Carissimo, con molta probabilità questa lettera ti arriverà un po' in ritardo. Se m'avessi informato prima della tua cresima, forse sarebbe giunta in tempo, comunque veniamo a noi. Mi dispiace di non poter proprio venire perché ho molti impegni, in ogni caso ti assicuro che parteciperò spiritualmente alla tua festa.

Scriverò qualche parola (...anche qualcuna in piú) su quello che stai per ricevere. Molte cose te le avranno già dette i catechisti, ma penso che ti farà bene rinfrescare un poco la memoria. E poi, forse non meriti una bella lettera? Certo che la meriti, e poi visto che sei stato proprio tu a chiederla, non posso fare a meno di impegnarmi a scriverla nel modo migliore e più semplice possibile.

Vediamo un poco se riesco a tirare fuori dalla «severità» dei miei studi qualche parola semplice. Di solito le persone che hanno una certa età, non prendono sul serio ciò che gli vien detto se non sentono parole difficili, eppure è facile tenere grandi discorsi, ben piú difficile invece è parlare con i giovanissimi in modo semplice. Allora iniziamo, siediti e leggi con calma, e anche se ci metterai un po' di tempo non fa niente, non abbiamo fretta. Leggi e pensa con calma. Visto che non sono potuto venire, ti farò compagnia cosí.

Penso che tu abbia letto o comunque conosca un poco la Bibbia e in particolare il Vangelo. La Bibbia è un libro difficile da leggere perché per capirlo sul serio bisogna sapere davvero molte cose, soprattutto bisognerebbe conoscere personalmente chi l'ha scritta, o meglio chi l'ha fatta scrivere, avvalendosi dell'opera degli uomini. Dio di solito preferisce fare tutto quello che fa, se è possibile, attraverso l'uomo. Non è che Lui ne abbia bisogno, ma è che a Lui piace fare cosí! Sai cos'è la Bibbia? È una grande, lunga e difficile storia di amore fra Dio e l'uomo. Avrai sentito parlare del libro del Genesi e del peccato originale. Purtroppo, l'uomo nella storia ha pensato di poter fare a meno di Dio, e pur avendo avuto in dono da Lui ogni cosa ne ha rifiutato l'amicizia. Proprio come uno che ha ricevuto tanti regali, ed alla fine anziché dire grazie al suo amico, dice: "Va via, sono ricco e non ho piú bisogno di te"! Non è un'offesa gravissima? Tu forse ti offenderesti e non lo perdoneresti piú. Invece Lui non ha fatto cosí. Non ha fatto cosí perché l'uomo è la sua creatura prediletta e Lui per creare ogni essere umano dal nulla ci mette il suo amore infinito. Se infatti il corpo umano viene dall'opera straordinaria della natura, non si può dire altrettanto dello spirito, dell'anima che è in ogni uomo, cioè della sua persona, del suo "io", che è creato personalmente e per l'eternità, dall'amore di Dio.

Forse ti chiederai: che cosa è lo spirito? Ti rispondo dicendo che si tratta di un mondo molto diverso. Noi viviamo nel mondo delle cose, ma nel mondo dello spirito quello che conta invece è la persona. Tu non puoi dire: "Che cosa è lo spirito"? Lo spirito è "Qualcuno", non qualcosa. Hai capito, almeno un po', quanto è diverso? Tutta la storia biblica è percorsa da un solo grande dramma: come può l'uomo riconciliarsi, fare la pace e ritrovare l'amore perduto di Dio? Può esistere un uomo cosí grande da poter fare una cosa simile? Certamente no! Allora (ecco che arriviamo al Vangelo) ci ha pensato Dio stesso. Tu non lo immagineresti e forse nessuno te lo ha mai detto, ma Lui ha molta fantasia e genialità, e si diverte ad arrivare proprio là dove nessun uomo può arrivare, e lo fa nei modi piú impensabili.

 

 Ha deciso di farsi uomo per salvare l'uomo

 

E allora? Se nessun uomo sarà mai cosí grande da arrivare sino a Dio vorrà dire che sarà Dio a farsi cosí piccolo da arrivare sino all'uomo. L'offeso che va in aiuto di chi lo ha offeso! Vuol dire che Dio è davvero padre, ma in un senso infinitamente piú grande di quanto possiamo immaginare. Dio ha deciso di farsi uomo per salvare l'uomo, per dargli la possibilità di tornare pienamente in possesso dell'amore di Dio (festeggiamo questo proprio nel Natale). Forse ti chiederai: facendosi uomo ha cessato d'essere Dio? Nient'affatto! Alla sua natura divina ha unito la natura umana, diventando in tutto simile a noi! In tutto simile a me e a te, che abbiamo bisogno di respirare, mangiare, dormire, parlare, giocare, etc...

