1. Note storiche - Charles Taze Russell

I Testimoni di Geova costituiscono una comunità - sedicente cristiana - fondata nel 1870 a Pittsburgh, negli Stati Uniti, dal massone Charles Taze Russell (Pittsburgh, Pennsylvania 1852 - Pampa, Texas 1916), un ricco commerciante statunitense poi divenuto predicatore religioso, che le conferí una prima struttura organizzativa nel 1884, erigendola in ente giuridico col nome di "Società Torre di Guardia dei Trattati di Sion". Russell, educato in ambiente congregazionalista, rifiutò il protestantesimo della Chiesa Cristiana Avventista, che afferma come imminente la seconda venuta di Gesú Cristo sulla terra. Gli avventisti, originariamente chiamati "milleriti", dal nome del predicatore battista americano William Miller, annunciarono l'avvento di Cristo entro un periodo compreso fra il 21 marzo 1843 e il 21 marzo 1844; il mancato realizzarsi della previsione provocò la delusione dei fedeli, molti dei quali abbandonarono il movimento, come accadde dopo la vana attesa del 22 ottobre 1844, data ulteriore fissata per l'evento.

Nel frattempo, nel mondo avventista, un gruppo raccolto intorno a Nelson H. Barbour (1822-1906) attendeva la fine "del presente ordine di cose" per l'anno 1874 (il cosiddetto movimento del "Grido di Mezzanotte", ancorché lo stesso nome sia stato applicato anche ad altri gruppi prima e dopo il 1874). Trascorsa anche questa data, Barbour sostenne che dal 1874 era iniziata una speciale presenza invisibile di Gesú Cristo sulla Terra per preparare un gregge di eletti in vista dell'imminente fine del mondo. Nel 1870 Russell ebbe una forte crisi religiosa e si diede allo studio della Bibbia con un gruppo di amici. Non aveva alcuna preparazione scientifica, non conosceva né il greco né l'ebraico in cui sono scritti i testi originali della Bibbia e nemmeno il latino. Nonostante ciò nel 1872 organizzò un gruppo dedito agli "studi biblici" che ebbe ben presto ebbe ampio seguito. Russell divenne il piú diretto collaboratore di Barbour, e lo aiutò a formulare la data del 1914 per la fine "del presente ordine di cose", reinterpretando con nuovi calcoli le speculazioni numerologiche diffuse nell'ambiente dell'avventismo post-millerita. Russell venne anche influenzato, come molti esponenti dell'ambiente avventista, dai Sei Sermoni di George Storrs (1796-1879) e adottò il condizionalismo, o teoria dell'immortalità condizionata dell'anima.

Nel 1878, dopo la rottura con Barbour, creò il giornale The Watch Tower (La Torre di Guardia) che acquistò in breve tempo un'enorme diffusione. È sempre al 1878, quando iniziarono le riunioni degli "Studenti Biblici" a Pittsburgh, che si può far risalire l'origine del movimento come vero gruppo indipendente. Nel 1884 fondò un'associazione che costituí il primo nucleo dell'Associazione internazionale degli studiosi della Bibbia. I suoi amici affermarono che Geova aveva suscitato Russell per rivelare al mondo il vero significato della Sacra Scrittura che fino ad allora nessuno, proprio nessuno, era riuscito a penetrare. Essi costituirono il primo nucleo della comunità con il nome di «Bibbiani» o «Russelliti» (1878). Nonostante una serie di problemi personali - fra cui il divorzio dalla moglie Maria Frances Ackley (1850-1938), che era stata una delle sue principali collaboratrici - Russell diventò uno dei piú noti predicatori degli Stati Uniti, e una sua rubrica venne regolarmente pubblicata su autorevoli giornali di tutto il paese. Percorse anche piú volte numerosi paesi stranieri (visitando anche l'Italia, dove entrò in contatto tra l'altro con valdesi interessati alle sue idee), e usò abilmente gli strumenti nascenti della fotografia e delle diapositive, attirando le folle con un Fotodramma della Creazione.

Gli scritti di Russell sono raccolti in un'opera in sei volumi, Millennial Dawn (Alba millenaria, 1886-1904). Egli affermò che chi li avesse studiati, anche "senza leggere una pagina della Bibbia", in due anni sarebbe arrivato alla verità. Da notare che oggi gli stessi Testimoni di Geova non permettono piú di consultare tali studi. Russell confermò che Cristo era già tornato sulla terra "in incognito" nell'ottobre del 1874; che nella primavera del 1878 erano risorti gli Apostoli; che nel 1914 Cristo sarebbe di nuovo tornato sulla terra per giudicare tutti gli uomini, per sterminare i reprobi (e in particolare la Chiesa cattolica), e per iniziare un regno millenario di pace e di felicità per i fedeli seguaci di Geova. Il 1914 invece segnò l'inizio della Prima guerra mondiale. Russell allora affermò che Geova aveva spostato il grande evento al 1918. Ma egli morí nel 1916, prima di poter constatare il nuovo fallimento della sua profezia. Divorziato, coinvolto in scandali di natura finanziaria e in processi poco onorevoli, non dimostrò di essere un individuo di particolare credibilità morale e religiosa. Alla sua morte i suoi seguaci si divisero in varie sette.

 

2. La "Watch Tower Bible and Tract Society"

Nel 1917 Joseph Franklin Rutherford (1869-1942), un avvocato del Missouri, venne eletto secondo presidente della Watch Tower Bible and Tract Society, l'ente fondato appunto da Russell nel 1884. Rutherford, formatosi negli ambienti del populismo americano (dato puntualmente negato dai geovisti), avviò un colossale processo di americanizzazione della setta dandole un'organizzazione fortemente autoritaria. Stabilí la sua sede centrale (dove converge lo Schiavo fedele e discreto) a Brooklyn (New York) e nel 1931 indisse un congresso internazionale nel quale impose ai suoi seguaci di chiamarsi "Testimoni di Geova", abolí il crocifisso a due bracci e tutte le feste religiose, comprese Natale e Pasqua.

