Le informazioni che seguono sono state tratte dalla premessa al

1º fascicolo dell'Elenco ufficiale dei prigionieri italiani deceduti nei lager russi - anno 1986

 

 

«Il Governo Italiano, tramite il Commissariato Generale Onoranze ai Caduti in Guerra, organo del Ministero della Difesa, ha stipulato il 23 aprile 1991 un accordo con il Governo della Repubblica Russa per il recupero delle salme dei nostri soldati sepolti dai Cappellani Militari nei cimiteri campali, prima della ritirata del dicembre '42. Nel contempo sono stati presi accordi per l'utilizzo della documentazione relativa ai nostri prigionieri, esistente negli archivi dell'ex NKVD, la polizia politica, dalla quale dipendevano i campi di concentramento.

Già nel marzo 1992 l'amministrazione russa, in occasione della visita del nostro Presidente Cossiga a Suzdal, consegnava al Gen.le Benito Gavazza, Commissario Generale di Onorcaduti, un primo elenco con 8.000 nomi di nostri soldati entrati nei campi di concentramento sovietici. Le consegne proseguirono ad intervalli lungo tutto il 1992 ed oggi il Commissariato dispone di 2600 pagine di tabulati per complessivi 64.400 nominativi in ordine alfabetico. Gli elenchi comprendono sia i prigionieri che sono morti nei lager che quelli che sono rimpatriati.

Iniziata immediatamente la loro traduzione da parte di volontari, di personale di Onorcaduti e di Reduci dell'UNIRR, fu subito chiaro che, mentre per i prigionieri rimpatriati gli elenchi indicano una serie di dati precisi (quali il luogo di nascita e di residenza, il reparto di appartenenza, la data ed il luogo di cattura, i diversi lager dove sono stati rinchiusi), per la maggior parte dei prigionieri morti, questi dati sono assenti ed è indicata semplicemente la data di morte ed il lager dove è avvenuta.

Per alcuni lager, anzi, la data è sistematicamente omessa, per altri prigionieri i luoghi di decesso sono indicati come: "non identificati". L'informazione che per noi è fondamentale, cioè conoscere finalmente nome e cognome dei soldati morti in prigionia, dà luogo ad un serio problema. Infatti, i cognomi traslitterati dal cirillico in caratteri latini, risultano, per la maggior parte, scritti con grafie inesistenti o pronunce impossibili nella nostra lingua, ed hanno struttura completamente estranea ai cognomi italiani. Pertanto è necessario procedere a lunghi e pazienti tentativi di ricerca tra cognomi che abbiano la stessa assonanza, cambiando via via vocali e consonanti con costanza da provetti enigmisti.

 

 Porzione di un tabulato con i dati dei prigionieri deceduti

Stralcio di un tabulato proveniente dagli Archivi Segreti dell'Ufficio Storico dell'ex URSS

Sono presenti i dati relativi ai prigionieri deceduti

 

 

 

Quando esiste qualche altro elemento di identificazione (come il luogo di nascita - ammesso che sia intellegibile - o il reparto) si promuovono ricerche presso i Comuni, i Distretti Militari, le Associazioni d'Arma. Malgrado ogni sforzo, circa la metà dei cognomi che vengono man mano tradotti, non trovano riscontro con qualcuno di quelli inseriti nell'archivio dei militari dispersi sul fronte russo.

La ragione di tale differenza tra rimpatriati e morti in prigionia sta nel fatto che i primi, negli innumerevoli interrogatori cui furono sottoposti nei tre anni di permanenza nei campi, hanno potuto fornire ampi dettagli e dichiarare con esattezza le loro generalità. Per contro, nei primi campi di smistamento, dove i prigionieri arrivavano a treni interi, cioè a migliaia per giorno, il censimento veniva fatto da soldati russi dalla calligrafia incerta che scrivevano a modo loro i nomi declinati dai nostri. Quando poi, dopo qualche settimana, la maggior parte degli arrivati moriva, il soldato che ogni mattina faceva il giro dei bunker o delle baracche, annotava a matita su pezzacci di carta il nome del defunto dettato dai compagni che spesso non lo conoscevano con assoluta precisione. La ricopiatura di quei nomi scarabocchiati in fretta e furia, le successive molteplici trascrizioni fino ad arrivare allo schedario, anch'esso scritto a mano, dell'archivio di Mosca, hanno reso quei cognomi indecifrabili.

Il presente elenco, pertanto, si riferisce ai soli militari per i quali l'identità è stata accertata con sicurezza in base a precisi riscontri nell'Archivio Dispersi gestito dal Ministero della Difesa - Sezione Albo d'Oro. Si tratta di un elenco parziale con i risultati a tutto marzo 1993, cui seguiranno altri con cadenza di sei mesi. Si precisa, comunque, che le famiglie interessate sono state immediatamente informate a cura del Ministero e dell'UNIRR, come lo saranno quelle degli altri morti in prigionia man mano che il loro cognome sarà identificato sugli elenchi consegnati dai russi.

