lettera Apostolica "Alma Parens", inviata ai Vescovi d'Inghilterra, Galles e Scozia (14 luglio 1966).

 

 

Attualità dottrinale

8. Da questi documenti, accuratamente esaminati, sappiamo che Giovanni Duns Scoto, indifferente alle cose mondane e a se stesso, pose come fondamento della sua speculazione e dei suoi sentimenti ed interessi il Signore Dio e la Chiesa. Sin dalla giovinezza, usando opportunamente le doti ricevute dal cielo, tenne fissi gli occhi della mente e del cuore nella luce delle eterne verità e con la gioia, propria di chi ha trovato un grande tesoro, piú profondamente si addentrò nella conoscenza, nella contemplazione e nell'amore di Dio. Con autentica umiltà di sapiente non confidava nelle sue forze, ma nell'aiuto della grazia, che pieno di fiducia invocava con fervide preghiere. La teologia alimentava in lui la vita spirituale e a sua volta la vita spirituale rinvigoriva la teologia. La Rivelazione e il Magistero della Chiesa furono le regole principali non solo della sua meditazione, ma anche della sua vita che aveva deciso di conformare alla vita di Cristo. Guidato dalla fede, temprato dalla carità, illuminato dalla speranza, visse in intima unione con Dio, che amava con sommo ardore, e onorò con particolare devozione il mistero dell'Incarnazione del Verbo, della Passione di Cristo, dell'Eucaristia.

Con la devozione di un figlio onorò la madre di Dio e, vero teologo di Maria, fu grande e autorevole sostenitore dell'Immacolata Concezione. «Baluardo della fede», come fu definito da Papa Giovanni Paolo II, molto giovò alla cristianità, splendidamente nel suo ruolo di teologo, di dottore, di predicatore, molto opportunamente con l'osservanza della Regola francescana e lottando con energia non disgiunta da carità contro chi deviava. Convinto che la somma autorità nella Chiesa apparteneva al Pontefice di Roma, non esitò ad abbandonare la splendida carriera nell'Università per testimoniare la sua fedeltà al Vicario di Cristo. La fama che da vivo si era acquistata con la sua santità e le sue prodigiose opere dopo la sua morte si accrebbe e si rafforzò sia a Colonia, dove è gloriosamente sepolto, sia in altri paesi. Per prima i discepoli ne diffusero la fama e il culto nelle stesse località da cui provenivano. Questo spiega perché sia onorato in Campania e soprattutto a Nola (e anche a Sepino fin dai primi del '500).

9. Gli antichi codici e gli incunaboli, le iconografie, diverse ricognizioni e traslazioni del corpo, le affermazioni di non pochi scrittori - tutte messe in relazione tra loro - confermano che Giovanni Duns Scoto godette sin dai tempi piú antichi di venerazione e di onore, anche prima dei noti decreti di Urbano VIII.

 

 

Processi canonici

10. Nonostante il fiorire di questa fama di santità, arricchita dai segni del culto, per diverse ragioni i processi canonici miranti ad ottenere dalla Santa Sede l'approvazione del culto, poterono avviarsi solo nei primi anni del XVIII secolo. Si svolsero quindi processi ordinari a Colonia (dal 1706 al 1707), a Nola (dal 1709 al 1711), e in seguito, un processo a Genova (dal 1904 al 1905), un altro processo a Nola (dal 1905 al 1906) sul mantenimento della fama di santità e un processo a Roma (nell'anno 1918).

11. Il 22 maggio 1972 fu emanato un decreto sugli scritti del Servo di Dio e di poi fu costituita una commissione di esperti, formata dai membri delle quattro famiglie francescane, che con zelo si adoperò, per la Congregazione sulle Cause dei Santi, ad approntare una "Posizione", che, portata a conclusione, fu presentata ai Consultori Storici nella sessione dell'11 aprile 1989. Il Congresso Speciale dei Consultori Teologi, cui presiedette il Reverendissimo Promotore della Fede Antonio Petto, si tenne il 23 novembre 1990. In seguito i Padri Cardinali e i Vescovi, nella Riunione Ordinaria tenuta il 21 maggio 1991, per discutere la Causa posta dall'Em.mo Cardinale Eduardo Gagnon, all'unanimità diedero parere favorevole circa la fama di santità e le eroiche virtú del Servo di Dio Giovanni Duns Scoto e circa il culto tributatogli da tempo immemorabile.

12. Infine dopo un'accurata relazione su tutte queste vicende ad opera del sommo Pontefice Giovanni Paolo II con l'ausilio del sottoscritto Cardinale Prefetto, Sua Santità, accogliendo i voti della Congregazione sulle Cause dei Santi e convalidandoli, ordinò di redigere il relativo decreto.

 

 

Conclusione

13. Fatto ciò secondo la prassi, mandati a chiamare oggi i Cardinali, il sottoscritto Prefetto e insieme il Ponente la Causa e me sovrintendente alla Segreteria della Congregazione e gli altri da convocare secondo regola, alla loro presenza, il Beatissimo Padre solennemente ha dichiarato: «Sono certe la fama di santità e le virtú eroiche del Servo di Dio Giovanni Duns Scoto ed anche il culto tributatogli da tempo immemorabile, nello svolgimento del caso e per l'esito della questione trattata».

14. Lo stesso Sommo Pontefice ha ordinato che questo decreto diventi ufficiale e sia inserito negli atti della Congregazione sulle Cause dei Santi.

Roma, 6 luglio 1991

+ Card. Angelo Felici Prefetto

 

 

 

 

 

 

N.B. Si raccomanda la consultazione dei testi originali presso il sito della Santa Sede. È inoltre possibile richiedere i documenti presso il sito della Libreria Editrice Vaticana.