La nuova denominazione prendeva lo spunto dall'errata translitterazione del nome divino ebraico. "Geova" è, infatti, una lettura sbagliata delle lettere con cui l'originale ebraico della Bibbia scrive l'impronunciabile nome di Dio: YHWH. Gli esegeti da tempo hanno dimostrato che la vocalizzazione giusta di tali consonanti è YaHWeH (Iahvè); solo i Testimoni di Geova si ostinano a leggere YeHoWaH (Geova), perfino quando la Bibbia usa un altro termine (Signore, Altissimo, Onnipotente, etc...). Essi danno a tale nome un'importanza straordinaria, e di solito ne fanno un punto essenziale della loro propaganda. Dicono che soltanto chi conosce e usa tale nome può essere gradito a Dio e salvarsi! Geova viene definito quale fonte centrale di energia dinamica, avrebbe un corpo e non sarebbe presente ovunque, ma solo in cielo. Una concezione primitiva pertanto, molto lontana da tutte le grandi tradizioni cristiane (cattolica, ortodossa, anglicana, luterana, calvinista e metodista).

La dottrina, fondata su un'interpretazione letterale della Bibbia, condivide con i gruppi avventisti, in una prospettiva millenarista, l'attesa dell'estensione del Regno di Dio alla terra. Il millenarismo è una dottrina cristiana, detta anche "chiliasmo" (dal greco chílioi, mille), che si ispira al capitolo 20 del libro dell'Apocalisse (cfr. Ap 20,1-6). In questo passo, con il linguaggio caratteristico della visione mistica, viene descritto l'imminente ritorno di Cristo sulla Terra per stabilirvi un regno di beatitudine destinato a durare mille anni e riservato ai giusti. Questi ultimi vengono identificati con i martiri che, in virtú del sacrificio della loro vita in nome della fede, saranno i protagonisti privilegiati di una prima risurrezione, preludio della risurrezione di tutta l'umanità e del giudizio universale, fino all'avvento definitivo, al termine del millennio, del regno dei cieli. Diffusosi negli ambienti cristiani dell'Asia Minore nel II secolo, il millenarismo ebbe una certa diffusione anche in Occidente, sollevando un intenso dibattito teologico prima della sua condanna come dottrina eretica. Da sempre rifiutata dal cattolicesimo, questa particolare visione dell'escatologia è riaffiorata a piú riprese come argomento privilegiato dai predicatori attivi nell'ambito di diversi movimenti di riforma. Il millenarismo costituisce attualmente uno dei motivi di identificazione e, nello stesso tempo, di maggiore popolarità, di alcune confessioni sorte nel XIX secolo negli Stati Uniti negli ambienti del fondamentalismo protestante.

Nel 1918 Rutherford e sette suoi collaboratori vennero arrestati con l'accusa di cospirazione. L'anno seguente vennero scarcerati e in seguito del tutto prosciolti dalle accuse. Con l'eccezione di alcuni gruppi che negli Stati Uniti e in Europa ne contestarono l'autorità, Rutherford venne riconosciuto e accettato quale presidente legittimo dalla stragrande maggioranza degli Studenti Biblici. Egli riorganizzò la setta - cui Russell aveva dato una struttura piuttosto elastica - come organizzazione "teocratica", fondandola sulla nozione di ubbidienza alla volontà di Dio e su uno straordinario fervore missionario per il ministero porta a porta, con visite sistematiche e ripetute alle case della gente. Rutherford sfruttò a fondo la potenza della stampa, diffondendo in tutto il mondo libri, opuscoli e riviste in centinaia di milioni di copie. Fondò moltissimi "centri missionari" (anche in Italia, con sede centrale a Roma), e impegnò i suoi seguaci a dedicare ogni mese un certo numero di ore per conquistare altri seguaci. Rutherford affermò che il primo testimone di Geova era stato Abele, e non mancò di fare profezie, regolarmente smentite dai fatti. Disse che nel 1925 sarebbero tornati in terra Abramo, Isacco, Giacobbe e alcuni profeti, per accogliere i quali fece costruire una sontuosissima villa. Aggiunse che milioni di persone viventi in quell'anno non sarebbero piú morte e che avrebbe avuto inizio il regno di Geova.

Per le loro posizioni sulle questioni politiche e militari, i Testimoni di Geova vennero perseguitati in vari paesi, Germania nazista compresa. Anche nei paesi piú liberali dovettero difendere nei tribunali il diritto di predicare secondo il loro stile peculiare e di attenersi alle proprie idee religiose. Nel quarto e quinto decennio del XX secolo i Testimoni di Geova vinsero 43 cause su 59 di fronte alla Corte suprema degli Stati Uniti, stabilendo numerosi precedenti in materia di libertà religiosa. Nello stesso periodo i Testimoni, nei territori controllati dal nazismo, affrontarono dure prove, in particolare per il loro rifiuto di sostenere lo sforzo bellico nazista. Quasi diecimila Testimoni finirono nelle prigioni o nei campi di concentramento nazisti e quasi duemila di questi persero la vita (altri 250 vennero condannati dai tribunali militari come obiettori e giustiziati). Solo di recente gli storici stanno facendo riemergere - pur fra qualche controversia - le loro vicende.

A Rutherford, morto nel 1942, successe Nathan Homer Knorr (1905-1977), dirigente dotato di notevoli capacità organizzative che curò particolarmente la formazione dei missionari e dei predicatori porta a porta. Anche egli annunciò come probabile la fine del mondo nel 1975... A Knorr successe nel 1977 Frederick W. Franz (1893-1992), il quale dovette tra l'altro affrontare il dissenso del nipote, Raymond Franz, che abbandonò l'organizzazione e pubblicò diverse opere critiche (cfr. Franz R., Crisi di coscienza, Atlanta, 1983 (tr. it., Ed. Dehoniane, Napoli, 1988)). A Frederick W. Franz, morto a novantanove anni, successe nel 1992 Milton G. Henschel. Un periodo di evoluzione interna che prese l'avvio sotto la presidenza di Knorr rese nel frattempo collegiale la direzione dei Testimoni di Geova. Una storia veramente controversa dunque - quella fin qui tratteggiata - e non scevra da ampie zone d'ombra, ma soprattutto ignota alla maggior parte dei Testimoni di Geova, sempre tenuti all'oscuro dell'origine e delle vicende storiche dell'organizzazione: vicende che non resteranno nell'ambito americano ma che si estenderanno anche all'Europa e all'Italia.