Gesú (il nome ebraico è Jehoshû'a che significa "Dio salva") era in tutto simile a noi. Solo in una cosa era completamente diverso: non ha mai voluto né fatto il male. Quando aveva la tua età era un bambino come gli altri anche se sentiva di essere pure diverso, e certamente stava volentieri insieme agli altri. Ha imparato come tutti i bambini tutte quelle cose che si imparano da bambini, come parlare, leggere, scrivere, iniziare a fare qualche lavoro con il papà, e cosí via... Anche da uomo è stato come tutti gli altri, ed è soprattutto quando ha iniziato la sua missione che ha mostrato in pieno che Lui era certo uguale a tutti, ma anche molto diverso. Forse adesso penserai ai miracoli, e invece no! Miracoli ne ha fatti tanti, questo è vero, ma non come immaginiamo noi.

 Li ha fatti soprattutto in due occasioni: quando doveva aiutarci a credere dandoci un segno, e quando la fede e l'amore di qualcuno lo commuovevano a tal punto da fare qualcosa, che l'uomo da solo non è capace di fare. Lui però era, anzi è diverso, non solo perché può fare i miracoli, ma soprattutto perché è diverso dentro, è diverso nel cuore, perché Lui, là dove tutti odiano, ama. Là dove tutti fanno del male fa del bene. In Lui l'onnipotenza non diventa violenza nei confronti degli altri, ma mitezza, innocenza, donazione, occasione infinita di fare il bene. Quanto è diverso da noi, che spesso appena abbiamo un poco di potere lo facciamo valere imponendoci sugli altri. Riesci a capire tutto questo, ad immaginarlo? Potresti immaginare di giocare con un tuo amico che non è solo un giovane come te, ma è anche Dio? Fa venire un po' le vertigini, non e vero? Hai mai provato a toccare le stelle del cielo con le mani? Hai mai provato a toccare l'Infinito con le mani? Hai mai guardato negli occhi l'Infinito? Lo hai mai abbracciato e accarezzato? Questo in Lui era, ed è possibile!

Queste sono solo alcune delle conseguenze tanto grandi di quella realtà che la teologia (parola un po' complicata che vuol dire "conoscenza di Dio") chiama con un nome che forse a te sembra un po' strano: incarnazione (altra parola complicata ma non posso non usarla). Sono troppo complicato? Penso di no, e se anche lo fossi, non ti preoccupare per ora, la teologia non è tanto facile, anche perché ha dietro una storia di piú di duemila anni, e se contiamo anche la storia del popolo ebraico, che è pure la nostra storia, sono piú di cinquemila anni. Come vedi la Chiesa ha una storia molto molto lunga ed è molto piú grande di quanto non ti faccia credere la piccola parrocchia del tuo paese.

Ti faccio una piccola confidenza: cominciando dalle elementari, ho studiato per più di venti anni, e se conto solo gli studi universitari, sono nove anni con tanti esami, eppure conosco ancora così poche cose! Cinquemila anni di storia, di fede, di cultura, sono davvero tanti. Ma riprendiamo il nostro discorso. Che cosa ha fatto Gesú per riportare l'uomo all'amore di Dio? Tutto. Ha donato persino la sua vita morendo a trentatré anni su una croce. Ti chiederai il perché, ti chiederai come mai Lui - che in realtà era anche il piú potente di tutti - ha voluto cosí. Come mai Lui che poteva evitarlo non lo ha fatto, anzi ha voluto proprio che le cose andassero cosí? Cerco di spiegartelo. Anche gli apostoli, che lo amavano sinceramente, ci rimasero male e restarono delusi della croce. Anche loro, per quanto fossero affezionati, non riuscirono a capire, perché nessuno può essere cosí grande da capire fino in fondo Dio. Anche loro pensavano che tutto fosse solo un bel sogno finito male, e lo hanno pensato fino a quando non è successo un fatto nuovo in tutta la storia umana: può un uomo che è morto ritornare in vita? Certamente no! Ma se quell'uomo è anche Dio?

Allora tutto può cambiare, tutto cambia! Lui poteva farlo? Si, e lo ha fatto! Forse ti chiederai: dove è finita allora la sua umanità, il suo corpo? Nella risurrezione l'umanità viene resa cosí partecipe della natura divina da esserne totalmente trasformata. L'umanità rimane vera come prima, ma viene nobilitata (trasformata, rinnovata e abbellita) tanto da non avere piú i limiti e i difetti della vita terrena. C'è una parola greca molto bella, che esprime questa realtà, cioè "theiosis" che significa "divinizzazione". È come se noi diventassimo (ti faccio un esempio molto molto semplice e povero) come fatti di luce, di una luce splendente che non si spegnerà mai piú... e sarà il nostro vero corpo.

