“Io, scienziato, svelo la truffa dell’IPCC”

Chris Landsea

 

 

Quello che segue è il testo integrale della lettera inviata dal professor Chris Landsea, uno dei massimi esperti mondiali in materia di uragani, ai suoi colleghi il 17 gennaio 2005 per spiegare le sue dimissioni dall’IPCC in seguito alla grave manipolazione dei dati scientifici da lui elaborati.

 

 

 

 

Cari colleghi,

dopo alcune prolungate riflessioni, ho deciso di ritirare la mia partecipazione al IV Rapporto di Valutazione dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). Ho deciso di ritirarmi perché mi sono reso conto che la parte dell’IPCC che si avvale della mia esperienza è diventata politicizzata. Inoltre, quando ho espresso le mie preoccupazioni alla direzione dell’IPCC, la loro risposta è stata semplicemente quella di ignorare i miei rilievi.

Con questa lettera aperta alla comunità, desidero spiegare i fondamenti della mia decisione e mettere in luce cio che io vedo come un problema nel procedimento dell’IPCC. L’IPCC è un gruppo di ricercatori provenienti da ogni parte del mondo che ogni qualche anno sintetizza come il clima sta cambiando e come potrebbe essere alterato in futuro a causa del riscaldamento globale provocato dall’uomo. Io sono stato sia l’autore del capitolo delle “Osservazioni” sia il recensore del Secondo (1995) e del Terzo (2001) Rapporto di Valutazione, principalmente sull’argomento dei cicloni tropicali (uragani e tifoni). Piú in generale, il mio libro sugli uragani e i cicloni tropicali è stato ampiamente citato dall’IPCC. Per l’imminente IV Rapporto (AR4), diverse settimane fa mi è stato chiesto dall’autore principale del capitolo “Osservazioni” - dottor Kevin Trenberth - di scrivere la sezione sugli uragani dell’Atlantico. Come ho fatto in passato, ho dato la mia disponibilità all’IPCC per quello che penso essere un importante - e politicamente neutrale - contributo alla determinazione di ciò che sta accadendo al nostro clima.

Poco dopo la richiesta, lo stesso dottor Trenberth ha partecipato a una conferenza stampa organizzata da alcuni scienziati ad Harvard sul tema “Gli esperti danno l’allarme sul riscaldamento globale come causa dell’intensificazione dell’attività degli uragani”, dando anche una serie di interviste sul tema. Il risultato è che ci sono stati molti servizi giornalistici che hanno spiegato la stagione 2004 degli uragani dell’Atlantico, molto intensa, con una causa antropogenica, ovvero con i gas serra prodotti dall’uomo. Ascoltando e leggendo le trascrizioni di questa conferenza stampa e delle interviste, è chiaro che il dottor Trenberth è stato accuratamente citato e sintetizzato nelle sue dichiarazioni senza tradire il suo pensiero. Questi servizi dei media hanno avuto il risultato di offrire la percezione che il riscaldamento globale abbia provocato un intensificarsi e aggravarsi dell’attività degli uragani.

Sono rimasto molto perplesso vedendo che i partecipanti alla conferenza stampa di Harvard erano arrivati alla conclusione che il riscaldamento globale sta avendo un impatto sull’attività odierna degli uragani. Che io sappia, nessuno dei partecipanti alla conferenza stampa ha mai condotto una ricerca sulla variabilità degli uragani né hanno mai citato qualsiasi nuova ricerca sull’argomento. Tutte le ricerche precedenti e attuali sulla variabilità degli uragani hanno dimostrato che non c’è alcuna tendenza a lungo termine all’aumento della frequenza e dell’intensità dei cicloni tropicali, né nell’Atlantico né in nessun altro bacino. Anche i Rapporti dell’IPCC del 1995 e del 2001 concludevano che non c’era segno di riscaldamento globale nell’attività degli uragani. Inoltre, c’è una forte evidenza supportata dai piú recenti attendibili studi in materia che qualsiasi impatto futuro del riscaldamento globale sugli uragani sarà molto limitato. Gli ultimi risultati del “Geophysical Fluid Dynamics Laboratory” (Knutson e Tuleya, Journal of Climate, 2004) suggeriscono che, intorno al 2080, gli uragani potrebbero avere venti e una piovosità piú intensa del 5% rispetto ad oggi. E si considera che anche questo piccolo cambiamento da qui alla fine del XXI secolo può essere un’esagerazione (Micheels, Kneppenberger e Landsea, Journal of Climate, 2005).