 

 

3. Il geovismo italiano - Alcune statistiche

In Italia il primo gruppo di Studenti Biblici cominciò a riunirsi nel 1903 a San Germano Chisone, una località presso Pinerolo (Torino). Charles Taze Russell venne in visita in Europa e nel 1891 giunse in treno a Pinerolo dove incontrò Daniele Rivoire, un valdese che insegnava lingue a Torre Pellice. La prima vera congregazione si costituí, sempre a Pinerolo, nel 1908. Secondo quanto scrivono i Testimoni di Geova, Rivoire non si convertí mai al loro movimento, ma dati i suoi buoni rapporti con Russell, venne incaricato di tradurre i libri degli Studenti Biblici in italiano (tra cui il libro Il piano divino delle età e i periodici La Torre di Guardia e L'araldo della presenza di Cristo nel 1903). La speranza era che lo Statuto (emanato il 4 marzo 1848) e l'Editto di Emancipazione, che in Italia offrivano parità di diritti civili alle minoranze religiose, fossero simili alla Carta dei Diritti - aggiunta alla Costituzione degli Stati Uniti - che era stata scritta e approvata 57 anni prima, e che quindi ai loro missionari e convertiti fosse garantito il diritto di far proseliti tra la popolazione del Regno Sardo esattamente come negli Stati Uniti. Lo Statuto del Regno Sardo tuttavia, nell'articolo 24, proclamava sí che "la stampa sarà libera", ma aggiungeva anche che "i catechismi, i libri liturgici e di preghiere non potranno essere stampati senza il preventivo permesso del vescovo". Russell nel 1912 tornò ancora in Italia e visitò di nuovo Pinerolo. Sebbene la setta non prosperasse (era allora diretta dalla sezione svizzera della Società Torre di Guardia), alcuni membri perseverarono.

Dopo la Prima Guerra Mondiale un altro docente di lingue straniere - secondo i dati forniti dai Testimoni di Geova, il pastore valdese Giuseppe Banchetti - tradusse per loro altre pubblicazioni geoviste, tra cui La Torre di Guardia, L'Arpa di Dio e Liberazione. Durante i successivi anni Venti Pinerolo continuò ad essere un importante centro per i Testimoni di Geova dove si pubblicavano i libri e si tenevano conferenze. Difatti la prima grande assemblea dei Testimoni di Geova in Italia, alla quale parteciparono circa settanta persone, fu tenuta all'Hotel Corona Grossa di Pinerolo nel 1925. Quell'anno gli aderenti alla setta furono circa 150. A partire dal 1925 si abbatté su di loro la persecuzione fascista, che si intensificò con l'occupazione tedesca, allorché alcuni Testimoni italiani furono inviati ai campi di concentramento. Praticamente tutti gli aderenti italiani (predicatori e simpatizzanti) subirono qualche forma di persecuzione. Molti degli obiettori di coscienza condannati sotto il fascismo furono Testimoni di Geova. Nell'aprile 1940 furono 26 i Testimoni che comparirono davanti al Tribunale speciale, che li condannò ad un totale di 186 anni e 10 mesi di reclusione (furono tutti scarcerati tra il 1943 e il 1944, ma soltanto nel 1957 quella decisione verrà riformata e i 26 verranno assolti). Secondo una stima dello storico valdese Giorgio Rochat, su 142 persone condannate dai tribunali fascisti o inviati al confino o internati per la loro attività religiosa, 83 (circa il sessanta per cento) furono Testimoni di Geova.

Nel 1946 l'attività riprese con circa 130 proclamatori. Da allora la crescita, dietro l'avanzata delle truppe anglo-americane, fu notevole, fino a fare dell'Italia il paese europeo con il maggior numero di Testimoni di Geova, e della "Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova" la seconda religione formalmente organizzata del paese. Sul piano giuridico, nel 1976 l'ente americano rappresentante i Testimoni di Geova in Italia (la Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania) si vide riconosciuta la personalità giuridica. Dopo di allora, ai ministri di culto dei Testimoni di Geova fu consentito dapprima di celebrare matrimoni validi agli effetti civili e in seguito anche di visitare i detenuti nelle carceri. Nel 1986 la "Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova" conseguí il riconoscimento giuridico. Inoltre, il 18 novembre 1999 venne stipulata una bozza di Intesa con la Repubblica Italiana, ai sensi dell'articolo 8 della Costituzione, a sua volta approvata dal Consiglio dei ministri il 21 gennaio 2000 e sottoscritta dal Presidente del Consiglio il 20 marzo 2000, ma non ancora ratificata dal Parlamento. Attualmente (dati del 2005) i Testimoni di Geova hanno 3.070 congregazioni in Italia (98.269 nel mondo) e 1.491 edifici per il culto (1.475 Sale del Regno e 16 Sale delle Assemblee, queste ultime costruite per le riunioni piú grandi).

I Testimoni contano oggi in Italia 232.060 proclamatori (6.390.016 nel mondo), con una proporzione di un proclamatore ogni 249 cittadini circa. Nel 2005 hanno assistito alla commemorazione annuale della Cena del Signore 416.248 adepti (erano 433.242 nel 2004), contro i 16.383.333 a livello mondiale (erano 16.760.607 nel 2004). In Italia ci sono anche varie congregazioni e gruppi - nel complesso, oltre 580 - in lingue diverse dall'italiano: si tratta del campo nel quale i Testimoni italiani stanno registrando il piú rapido incremento, se si considera che nel 2002 i gruppi in questione erano 118; per la precisione ci sono 191 congregazioni (formazioni piú stabili anche perché numericamente piú consistenti) e 394 gruppi (formazioni piú piccole, talvolta solo di 10-15 persone). Inoltre, ci sono congregazioni o gruppi anche nelle seguenti lingue: amarico, bengali, bulgaro, croato, giapponese, macedone, persiano, polacco, tamil, tigrino, urdu, etc... per un totale di 26 diversi gruppi linguistici diversi dall'italiano.

 

4. L'organizzazione interna

L'organizzazione dei Testimoni di Geova è diretta a livello mondiale da un Corpo direttivo, un gruppo di tredici "anziani" che vivono e operano presso la sede mondiale di Brooklyn (New York), tra i quali il presidente oggi non è piú designato a vita ma scelto a rotazione. La congregazione dei Testimoni di Geova ha una "direzione teocratica". Nel loro libro Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca (1990) (da ora in poi abbreviato con L1990), stampato in 93 lingue e in 47 milioni di copie si afferma: «La visibile organizzazione di Dio è guidata e diretta in modo teocratico. Alla sede centrale dei TdG a Brooklyn (New York) c'è un Corpo Direttivo che soprintende alle attività mondiali del popolo di Dio. Questo Corpo Direttivo è composto da membri dello "schiavo fedele e discreto". Serve quale portavoce di questo "schiavo fedele". I membri del Corpo Direttivo sono guidati teocraticamente"» (p. 195). Teocraticamente: cioè da Dio stesso. Perciò quello che stabilisce il Corpo Direttivo, in materia sia dottrinale, sia organizzativa, ha un valore divino, perché è voluto da Geova. Quindi tutti gli adepti devono sottomettersi alle sue decisioni, pena l'esclusione dalla "visibile organizzazione di Dio".