Ora potrai domandarti che senso ha tutto questo per noi e per te. Gesú sapeva che la sua presenza fisica doveva finire sulla terra, come accade per ogni uomo. Con la risurrezione si compiva la sua missione in questa terra, perché Lui finalmente aveva riconciliato l'uomo con Dio, e allora? All'inizio della lettera ti ho detto che Dio ama servirsi dell'uomo per aiutare gli uomini. Lui non è una specie di... guardiano che sta sempre a controllare gli altri. Ha creato l'uomo, gli ha dato la libertà per farne un buon uso e poi ha affidato l'uomo... all'uomo. Ognuno è responsabile del bene dell'altro, ciascuno secondo la sua condizione. E allora che ha fatto? Anziché tenere per sé tutti i suoi doni li ha voluti porre nelle mani dell'uomo, e cosí ha pensato ad una cosa molto grande che continuasse la sua opera nella storia umana: la Chiesa. La Chiesa, devi saperlo, non è un edificio fatto di pietre, ma è fatta anzitutto di persone: dal Papa, fino all'ultimo bambino battezzato poco fa in qualche sperduta chiesetta di campagna. È alla Chiesa, cioè a noi, che Lui ha lasciato i suoi doni. Alcuni doni li puoi chiamare anche sacramenti: Battesimo, Confessione, Confermazione, Eucaristia, Ordine, Matrimonio e Unzione degli infermi.

 

 Con il battesimo sei diventato cristiano

 

Tu con il battesimo sei diventato cristiano. Essere battezzati vuol dire essere resi partecipi della vita di Cristo. Il battesimo trasforma la tua persona, il tuo spirito, unendolo strettamente a Cristo, anzi a tutto il mistero di amore di Dio, cosí come lo vediamo nella Santissima Trinità. Anche questo della Trinità è un mistero molto grande che è impossibile da spiegare bene e che richiederebbe molto tempo. Come fa Dio ad essere uno solo, ma in tre persone? Cerco di aiutarti a capire un poco: se tu dovessi chiedermi in una parola sola di descrivermi chi è questo sconosciuto signore che si chiama "Dio", non troverei una parola migliore di questa: Amore. E a te pare che uno che "ama infinitamente", se ne stia sempre tutto solo? Certamente no! Un amore infinito può essere capito solo da un altro amore altrettanto libero e grande, non ti pare?

Allora noi col battesimo partecipiamo alla vita di Cristo, a tutta la sua vita, alla sua gioia, alle sue sofferenze, alla sua morte e... alla sua Risurrezione! Quando? Nello spirito, nella libertà e nella pace interiore già qui su questa terra, fin da ora, se lo vogliamo davvero, poi anche nel nostro corpo quando verrà l'ora. E gli altri doni? Con la Confessione recuperiamo la purezza del battesimo e l'amicizia di Dio, se l'abbiamo persa con il peccato. Con la Confermazione veniamo consacrati ancora piú intimamente a Cristo ricevendo in dono lo Spirito Santo. Con l'Eucaristia o Comunione, riceviamo Lui realmente, con tutta la sua umanità glorificata e la sua divinità. È un modo che Lui nella sua sconfinata fantasia e nel suo amore ha trovato per stare sempre con noi. Non gli è bastato rimanere spiritualmente vicino a noi, ha voluto rimanere vicino anche... con il suo Corpo, la sua presenza reale, in questo modo umile e grande, sotto le apparenze del pane e del vino. L'Eucaristia dà a noi come un pegno, un anticipo, un'assicurazione della nostra futura risurrezione.

Forse ti sembrerà strano che Dio che è purissimo spirito dia tanta importanza alla nostra umanità, anche alla nostra corporeità ed alle cose concrete, eppure è proprio cosí. Lo ha voluto Lui, ha voluto farsi uomo, avere un corpo come noi, salvarci con tutto il suo essere, e persino abitare in noi. Sai che nel nostro essere, soprattutto se non lo offendiamo con i peccati vivendo in stato di grazia, Lui è davvero presente? Vuoi che ti dica quale è il modo di distinguere la vera fede cristiana da quella falsa? Oggi si dicono tante cose inutili, allora sappi che chi è davvero cristiano non negherà mai che Dio si è fatto davvero uomo per salvare gli uomini, e che è morto e risorto per salvare tutti noi e continua la sua presenza nella Chiesa, nell'Umanità che è come la sua sposa. Per questo Lui ama la sua Chiesa e anche noi dobbiamo amarla nonostante tutti i difetti che può avere. Questa Chiesa siamo anche noi, anche io, anche tu. La Chiesa nasce dalla Croce e dalla Risurrezione di Gesú e si costruisce intorno all'Eucaristia e al Sacerdozio. Come potrai capire dunque si tratta di realtà davvero tanto grandi.

