Per mascotte si intende di solito una persona o un animale (anche immaginario o mitico) che, secondo la tradizione, dovrebbe favorire la buona sorte di chi gode della sua compagnia. Il termine “mascotte” deriva dal provenzale “mascoto”, che significa “sortilegio”. Esso fu introdotto nella lingua francese dallo scrittore e poeta francese Frédéric Mistral, poi diffuso in ambito internazionale dal compositore Edmond Audran, nel 1880, con l’operetta “La Mascotte”. A partire dai X Giochi olimpici invernali di Grenoble (Francia), tenutisi nel 1968, le Olimpiadi hanno una mascotte, di solito un animale nativo del luogo o anche una figura umana che rappresenta la cultura del paese ospitante.

Nell’ambito dei Reparti militari e delle navi da guerra spesso è presente la figura della mascotte. In genere si tratta di un animale da compagnia impiegato anche per scopi cerimoniali o come emblema caratteristico dell’Unità stessa. La mascotte si differenzia dagli altri animali adottati nei Reparti per il fatto di non essere impiegato per scopi bellici o quale mezzo da trasporto. I Reggimenti dell’Esercito britannico sono stati spesso inclini ad adottare gli animali come mascotte: cani, capre e pony ne hanno spesso abbellito le parate militari. Nelle Forze Armate italiane la presenza delle mascotte è molto rara, forse anche per ragioni culturali e/o normative.

Non è chiaro quando sia nata tale usanza. La prima testimonianza documentata nel mondo anglosassone è quella di una capra appartenente ai Royal Welch Fusiliers (1689) durante la guerra d’indipendenza americana nel 1775. In alcuni casi le mascotte sono indicative della zona di provenienza di un Reparto, come l’ariete per il Derbyshire, il bull terrier per lo Staffordshire e le capre per i Wolfhounds irlandesi e gallesi.

Le mascotte vengono distinte in “animali da compagnia del reggimento” e “mascotte di reggimento”. Le prime sono mascotte non ufficiali, in quanto non istituzionalmente riconosciute, mentre le seconde sono mascotte ufficiali. In alcuni eserciti per le mascotte ufficiali sono previsti i servizi del Corpo veterinario militare, cosí come l’accasermamento e il cibo a spese dell’amministrazione militare.

 

 

US Navy Mascotte

Il gatto Saipan a bordo della USS New Mexico (1944)

 

 

 

Nella storia della marina i gatti delle navi (in inglese Ship’s cat) hanno sempre avuto un posto d’onore. I gatti sono stati impiegati sulle navi per molte ragioni, la prima delle quali è ovviamente la caccia ai topi. I roditori, oltre a danneggiare il legno e il cordame di bordo possono compromettere il carico, specie se si tratta di prodotti alimentari. I topi inoltre possono trasmettere malattie molto gravi. La capacità naturale dei gatti di adattarsi alla vita di bordo li ha resi adatti a prestare servizio sulle navi. Ma oltre a questo essi hanno anche offerto compagnia ai marinai, spesso lontani da casa per lunghi periodi, soprattutto in tempo di guerra.

Pochi sanno che anche la famosa corazzata tedesca Bismarck aveva la sua mascotte, un gatto chiamato Oscar. Quando la Bismarck venne affondata, il 27 maggio 1941, purtroppo solo 116 marinai su un equipaggio di oltre 2.200 sopravvissero. Oscar venne salvato dall’equipaggio del cacciatorpediniere britannico HMS Cossack. Anche il Cossack tuttavia venne affondato pochi mesi dopo, il 24 ottobre. Perirono 159 marinai ma Oscar sopravvisse, venne salvato e portato a Gibilterra. Divenne poi la mascotte della portaerei HMS Ark Royal, silurata e affondata anche questa nel novembre dello stesso anno. Oscar si salvò ancora ma stavolta venne lasciato a terra. Gli diedero un nuovo nome, Unsinkable Sam, e gli affidarono la caccia ai topi presso il Governor General of Gibraltar’s office buildings. Alla fine venne portato in Inghilterra dove trascorse il resto della sua vita in un ospizio per marinai. C’è chi parla tuttavia solo di una leggenda, fatto sta che al National Maritime Museum di Greenwich è possibile vedere il ritratto di questo gatto decisamente fuori del comune.

 

Unsinkable Sam

Dipinto del gatto Unsinkable Sam (opera di G. Shaw-Baker)
National Maritime Museum - Greenwich (UK)

 

 

 

 

Oggi nelle moderne unità da guerra, con le esigenze dettate dagli standard NBC, la presenza a bordo di gatti o altri animali è di norma vietata, come lo è - per le medesime esigenze - nei Reparti di terra impegnati in zone operative: una necessità dal punto di vista tecnico ma pur sempre una perdita dal punto di vista umano. Se poi si considera che la pet terapy oggi è ammessa perfino nei reparti ospedalieri all'avanguardia forse non sarebbe male trovare qualche altra soluzione.

Il gatto nella fotografia principale della pagina era la mascotte dell’incrociatore leggero britannico HMS Bermuda, di 8.350 tonnellate di dislocamento, nave varata l’11 settembre 1941 ed entrata in servizio il 21 agosto 1942 in piena seconda guerra mondiale. Dopo numerose missioni la nave giunse a Sydney il 7 luglio 1945 insieme all’incrociatore Belfast. Il 9 settembre fu presente alla resa formale dell’isola di Formosa. Il Bermuda divenne successivamente la nave ammiraglia del 5º Squadrone Incrociatori della Eastern Fleet fino al 1947, quando tornò in patria nel mese di giugno. Ritirata dal servizio venne sottoposta ad un ciclo di lavori prima di tornare in attività nel 1950, quando venne inviata nell’Atlantico meridionale e nell’Oceano Indiano. Nel 1953 venne trasferita nel Mediterraneo e l’anno successivo tornò in patria dove venne assegnata alla Home Fleet. Nel 1956 venne sottoposta ad altri importanti lavori di ammodernamento che le permisero di restare in servizio fino al 1962.

 

 

Churchill e il gatto

Il primo ministro britannico Winston Churchill saluta il gatto Blackie,
la mascotte della corazzata HMS Prince of Wales (1941)

 

 

 

La storia della sua simpatica mascotte purtroppo non è nota, ma senza dubbio avrà saputo farsi onore anche in un ambiente cosí insolito, per un felino, come una nave da guerra. Quanti marinai, tanto lontani da casa, avrà aiutato a sorridere? A quanti avrà saputo dare un po’ di compagnia e un pizzico di spensieratezza? Spesso, anche in situazioni difficili, basta poco per guardare al futuro con un po’ di speranza; anche la tenerezza di un piccolo animale o un raggio di sole possono regalare un sorriso.

 

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HMS Bermuda

Incrociatore leggero britannico HMS Bermuda (1953)

 

 

 

 

 

Pagina dell'USS Naval Institute dedicata ai Gatti delle navi