Nell'ottobre 2000 si è avuto un nuovo significativo sviluppo, con le dimissioni del presidente e degli altri membri del Corpo direttivo dal consiglio di amministrazione della Watch Tower Bible and Tract Society. Questo passo consente al Corpo direttivo di dedicarsi alla guida della congregazione e affida ad altri i compiti piú strettamente amministrativi. La sede di Brooklyn è un vasto complesso di trentasei edifici in cui operano a tempo pieno alcune migliaia di volontari. Varie ripartizioni territoriali, in ordine decrescente fino ad arrivare alle congregazioni, rispondono al Corpo direttivo, massima carica dottrinale e organizzativa, unica responsabile dell'insegnamento, che viene trasmesso soprattutto con la stampa. L'organizzazione dispone di ingenti mezzi finanziari per stipendiare i "pionieri-missionari" e diffondere le sue pubblicazioni in tutto il mondo. Ogni pubblicazione è sotto strettissima sorveglianza: viene preparata in inglese e tradotta in altre lingue soltanto nella sede di Brooklyn. Nessun'altra persona, nessun gruppo locale può preparare libri o commenti, né fare correzioni o aggiunte e tanto meno discutere quanto viene da Brooklyn. Oggi la setta dispone anche di una fitta rete radio e televisiva.

L'unità territoriale che raggruppa i Testimoni di Geova di una determinata zona si chiama "congregazione" e dispone di una "Sala del Regno" ove si tengono cicli settimanali di studio e di formazione. Ogni anno si organizzano congressi in qualche grande città in un clima di esaltazione e di grande risonanza. Le singole congregazioni vengono visitate due volte l'anno da "anziani" itineranti detti "Sorveglianti di circoscrizione" oppure "Sorveglianti viaggianti". La vita di congregazione dei Testimoni di Geova comprende riunioni settimanali tenute di solito nelle "Sale del Regno". Inoltre, i Testimoni di Geova che non hanno particolari impedimenti dedicano parte del proprio tempo alla testimonianza missionaria di porta in porta svolgendo un proselitismo capillare, organizzato nei minimi particolari. Ogni quartiere di città, ogni via di paese viene affidato ai "proclamatori", che si impegnano a passare ripetutamente presso tutte le famiglie, tenendo nota precisa del risultato di ogni visita e verificando le percentuali di crescita. L'ispettore del distretto, in visita ogni sei mesi, può destituire i responsabili che non fanno proseliti. La loro tattica è piuttosto ambigua, non rivelano le vere ragioni del loro discorso, mostrano interesse per le opinioni dell'interlocutore, ma appena notano qualche incertezza o difficoltà in materia religiosa fanno leva su di esse per proporre la loro come la risposta e la soluzione sicura a tutti i problemi. L'intento piú volte dichiarato è quello di "svuotare le chiese cristiane", o almeno di suscitare dubbi e disorientamento su qualunque verità di fede che non sia quella proposta da loro. L'attività di propaganda non di rado ha la preminenza sulla cura stessa della famiglia.

Due volte l'anno piú congregazioni si riuniscono insieme in assemblea. Una volta l'anno si tiene anche un'assemblea di distretto che dura piú giorni. In occasione di questi raduni piú grandi i nuovi discepoli vengono battezzati mediante immersione completa in acqua. I cicli settimanali di studio consistono in cinque adunanze, della durata di un'ora, che si tengono ogni settimana. Due si tengono alla domenica: in una, detta "Discorso pubblico", un anziano pronuncia una conferenza su uno "schema di discorso" non preparato da lui ma dal Corpo Direttivo; nell'altra si fa lo "Studio Torre di Guardia"; nella terza adunanza - detta "Scuola di ministero teocratico" - la riunione è presieduta da un membro del Corpo degli Anziani appositamente incaricato dal Corpo Direttivo ed è consacrata a preparare quelli che dovranno andare di porta in porta (i "proclamatori") a presentare nella maniera piú efficace la stampa geovista, usando il giusto tono della voce e avendo l'aspetto piú gradevole possibile. La quarta adunanza, detta "adunanza di servizio", serve a preparare i Testimoni all'offerta della letteratura, suggerendo loro le presentazioni da usare per una distribuzione piú efficace. La quinta adunanza, detta "Studio di libro di congregazione", è tenuta da un membro del Corpo degli Anziani ed è dedicata allo studio di una delle tante pubblicazioni della Società Torre di Guardia. Il Corpo Direttivo dunque, per mezzo dei Sorveglianti di Circoscrizione e di Distretto e avvalendosi del Corpo degli Anziani, esercita un controllo ferreo sul modo di pensare e di comportarsi di ognuno degli adepti. Chi non accetta tale rigido controllo o non segue le direttive comunicate dagli Anziani viene "disassociato", cioè espulso dalla Congregazione con un provvedimento stilato da un "comitato giudiziario". Chi invece abbandona volontariamente l'organizzazione oppure viene espulso perché ha prestato servizio militare, è andato a votare o è passato alla religione cattolica o a un'altra religione, viene considerato "dissociato". Si tratta di passi gravidi di conseguenze perché il "disassociato" e il "dissociato", avendo precedentemente rotto tutti i legami umani con la propria famiglia e con i propri amici e conoscenti - quando è divenuto Testimone -, cade nell'abbandono piú totale e trova estremamente difficile reinserirsi nella società, tanto piú che i suoi "ex fratelli" cominciano a trattarlo con particolare durezza.

 

 

 Rivista " La Torre di Guardia"

«The Watch Tower»

 

 

 

5. Il ministero teocratico - Attività editoriali e formazione dei proseliti

Il compito piú importante di un testimone di Geova è il "servizio di campo". Esso consiste nel compiere opera di proselitismo casa per casa e per le strade. Tale opera è compiuta dai "pionieri", i quali sono Testimoni che si impegnano a dedicare un certo numero di ore mensili al "servizio di campo". Il pioniere "regolare" deve dedicarvi 1.000 ore l'anno; il pioniere "speciale", al quale viene elargito un "dono", cioè una somma di denaro che gli permette di vivere - perché non gli è consentito nessun lavoro - deve dedicarvi 140 ore al mese; il pioniere "ausiliario", che svolge il servizio di campo per uno o piú mesi, deve dedicarvi in tale periodo di tempo non meno di 60 ore. Mensilmente ogni "proclamatore" deve consegnare all'Anziano, che ha la responsabilità del piccolo gruppo di cui fa parte, un "Rapporto", in cui devono essere registrate le ore dedicate al "servizio di campo" e il numero delle riviste distribuite, nonché il numero delle visite ulteriori.