E che dire degli altri doni che Lui ci ha fatto? Con il matrimonio ha fatto si che l'amore degli sposi non sia solo un fatto umano, pur buono, ma molto di piú, una fonte di grazia da cui nasce non solo la vita umana, ma in cui si riversano anche i doni di quella soprannaturale. Tieni presente questa parola: "soprannaturale", perché è molto importante! Noi col battesimo e con i sacramenti non siamo piú solo "naturali", ma partecipiamo anche del soprannaturale, cioè di un mondo immensamente piú grande di quello che vediamo. Come accade questo? Adesso non lo puoi capire bene, ma lo capirai e - cosa più importante - lo vivrai se sarai fedele all'amicizia di Dio. L'unzione degli infermi è il dono spirituale che aiuta i sofferenti a vivere la loro malattia, come partecipazione al sacrificio di Gesú sulla croce. Cosí Lui ha fatto sí che la sofferenza dell'uomo non fosse piú solo fonte di dolore, ma perfino un modo d'amare e di soffrire anche per il bene degli altri.

Il sacramento dell'Ordine è il dono spirituale che rende un cristiano partecipe del Sacerdozio di Cristo, in modo profondissimo. È il dono che hanno ricevuto gli apostoli: battezzare, predicare e insegnare, rimettere i peccati, scacciare i demoni, guarire i malati, in una parola, riportare l'uomo a Dio, come ha fatto Gesú. Quando riceverai la cresima conoscerai il Vescovo. Il Vescovo è il successore degli apostoli, ed è anche grazie a lui (che ha la pienezza del sacerdozio), che anche io sono sacerdote. Il vescovo è unito da un rapporto particolarissimo al Papa. Il Papa, e soltanto lui, è il successore di San Pietro, il Vicario di Cristo. Il Signore ha affidato a lui il compito di rappresentarlo sulla terra. Nella lunga storia della Chiesa sono piú di duecentosessantacinque i papi, da Pietro sino al nostro. È a lui che Gesú ha affidato la guida della Chiesa, lui si fa aiutare dai vescovi, loro si fanno aiutare dai sacerdoti come me, e tutti abbiamo bisogno dell'aiuto l'uno dell'altro; anche del tuo piccolo aiuto, della tua preghiera. Ricordati quindi di dirne sempre una anche per lui, anche per me, per tutti. Così, siamo sempre uniti gli uni agli altri e nessuno dovrebbe essere solo, perché il Signore vuole che ogni uomo abbia almeno un amico, un po' di compagnia. Forse a te sembrerà che la tua preghiera conti poco, ma ricordati che nelle cose dello spirito è naturale che si abbia questa impressione. Dio non è una specie di mago che si diverte a fare cose incredibili, ma si serve di ciò che è piccolo e nascosto per fare cose molto grandi. Spesso quello che non si vede è piú grande di quello che appare e la preghiera dei giovani, dei bambini è importantissima perché è la preghiera degli innocenti, dei più vicini a Dio.

Sono stato chiaro? Spero di si! Quello che non hai capito oggi comunque lo capirai domani, quindi non preoccuparti anche se per ora non è tutto chiaro. Il Signore pian piano ci guiderà alla verità tutta intera! Soprattutto è importante che ti ricordi di una cosa: che al di là di tutto e al di sopra di tutto Lui ti vuol bene, e se te lo dico non è per fare poesia, ma per l'esperienza che ne ho. Tieniti questa lettera e considerala come un piccolo regalo.

Adesso ti saluto e ti assicuro il ricordo nella preghiera. Ricordati di chiedere anche l'aiuto di Maria. Lei è la madre di Gesú, ma proprio per questo e anche la madre di tutti noi. Lei che accettando con gioia d'essere mamma ha dato al mondo Gesú, aiuterà certo anche te a riceverlo degnamente, cosí come aiuta anche me a farlo nascere ogni giorno sull'altare, e nel cuore di tante persone.

Il Signore ricolmi te e i tuoi cari della sua benedizione.

Roma, 31 maggio 2003

padre Antonio