Saluto e ringrazio sentitamente tutti i partecipanti di aver accolto, con generosa disponibilità, l'invito a portare a questo Seminario il loro qualificato contributo di scienza e di esperienza, che sarà utilissimo nel chiarire e illuminare le complesse questioni riguardanti gli OGM. Spero che questa occasione di incontro e di studio diventi per tutti noi uno stimolo alla crescita personale e, nello stesso tempo, un'opportunità di esercizio di una comune e condivisa responsabilità.

Il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace ha organizzato e promosso questo incontro nell'intento di raccogliere il maggior numero di dati informativi sugli OGM, che, in seguito, potranno servire a sussidiare un discernimento etico e pastorale, giorno dopo giorno sempre piú necessario e indilazionabile. Al di là delle pressioni - provenienti da molteplici fonti e portatrici di esigenze diversificate e, in qualche modo, incompatibili a cui anche la Santa Sede è sottoposta - vorremmo che questo Seminario si svolgesse in un clima di serenità e di compostezza, sí da favorire lo scambio fruttuoso, il dialogo approfondito e la ricerca disinteressata.

Il titolo del nostro Seminario, "OGM: minaccia o speranza?", riassume bene i differenti approcci che, a diversi livelli, si stabiliscono con gli OGM. Da parte nostra, siamo pienamente consapevoli che la posta in gioco è alta e delicata, per le polarizzazioni che dividono l'opinione pubblica, per i contenziosi commerciali che esistono a livello internazionale, per la difficoltà a definire, a livello scientifico, una materia che è oggetto di una ricerca in rapida evoluzione, per le complesse implicazioni etico-culturali ed etico-politiche. Da parte di questo Pontificio Consiglio si avverte tutta la responsabilità di dover affrontare una problematica tanto complicata, che ripropone, per certi versi, la domanda relativa al rapporto tra fede e scienza; questo Dicastero se ne vuole anzi fare carico pienamente, facendo tesoro della vostra scienza ed esperienza e, nello stesso tempo, appoggiandosi alla secolare sapienza della Chiesa e alla sua dottrina, che gli permetteranno di trovare, con equilibrio e nella verità, un punto di sintesi utile e fecondo di bene per gli uomini del nostro tempo, soprattutto per i poveri.

Dal programma dei lavori si può facilmente vedere che il Seminario è stato strutturato in quattro sessioni di lavoro: OGM e ricerca scientifica; OGM, alimentazione e commercio; OGM e sicurezza ambientale e sanitaria; OGM e implicazioni morali.

Dal punto di vista metodologico, il cuore dei nostri lavori sarà il dibattito in comune dei temi che saranno brevemente introdotti da alcuni relatori. Il dibattito dovrà essere svolto in libertà, nel rispetto delle diverse posizioni e reso ricco dalle straordinarie competenze presenti in questa sala.

Tra i partecipanti al nostro Seminario figurano anche alcuni Ministri del Governo italiano, la cui presenza merita una parola di giustificazione: è sembrato quanto mai opportuno invitarli in ragione del fatto che l'Italia detiene in questo semestre del 2003 la Presidenza del Consiglio dell'Unione Europea. Desidero ringraziarli di aver accettato l'invito e del contribuito che offriranno ai nostri lavori. Al termine di ogni sessione è previsto un incontro con la stampa per fornire ai giornalisti un'informazione puntuale e adeguata.

Molti hanno manifestato un po' di stupore e di meraviglia di fronte a questa iniziativa del Pontificio Consiglio, chiedendosi quale fosse la ragione che la giustificasse. Si tratta, anche in questo caso, di dare seguito a un'esigenza profonda ed essenziale della missione religiosa e morale della Chiesa, quella di illuminare con la luce del Vangelo quanto riguarda la promozione dell'uomo e l'affermazione della sua dignità. La Chiesa lo fa, rispettando la legge naturale, mettendo a frutto i risultati della ricerca scientifica, attualizzando il messaggio delle Sacre Scritture e applicando i principi della sua dottrina sociale.

A tale proposito, e a conclusione di questa mia breve introduzione, permettetemi di condividere con voi la lezione, molto pertinente e istruttiva, che ci viene dai primi capitoli della Bibbia dove si parla della creazione. Nel disegno del Creatore, infatti, le realtà create, buone in se stesse, esistono in funzione dell'uomo. Creandolo a sua immagine e somiglianza, Egli vuole che "domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra" (Gen 1, 26).

Lo stupore davanti al mistero della grandezza dell'uomo fa esclamare il salmista: "Che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi? Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato; gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi" (Sal 8, 5-7).

Il dominio dell'uomo sugli altri esseri viventi, tuttavia, non deve essere un dominio dispotico e dissennato; al contrario, egli deve "coltivare e custodire" i beni creati da Dio. Beni che l'uomo ha ricevuti come un dono prezioso, posto dal Creatore sotto la sua responsabilità.

La proibizione di mangiare "dell'albero della conoscenza del bene e del male" (Gen 2, 17) ricorda all'uomo che egli ha ricevuto tutto come dono gratuito e che continua ad essere una creatura, e non sarà mai il Creatore. Il peccato dei nostri padri fu provocato proprio da questa tentazione: "diventereste come Dio" (Gen 3, 5). Adamo ed Eva vollero avere il dominio assoluto su tutte le cose, senza sottomettersi alla volontà del Creatore. Da allora l'uomo dovrà trarre il cibo dal suolo con dolore e con il sudore del suo volto mangiare il pane (Gen 3, 17-19).