In realtà, il "servizio di campo" si svolge in tre fasi. Nella prima il pioniere bussa alla porta e, se viene fatto entrare, inizia una conversazione religiosa apparentemente spontanea, ma accuratamente preparata in precedenza secondo il tipo e le reazioni della persona che ha di fronte, e poi lascia alcune copie delle riviste La Torre di Guardia e Svegliatevi! invitando a leggerle. Torna poi periodicamente col pretesto di portare i numeri successivi. Se la persona ha letto le riviste il pioniere ne fa oggetto di ulteriori conversazioni con ampie citazioni di passi biblici ben selezionati. La seconda fase consiste nel fare con la persona contattata un "gratuito studio biblico" a domicilio. Il pioniere si recherà a visitarla settimanalmente per circa un'ora e la inviterà ad aprire la sua Bibbia e a prendere in considerazione alcuni versetti particolari, che servono al pioniere per annunziare le dottrine geoviste, anzitutto la certezza che chi ha un'accurata conoscenza di Dio non morirà, ma vivrà eternamente su una terra paradisiaca e che questo accadrà subito, perché la fine del mondo è imminente. La terza fase consiste nel mostrare alla persona diventata ormai "studente" le difficoltà che essa incontrerà nel cammino religioso iniziato, perché il Diavolo, che è il "nemico della vita eterna", si servirà dei suoi parenti, amici e conoscenti per distoglierla dallo studio della Bibbia con i Testimoni. Questa terza fase mira a demolire la fiducia della persona nella Chiesa e nei suoi ministri e nel farle acquistare la "vera" Bibbia, che non è quella della Chiesa, ma quella dei Testimoni di Geova e che si chiama Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture. Compiuti questi passi, la persona è invitata a partecipare alle adunanze nella Sala del Regno: se la persona accetta diviene Testimone; se invece rifiuta lo "studio" viene interrotto e la persona viene abbandonata.

I bambini già da piccoli vengono sottoposti ad un programma di addestramento teocratico, piú semplice rispetto alle tecniche di coinvolgimento per i proseliti adulti e per far sí che restino fedeli per sempre alle regole del gruppo. Il programma d'indottrinamento per il bambino non solo prevede l'assidua frequentazione di tutte le adunanze, ma anche lo studio a casa, con i propri genitori, di libri opportunamente scritti e che lo accompagneranno nell'adolescenza e nella giovinezza. Ogni aspetto della vita infantile è pianificato. Chi ha assistito ad adunanze o ad assemblee che durano giornate intere ha potuto verificare come l'irrequietezza dei bambini piccolissimi venga punita in modo piuttosto severo, spesso fisicamente, perché ogni genitore deve dimostrare che la propria famiglia è estremamente attenta alle parole di Geova. Tale educazione autoritaria viene incitata dalle stesse pubblicazioni della Società affinché i propri figli diventino un giorno pionieri, missionari o volontari alla Betel. L'atteggiamento esigente dei genitori nei confronti dei loro figli, quindi, non corrisponde propriamente ad un'accettazione delle loro potenzialità. Questo modo coercitivo di educazione tende a ridurre al minimo l'espressione dei bisogni nel minore che si rifletterà in un atteggiamento privo di curiosità, di iniziativa, di spontaneità e nel contempo poco affettuoso e che produce un senso di inadeguatezza nel bambino, che man mano si isola dai suoi compagni non geovisti finendo inevitabilmente per essere ghettizzato.

L'attività editoriale dei Testimoni di Geova è particolarmente intensa, come dimostra la diffusione dei loro quindicinali: La Torre di Guardia, disponibile in piú di centotrenta lingue, e Svegliatevi!, stampata in oltre ottanta lingue. La tiratura di ciascuna edizione di questi periodici supera i venti milioni di copie. Oltre a queste due riviste i Testimoni di Geova producono e diffondono traduzioni proprie della Bibbia e molti altri libri e opuscoli. Il libro La conoscenza che conduce alla vita eterna e l'opuscolo Cosa richiede Dio da noi? vengono impiegati come sussidi di studio biblico. Le trasgressioni dottrinali e morali vengono esaminate da comitati formati da "anziani" e se un trasgressore non dà indicazioni di ravvedimento può essere "disciplinato" con la "disassociazione" o scomunica che vieta tra l'altro ogni tipo di relazione personale.

Le statistiche relative agli aderenti dei Testimoni di Geova variano a seconda che si consideri "membro" chi si impegna nel ministero di porta in porta in quanto "proclamatore", oppure chi fa parte della congregazione presa nel senso piú ampio, comprendente anche bambini, malati e infermi. Il numero di Testimoni di Geova nel mondo può cosí oscillare fra i circa sei milioni e mezzo di proclamatori e gli oltre sedici milioni (una cifra che comprende anche i simpatizzanti) che assistono ogni anno alla celebrazione della Cena del Signore, l'unico evento "liturgico" organizzato dai Testimoni di Geova.

 

6. Lineamenti dottrinali principali

Per i Testimoni, Geova è il Creatore, il solo e unico vero Dio. Viene assolutamente negata la dottrina della Trinità. Gesú Cristo viene chiamato "Figlio di Dio" ma in realtà è considerato come una semplice creatura: egli sarebbe esistito in Cielo quale prima creatura del Padre prima di nascere come uomo sulla Terra. Ciò fa sí che i Testimoni di Geova - contrariamente a quanto affermano - non siano cristiani. Il loro "battesimo" non è valido, non ha nulla a che vedere con il battesimo cristiano e nessuna grande confessione protestante e ortodossa li accetta e li considera come cristiani. In realtà in essi mancano tutti i requisiti teologici fondamentali perché possano definirsi cristiani.

Gesú sarebbe venuto sulla Terra per compensare la completa disobbedienza di Adamo con la sua completa obbedienza al Padre, morendo non sulla croce ma su un palo di tortura (cosí, secondo i Testimoni, andrebbe tradotto il termine greco stauròs). I Testimoni accettano Gesú quale proprio Salvatore e Redentore. Quanto alla risurrezione, sostengono che Gesú non riprese il corpo che aveva sulla Terra, ma assunse un "corpo spirituale" in Cielo. I Testimoni di Geova sostengono che l'uomo non ha un'anima, ma è un'anima (cioè un essere animato) che alla morte "dorme" nella tomba (se non va direttamente in Cielo, destino che attende una minoranza di eletti). L'uomo - nel disegno originario di Geova - era destinato a vivere felice per sempre su una terra paradisiaca: un destino perduto a causa della caduta di Adamo ed Eva che avvia quella che i Testimoni - sulla scia di precedenti autori protestanti e avventisti - chiamano la grande contesa tra Satana e Dio per il governo del Cielo e della Terra e, in particolare, dell'umanità. Rispettando il libero arbitrio umano, Geova non distrugge subito Satana, ma suscita nel corso della storia dei testimoni, tra i quali Gesú.