A prescindere da questo aspetto di capitale importanza, cioè la conoscenza dei nomi dei nostri soldati deceduti in prigionia, gli elenchi inviati dagli archivi russi si sono rivelati una fonte ricchissima di notizie. Sottoposti ad esame globale - fattibile anche senza la traduzione dei cognomi - da parte dei ricercatori dell'UNIRR, hanno consentito di conoscere quali e quanti sono stati i campi di concentramento dove sono stati rinchiusi gli italiani. I tabulati russi ne citano piú di 400, indicati per lo piú con il solo numero distintivo. Solo di 130 si è riusciti a stabilire, in base anche ad altre fonti, la loro esatta ubicazione geografica che è stata evidenziata nell'unita cartina.

Un'altra importante constatazione è venuta dal conteggio del numero dei morti in ciascun campo. Abbiamo oggi, fornita dagli stessi russi, la conferma di quello che i pochi Reduci hanno sempre sostenuto, quasi mai creduti, spesso indicati come propinatori di notizie false: e cioè che la grande ecatombe che si è verificata nei lager a causa della fame e delle epidemie. Loro, i russi, ci dicono che nel lager di Tambov sono morti 8.000 italiani; in quello di Miciurinsk ne sono morti 4.300; altrettanti a Saransk; 1.600 a Nekrilovo e via via tanti campi intorno ai 1.000...! Queste morti sono avvenute nell'arco di tre o quattro mesi. La distribuzione dei decessi dedotta da tutte le date di morte indicate dai tabulati, dimostra che il 70% è avvenuto tra il febbraio ed il maggio '43. Alcuni lager sono tristemente famosi: a Krinovoje, aperto il 1 marzo e chiuso il 6 aprile 1943, sono morti 1.844 italiani, circa 60 al giorno!

La documentazione russa dice anche che nel '45, pochi mesi prima del rimpatrio, in un campo dell'Asia - quello di Pakta Aral - sono morti, probabilmente di tifo, piú di 600 prigionieri italiani! Infine, in base alla data ed alla località di cattura, si è accertato che piú di 10.000 dei prigionieri segnalati non appartenevano all'ARMIR. Una parte è stata presa dai russi nei campi di concentramento tedeschi della Jugoslavia ed appartenevano alle unità italiane operanti in Grecia, Montenegro e nelle isole dell'Egeo, che i tedeschi avevano disarmato ed internato dopo l'8 settembre del '43. Un'altra parte di militari italiani internati fu presa nei lager tedeschi della Polonia nei primi mesi del '45. I russi hanno rinchiuso questi nostri soldati insieme ai prigionieri catturati nel gennaio '43 e li hanno rimpatriati assieme a loro alla fine del '45. Circa 1.000 che erano sopravvissuti ai lager nazisti sono poi morti nei lager sovietici».

 

 

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Estratto dell'accordo Italo-Sovietico del 23 Aprile 1991.

 ...Omissis....

Articolo 2

1. Le attività riguardanti la manutenzione dei luoghi di sepoltura dei militari italiani in URSS e dei militari e civili sovietici in Italia saranno regolamentate da protocolli concordati dalla parte italiana e da quella sovietica a livelli da loro determinati.

2. Le attività riguardanti la manutenzione dei luoghi di sepoltura dei militari italiani in URSS e dei militari e civili sovietici in Italia comprendono la messa in opera dei segni tombali commemorativi, lavori di giardinaggio, la cura dei luoghi di sepoltura nel modo dovuto. In alcuni casi e con I'accordo delle Parti potranno essere scelte anche altre forme di commemorazione dei Caduti in guerra. Seguiranno altri fascicoli via via che saranno traslitterati gli elenchi degli Archivi di Stato dell' ex URSS.

 

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«Ut sit memoria illorum in benedictione et ossa eorum pullulent de loco suo» (Sir 46,14)

 

Le pagine presenti vengono offerte quale modesto contributo ed ideale prosecuzione dell'opera di pietà dei

Cappellani Militari che, nei giorni tragici della Campagna di Russia, onorarono le spoglie di migliaia di Caduti

dando loro degna sepoltura e consegnandole così alla memoria delle future generazioni.

 

 

 

I familiari dei deceduti o dei dispersi possono richiedere informazioni piú complete a:

 

 

ONORCADUTI

Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in Guerra

Piazza della Marina, 4 - 00196 Roma

 

[ Recapito aggiornato al febbraio 2018 ]

 

Banca dati ufficiale - Sito Web ufficiale

 

 

 

 

 

 Italiano

 

In caso di difficoltà a contattare OnorCaduti il titolare del Sito dispone di una serie di elenchi parziali consultabili su richiesta. Astenersi dal richiedere copie. In caso di necessità inviare una e-mail. Si ricorda tuttavia che solo l'Ente sopra citato può fornire informazioni aggiornate e affidabili.

 

 

 

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If necessary partial lists are available. For informations send e-mail here. Noted that only Onorcaduti can supply updated and reliable information.

 

 

 

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En caso de necesidad son disponibles listas parciales. Por informaciones mandar aquí e-mail. Se recuerda que sólo Onorcaduti pueden proveer informaciones recientes y confiables.