Non capisco perché i miei colleghi utilizzino i media per avvalorare l’insostenibile tesi che la recente attività degli uragani sia dovuta al riscaldamento globale. Dato il ruolo del dottor Trenberth come Autore Principale dell’IPCC, responsabile della preparazione del testo sugli uragani, le sue affermazioni pubbliche cosí distanti dalla attuale conoscenza scientifica, mi hanno portato a ritenere che sarà molto difficile che il processo dell’IPCC possa andare avanti con obiettività a proposito dell’attività degli uragani. Io penso che quando delle persone si identificano con l’IPCC e fanno affermazioni cosí lontane dall’attuale conoscenza scientifica, ciò minerà la credibilità della scienza dei cambiamenti climatici e nel lungo termine diminuirà il nostro ruolo nelle politiche pubbliche.

Le mie preoccupazioni vanno oltre le azioni del dottor Trenberth e dei suoi colleghi, e riguardano il modo in cui egli e altri responsabili dell’IPCC hanno risposto alle mie considerazioni. Prima dell’evento mediatico, ho avvisato il dottor Trenberth fornendogli una sintesi dell’attuale conoscenza scientifica nella ricerca sugli uragani. E sono stato molto deluso quando, dopo aver dimostrato la manipolazione delle scienze climatiche e invocato l’intervento autorevole dell’IPCC, la direzione della stessa IPCC ha sminuito le mie preoccupazioni. In particolare la direzione dell’IPCC ha detto che il dottor Trenberth parlava a titolo personale anche se era stato presentato alla conferenza stampa in qualità di autore principale dell’IPCC; mi è stato detto che i media avevano esagerato o travisato le sue parole, anche se la registrazione della conferenza stampa e delle interviste racconta una storia ben diversa (e disponibile direttamente sul Web); e che le parole del dottor Trenberth riflettevano accuratamente le conclusioni del Terzo rapporto, anche se è evidente che il Terzo rapporto dice chiaramente che non c’è alcuna relazione tra il riscaldamento globale e l’attività degli uragani. La direzione dell’IPCC perciò non vedeva alcun problema nelle infondate affermazioni del dottor Trenberth ai media, malgrado il suo ruolo imparziale che dovrebbe avere come autore principale del prossimo Quarto Rapporto.

È certamente vero che “i singoli scienziati hanno il diritto di fare ciò che desiderano”, come ha detto uno dei responsabili dell’IPCC. Conclusioni differenti e dibattiti anche accesi sono certamente importanti per procedere nelle scienze climatiche. Ma questa non è una onesta discussione scientifica condotta in un incontro tra ricercatori sul clima. Al contrario, stiamo parlando di uno scienziato con un importante ruolo nell’IPCC e che si presenta come Autore Principale dell’IPCC, che ha usato la sua posizione per diffondere ai media e all’opinione pubblica la sua convinzione che l’intensa stagione degli uragani nel 2004 fosse causata dal riscaldamento globale, affermazione diametralmente opposta a ciò che la ricerca scientifica dimostra e contraria alle conclusioni del Terzo Rapporto dell’IPCC. Questa situazione diventa perciò problematica quando mi è richiesto di stilare la sezione sulle variazioni osservate nell’attività degli uragani per il Quarto Rapporto, considerato che - ironicamente - è proprio il dottor Trenberth il responsabile di questo capitolo. Proprio a causa delle affermazioni del dottor Trenberth, il procedimento dell’IPCC per la nostra valutazione di questi eventi cruciali nel sistema climatico è stato sovvertito e compromesso, e la sua neutralità perduta. Se è vero che nessuno può “suggerire” agli scienziati cosa dire o non dire (neanche io suggerisco ciò), è pur vero che l’IPCC ha scelto il dottor Trenberth come Autore Principale e si è fidato della sua capacità di portare avanti questo compito da un punto di vista neutrale, non di parte. Quando gli scienziati tengono delle conferenze stampa e parlano con i giornalisti, devono essere molto attenti a non riportare parzialmente il lavoro dell’IPCC. Ed è interessante notare che il dottor Trenberth, cosí desideroso di condividere con i media il suo punto di vista su riscaldamento globale e uragani, si è rifiutato di farlo alla Conferenza sui Cambiamenti Climatici in gennaio dove pure ha svolto diversi interventi.

Forse temeva che le sue speculazioni - degne di annunci pubblici - non avrebbero superato l’esame di colleghi scienziati del clima. Personalmente non posso in buona fede continuare a contribuire a questo procedimento che ormai ritengo motivato da agende pre-concette e scientificamente infondate. E siccome la direzione dell’IPCC non vede niente di sbagliato nelle azioni del dottor Trenberth e lo ha confermato come Autore Principale del Quarto Rapporto, io ho deciso di non partecipare piú al Quarto rapporto dell’IPCC.

 

Cordialmente,

Chris Landsea

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: Sviluppo e Popolazione.