Secondo i Testimoni dopo l'apostasia della Chiesa cristiana primitiva - in cui si sarebbero insinuati elementi pagani - diversi precursori esaminarono attentamente gli insegnamenti e le profezie della Bibbia preparando il ministero di Charles T. Russell e la restaurazione dell'organizzazione di Geova sulla Terra. La "visibile organizzazione di Dio", ossia la setta, è divisa in due classi: quella degli "unti", che fanno parte del "piccolo gregge", e quella delle "altre pecore". Gli "unti" sono destinati a regnare in Cielo dopo la morte e sono in numero fisso di 144.000, mentre le "altre pecore" vivranno per sempre su una terra paradisiaca.

La selezione degli "unti" sarebbe iniziata nel giorno di Pentecoste, ma essi sarebbero saliti in cielo soltanto nel 1918. Infatti, nel 1914 - quando sarebbe terminato il "tempo dei gentili", durato 2.520 anni -, Gesú sarebbe venuto sulla terra in modo invisibile e "ha cominciato a dominare come re del celeste governo di Dio" (L1990, p. 141). Dopo quattro anni, impiegati per purificare l'organizzazione, nel 1918 Gesú salí nel suo tempio celeste e insieme con lui salirono gli "unti" morti tra la risurrezione di Gesú e il 1918. Gli "unti" morti dopo il 1918 non "dormono" piú nelle tombe, ma vanno direttamente in cielo. Attualmente c'è da pensare che gli "unti" che ancora sono sulla terra siano pochi (circa 8.000), per cui la fine del mondo sarebbe vicinissima. Ad ogni modo c'è un "resto degli unti" - il cosiddetto "unto rimanente" - che forma "lo schiavo fedele e discreto", chiamato a garantire l'interpretazione corretta della Bibbia e a provvedere il cibo spirituale di cui hanno bisogno i fedeli di Geova: da questo "resto degli unti" sono tratti i membri del Corpo Direttivo. Tutti gli altri fedeli di Geova, che non fanno parte degli "unti", formano appunto la classe delle "altre pecore", destinate non a salire in cielo per regnare con Cristo, ma a vivere per sempre su una terra paradisiaca: «Nel paradiso che Dio ha in serbo per gli uomini ci sarà ogni motivo per essere felici. La terra produrrà buon cibo in abbondanza. Nessuno soffrirà piú la fame. Guerre, criminalità, violenze, perfino odio ed egoismo saranno cose del passato. Sí, saranno sparite per sempre» (L1990, p. 14). Pochi dunque fra i Testimoni di Geova si dichiarano "unti" prendendo gli emblemi del corpo e del sangue del Signore nella commemorazione annuale della Cena del Signore. Sebbene i membri del Corpo direttivo siano tutti "unti", con il passare del tempo funzioni direttive sempre piú importanti sono state attribuite ad esponenti della classe delle "altre pecore".

I Testimoni credono che in una data molto prossima si svolgerà la grande battaglia di Armaghedon e tutti coloro che non saranno vissuti conformemente ai principi biblici periranno. Seguirà il Millennio, un periodo in cui la Terra verrà trasformata in una realtà paradisiaca. Nel Millennio "altre pecore" morte prima di Armaghedon risorgeranno e verrà loro data l'opportunità di vivere per sempre. Alla fine del Millennio Satana verrà lasciato libero per qualche tempo e indurrà alcuni uomini a ribellarsi contro Geova. La rivolta avrà peraltro breve durata: Satana, i suoi angeli ribelli e i suoi seguaci umani verranno distrutti e ridotti al nulla, mentre i giusti vivranno per sempre su una terra paradisiaca. Nel frattempo i 144.000 "unti" regneranno gloriosamente in Cielo.

I Testimoni attendono la fine del presente ordine di cose, interpretando alla lettera il passo di Mt 24,34-35, dove si afferma che "questa generazione [...] non passerà finché tutte queste cose non siano avvenute". Tale passo era stato inteso come una data precisa dell'anno 1914. La Torre di Guardia del 1º novembre 1995 ha però presentato un "punto di vista piú preciso su 'questa generazione'", spiegando che, sebbene il Regno di Cristo sia certamente iniziato nel 1914, "cercare di calcolare date o fare congetture sulla durata letterale di una 'generazione'" non è di alcuna utilità: "'il giorno e l'ora' stabiliti da Geova per togliere di mezzo questo sistema mondiale arriveranno quando la testimonianza mondiale sarà stata compiuta nella misura da lui voluta. Non abbiamo bisogno di conoscerne la data in anticipo" (ibid., pp. 18-20). Benché si precisi che questo non vuole affatto dire "che Armaghedon sia piú lontano di quanto pensassimo" (ibid., p. 20).

Per sperare di vivere per sempre su una terra paradisiaca pertanto occorre prepararsi fin da ora, rendendosi graditi a Dio. Si deve accettare il sacrificio di riscatto di Gesú Cristo, prendere parte attiva all'opera di predicazione, vivere correttamente dal punto di vista morale ed etico e "separarsi dal mondo", evitare cioè i contatti con la "falsa religione", rigettando modi di fare corrotti e rifiutando le pratiche idolatriche e pagane, fra le quali i Testimoni includono la celebrazione del Natale e dei compleanni, l'uso delle immagini nel culto, il saluto alla bandiera o il cantare l'inno nazionale. I Testimoni di Geova non accettano trasfusioni di sangue per se stessi o per i figli minorenni sotto la loro potestà. La loro posizione su questo punto - al centro di notevoli controversie - si basa sul monito biblico di "astenersi dal sangue" (cfr. ad esempio Gen 9,4; Lv 17,10-14; At 15,20.29; At 21,25). Per questo motivo i Testimoni di Geova hanno cercato di promuovere la sperimentazione, in campo chirurgico e medico, di trattamenti e terapie alternativi alla trasfusione di sangue.