Nonostante il peccato, il disegno del Creatore, il senso delle sue creature e, tra queste, dell'uomo, chiamato ad essere coltivatore e custode del creato, rimangono inalterati. L'uomo, dotato di un'intelligenza grazie alla quale è capace di cogliere il senso delle cose, deve custodire i beni della terra, da lui ricevuti come dono. Dotato della capacità di scoprire le cause, le leggi e i meccanismi che governano gli esseri, viventi e non, e conseguentemente capace di intervenire su di essi, deve utilizzare queste capacità per "coltivare" e non per distruggere. Coltivare significa intervenire, decidere, fare, non lasciare che le piante crescano a caso. Coltivare significa potenziare e perfezionare, affinché vengano frutti migliori e piú abbondanti. Coltivare significa ordinare, pulire, eliminare ciò che distrugge e rovina. Coltivare è il miglior modo di custodire.

Grazie a tutti e buon lavoro!

 

 

 

 

 

 

 

Conclusioni del card. Renato Raffaele Martino

Palazzo san Calisto

11 novembre 2003

 

 

Giunti alla conclusione di queste due intense giornate di lavoro, sento il bisogno di partecipare a ciascuno di voi il sentimento della mia piú viva gratitudine per la vostra appassionata partecipazione, per i vostri qualificati contributi, per la testimonianza offerta nell'esercizio di una responsabilità che, pur in presenza di posizioni diverse, ha dato espressione a un dialogo fecondo e rispettoso.

Ringrazio soprattutto coloro che hanno presieduto le varie sessioni di lavoro del nostro Seminario e coloro che hanno introdotto i vari argomenti trattati. Un grazie particolare ai ministri del Governo italiano che sono intervenuti, fornendo contributi non di circostanza.

Devo confessarvi che temevo non poco che anche il nostro Seminario fosse vittima del clima di animosità e di contrapposizione ideologica che spesso caratterizza il confronto sugli OGM. Grazie a voi, cosí non è stato; devo anzi dire che per tutto il tempo in cui siamo stati occupati si è respirato un clima di pacatezza e di reciproco ascolto.

In questa particolare circostanza, la Chiesa, che, come ognuno di voi ben conosce, ha solitamente l'attitudine a proporsi come maestra, si è fatta invece vostra allieva, attenta e diligente nell'ascoltare e nell'imparare da voi. Il prestare ascolto e attenzione a quanto è scoperto dalla ricerca scientifica, a quanto è promosso dagli organismi produttivi, a quanto è valutato dalle associazioni della società civile, a quanto è deciso, ai diversi livelli, dai responsabili politici, è, per la Chiesa, una delle condizioni ineludibili per l'esercizio di quel discernimento religioso, etico-culturale e pastorale che fa parte dei suoi doveri. Arrivati alla conclusione dei nostri lavori, posso affermare che questa impostazione metodologica è risultata particolarmente efficace per affrontare la tematica, complessa e difficile, degli OGM; tale metodologia, infatti, ci ha permesso di raccogliere il massimo delle informazioni che ci consentiranno di non rischiare quei "cortocircuiti" in cui spesso incorrono coloro che, nell'approccio agli OGM, o peccano per un deficit di conoscenza o per un eccesso di pregiudizio.

Il Seminario è stato un primo momento di studio dentro un itinerario che la Santa Sede intende, con prudenza, serenità e nella verità, percorrere per venire incontro a molteplici e diffuse attese presenti nella Chiesa, nel mondo scientifico e, in genere, nella nostra società. Evidentemente la Santa Sede non ha intenzione di restare un'allieva in permanente stato di apprendimento. Arriverà anche il tempo in cui vestirà l'abito della "Mater et Magistra", con l'esercizio di una responsabilità a cui non verrà meno per essere fedele alla sua missione religiosa e morale di portare la luce del Vangelo del Signore Gesú in tutte quelle situazioni umane in cui è in gioco il "bene-essere", spirituale e materiale, degli uomini, soprattutto quando si tratta di promuovere lo sviluppo solidale e integrale dei poveri, che la Chiesa ama con un amore non esclusivo o escludente, ma certamente preferenziale.

Dopo la fase delle valutazioni dei risultati di questo Seminario, che, presumo, richiederà un congruo lasso di tempo, questo Dicastero farà tutto quello che è necessario per non fare mancare il suo contributo per illuminare le coscienze, affinché le biotecnologie vegetali siano un'opportunità per tutti e non una minaccia, dentro un quadro, politico e giuridico, di rinnovata solidarietà nei rapporti commerciali tra le nazioni, di sicurezza ambientale e sanitaria per tutti, di ritrovata intesa tra mondo scientifico, società civile e responsabili politici, ai livelli nazionale e internazionale.

Questo Seminario ci ha fatto comprendere che il campo degli OGM non va abbandonato, anche se ha bisogno ancora di molte cure. Si deve, quindi, continuare a lavorare: questo Pontificio Consiglio incoraggia tutti a farlo e si propone di farlo anch'esso, con disponibilità e spirito di servizio.

Quest'oggi la Chiesa Cattolica celebra la memoria liturgica di san Martino di Tours, il santo che condivise il suo mantello con un povero. La sua lezione di condivisione amorevole resti come un esempio per tutti noi, chiamati a spenderci per le cause alte e magnanimi della promozione di tutto l'uomo e di ogni uomo.

Grazie e che Dio vi benedica!

 

 

 

 

 

 

 

 

N.B. Si raccomanda la consultazione dei testi originali presso il sito della Santa Sede. È inoltre possibile richiedere i documenti presso il sito della Libreria Editrice Vaticana.