In generale, gli osservatori piú attenti notano un lento movimento dei Testimoni di Geova dalla periferia al centro della scena sociale, testimoniato dai piú frequenti riconoscimenti giuridici da parte dei governi di vari paesi. Anche la problematica del servizio militare ha trovato nella maggioranza dei paesi soluzioni giuridiche soddisfacenti. Per esempio, in Italia prima dell'abolizione della leva obbligatoria i giovani Testimoni svolgevano il servizio civile dopo che la legge del 1998, sulla riforma della disciplina dell'obiezione di coscienza, aveva mutato la natura del servizio civile, "smilitarizzandolo", affidandolo cioè alla gestione della Presidenza del Consiglio e non piú al Ministero della Difesa.

La dottrina e alcune pratiche dei Testimoni di Geova, certamente lontane dal cattolicesimo come dal protestantesimo tradizionale, continuano peraltro ad essere criticate con particolare vigore da oppositori di diversa provenienza religiosa e/o ideologica. I Testimoni di Geova hanno sperimentato anche frequenti episodi di discriminazione e intolleranza in seguito alla lotta contro le "sette" che è ripresa con notevole accanimento negli anni 1990 in Francia, in Russia, in Germania, nel Belgio e in Svizzera, soprattutto nel Cantone di Ginevra. L'Italia è forse il Paese piú tollerante d'Europa nei confronti delle minoranze religiose, come dimostra la decisione dell'8 ottobre 1997 della Corte di Cassazione a riguardo di Scientology, come pure il riconoscimento ufficiale concesso ad altre religioni minoritarie. Il governo italiano (o almeno la Corte di Cassazione) ha una posizione paragonabile alla legislazione statunitense, e cioè che non è possibile suddividere le religioni tra quelle degne di fiducia e quelle fraudolente. È vero che nel febbraio 1998 il Ministero degli Interni italiano ha pubblicato un rapporto sulle Sette religiose e nuovi movimenti magici in Italia, che include critiche ad alcune Chiese evangeliche minoritarie, ma questo rapporto, in parte discutibile, è molto piú moderato di analoghi documenti di altri Paesi europei, e non propone misure speciali contro le cosiddette "sette". Secondo la citata sentenza del 1997 della Corte di Cassazione, infatti, ogni definizione rigida della religione è destinata a rivelarsi effimera e avrebbe l'effetto di limitare la libertà religiosa.

 

7. Approfondimenti su alcuni aspetti dottrinali in relazione alla fede cattolica

Non è semplice presentare la dottrina dei Testimoni di Geova perché è dispersa in moltissime pubblicazioni ed è tutt'altro che organica e definita, anzi è in continua evoluzione secondo i tempi e le circostanze (la cosiddetta "rivelazione progressiva"). Insieme ad alcune verità essa contiene un miscuglio di affermazioni talvolta strane, contraddittorie, perfino ridicole, e autentiche eresie teologiche, in aperto contrasto con la dottrina cattolica. In particolare, i Testimoni di Geova sono dominati dall'ossessione di Satana, che secondo loro domina il mondo mediante la politica, il commercio e le religioni, specialmente quella cattolica e protestante. Inoltre sono convinti che la fine del mondo sia imminente: fra non molto Geova distruggerà questo "malvagio sistema di cose", cioè gli stati, i governi, le religioni, e tutti gli uomini infedeli.

 

 

7.1. La Bibbia

I Testimoni di Geova affermano che la loro dottrina è fondata esclusivamente sulla Bibbia. Essi rifiutano in partenza la Tradizione vivente della Chiesa (per esempio la liturgia, l'insegnamento dei Padri della Chiesa, le riflessioni dei teologi attraverso i secoli...), che invece è fonte di verità parallela alla Sacra Scrittura. Ma il punto fondamentale è capire quale sia la loro Bibbia. Quella originale, scritta in ebraico e in greco? O una sua traduzione fatta da esperti esegeti e filologi? No, la Bibbia da loro offerta è una traduzione dall'inglese! Essi la intitolano Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture. Dalla versione inglese del 1961 e con fedele consultazione degli antichi testi ebraico e greco (Brooklyn 1967). Si tratta dunque della traduzione di una traduzione con un titolo a dir poco insolito. Quel che è piú grave è che essa viene volutamente falsificata in piú punti a dimostrare che essi non vi cercano la verità rivelata da Dio ma il sostegno delle loro teorie ignorando volutamente gli studi scientifici e storici dei piú esperti biblisti, sia cattolici che protestanti.

I Testimoni di Geova hanno un metodo del tutto contraddittorio e antiscientifico di spiegare la Bibbia. Sostengono ancora il principio, ormai universalmente rifiutato da tutte le grandi confessioni cristiane e da tutti gli studiosi autorevoli, che essa va interpretata alla lettera, inclusi i numeri e le date che contiene, soprattutto quelle del libro del profeta Daniele e dell'Apocalisse, senza tener conto che tali scritti si avvalgono di un linguaggio simbolico (genere letterario apocalittico) che non può essere inteso alla lettera quasi comunicassero banali dati di cronaca. Invece - contraddicendosi - là dove l'interpretazione letterale urta contro le loro teorie ricorrono all'interpretazione simbolica. Perfino tutte le scoperte scientifiche in contrasto con le loro interpretazioni (per esempio circa l'età della terra, l'origine della vita e dell'uomo) vengono respinte a dir poco come blasfeme.

I Testimoni di Geova vengono indottrinati soprattutto dal periodico "La Torre di Guardia", fonte quasi esclusiva della loro verità. Una verità alquanto mutevole, se già Rutherford contraddiceva le interpretazioni di Russell, e poi Knorr quelle di Rutherford. Un fatto è certo: la gran massa dei Testimoni di Geova ha una scarsa preparazione culturale e ancor meno biblica: vengono preparati a citare a memoria frasi staccate dal contesto per far dire a quelle parole ciò che esse non dicono affatto sostenendo che ognuno deve leggere e interpretare la Bibbia privatamente. Nei fatti però impongono una loro interpretazione tanto piú dogmatica quanto priva di attendibilità. Noi rispondiamo che il metodo piú onesto e sicuro è quello di studiare la Bibbia sui testi originali o almeno su una traduzione affermata e garantita da specialisti autorevoli. Un esempio di traduzione affidabile è dato dalla Bibbia CEI, che si usa in Italia nelle celebrazioni liturgiche cattoliche; oppure dalla traduzione cosiddetta "interconfessionale" (preparata cioè da esperti delle varie confessioni cristiane, inclusi gli ebrei per l'AT), pubblicata nel 1985 dalla Elle Di Ci - ABU (Alleanza Biblica Universale). È necessario inoltre disporre di un buon commento che aiuti a capire la Parola di Dio e a farne norma di vita. Ce ne sono moltissimi in commercio, per ogni livello culturale, e sono indispensabili dato il bagaglio culturale davvero notevole che occorre per una seria comprensione della Scrittura (storia, esegesi storico-critica, filologia, archeologia, conoscenza della lingua ebraica, aramaica e greca, teologia, filosofia, etc...).

 

7.2. La dottrina trinitaria

I Testimoni di Geova rifiutano la dottrina trinitaria che accomuna universalmente cattolici, ortodossi e protestanti. Essi sostengono che credere in un Dio in tre persone equivarrebbe a credere in "tre dèi" e ciò sarebbe un residuo di paganesimo. Infatti, affermano, la Sacra Scrittura non ne parla affatto. Gesú Cristo, infatti, secondo loro non è Dio, né lo Spirito Santo lo è, infatti, esso sarebbe soltanto la "forza attiva di Dio". Sia la teologia cattolica, come pure quella ortodossa e protestante, sostengono che nell'Antico Testamento il mistero della Trinità restava nell'ombra, quanto al Nuovo il termine "Trinità" non compare ma ne è rivelata chiaramente l'essenza. II termine "Trinità", infatti, fu formulato dalla riflessione teologica alla fine del II secolo, in opposizione alle eresie che cominciavano a serpeggiare. In sintesi, si può dire che nel Nuovo Testamento Padre, Figlio e Spirito Santo risultano persone nettamente distinte, con interventi e azioni che competono unicamente a Dio. Tre persone, ma una sola natura: un solo Dio. Il Simbolo attribuito a Sant'Atanasio recita:

«La fede cattolica è questa: che veneriamo un unico Dio nella Trinità e la Trinità nell'unità. Senza confondere le persone e senza separare la sostanza. Una è infatti la persona del Padre, altra quella del Figlio ed altra quella dello Spirito Santo. Ma Padre, Figlio e Spirito Santo hanno una sola divinità, uguale gloria, coeterna maestà. Quale è il Padre, tale è il Figlio, tale lo Spirito Santo. Increato il Padre, increato il Figlio, increato lo Spirito Santo. Immenso il Padre, immenso il Figlio, immenso lo Spirito Santo. Eterno il Padre, eterno il Figlio, eterno lo Spirito Santo. E tuttavia non vi sono tre eterni, ma un solo eterno».

Le prove scritturistiche al riguardo non mancano. Basti ricordare il battesimo di Gesú: i primi tre evangelisti attestano che dopo di esso lo Spirito discese su Gesú come una colomba, e si sentí una vосe dal cielo: «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto» (Mc 1,10 ss.; Mt 3,16 ss.; Lc 3,21 ss.). La formula del battesimo riferita da Matteo esprime la fede trinitaria della Chiesa primitiva: «Ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28,19). San Paolo chiude la sua seconda lettera ai cristiani di Corinto scrivendo: «La grazia del Signore Gesú Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi» (2Cor 13,13).

La natura divina - oltre che umana - di Cristo verrà approfondita a parte, quanto alla natura divina dello Spirito Santo è vero che nell'Antico Testamento l'espressione "Spirito di Iahvè" significa la potenza con cui Dio agisce ed è un dono comunicato in particolare ad alcune persone (come i re e i profeti), ma nel Nuovo Testamento indica chiaramente una persona divina, distinta dal Padre e dal Figlio. Ai passi già citati è possibile aggiungerne uno degli Atti degli apostoli (At 5,3 ss.) dove Pietro rimprovera Anania perché ha cercato di «mentire allo Spirito Santo», e gli dice: «Tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio» (cfr. At 5,4), il che equivale ad affermare che lo Spirito Santo è Dio. Quando l'apostolo Giovanni riporta le promesse di Gesú scrive: «lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto» (Gv 14,26); «lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future» (Gv 16,13); «pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre» (Gv 14,16) in quanto Dio, proprio come Gesú (cfr. Mt 28,20).

Gesú Cristo ha dunque rivelato con chiarezza il mistero trinitario. Che poi si tratti di un Dio solo, lo afferma altrettanto chiaramente quando dice: «Io e il Padre siamo una cosa sola» (Gv 10,30; 14,9). E il battesimo viene conferito nel nome di un solo Dio in tre persone (cfr. Mt 28,19). Resta certamente un mistero impenetrabile, trascendente appunto, quello della Trinità, perché del tutto superiore alle capacità della nostra ragione, tuttavia lo crediamo perché rivelato da Dio, che è la verità assoluta; anzi, in certo qual senso riusciamo a farcene una ragione: se Dio è Amore per essenza (1Gv 4,8) non può essere "solitario", perché allora non avrebbe nessuno da amare, né può trovare in altri fuori da lui - ossia nelle creature - la ragione della sua essenza, poiché - se cosí fosse - non sarebbe Dio. Il mistero della Trinità, in modo tutto peculiare, richiede di essere contemplato in questa ottica superna di fede e di amore.

 

7.3. La divinità di Cristo

I Testimoni di Geova definiscono Cristo come un uomo perfetto, creato da Geova prima di tutte le cose, poi trasferito nel grembo di Maria... oppure un angelo, anzi l'arcangelo Michele... ma di sicuro non la seconda persona della Trinità. Russell scrisse: «Gesú è un dio, ma non Geova Iddio». E Rutherford aggiunse: «Alcuni affermano che Gesú Cristo sulla terra era vero Dio e vero uomo. Questa teoria è errata». Affermazione gravissima questa perché negare la divinità di Gesú Cristo significa distruggere radicalmente il cristianesimo; significa cancellare il vero senso dell'incarnazione di Cristo, della sua passione e morte e della sua risurrezione. Se Gesú Cristo non è Dio, la nostra fede in lui non ha senso. I suoi insegnamenti non sarebbero piú "Parola di Dio" ma semplice parola umana, per quanto ammirevole. E se cosí fosse l'umanità non sarebbe stata affatto redenta dal male e dalla morte. E «se i morti non risorgono, mangiamo e beviamo, perché domani moriremo. Non lasciatevi ingannare: "Le cattive compagnie corrompono i buoni costumi". Ritornate in voi, come conviene, e non peccate! Alcuni infatti dimostrano di non conoscere Dio; ve lo dico a vostra vergogna"» (1Cor 15,32-34). In conclusione, se cosí fosse - come dice l'apostolo Paolo - noi cristiani saremmo «i piú infelici di tutti gli uomini» (1Cor 15,19).

Tutto il Nuovo Testamento invece è una chiara documentazione della divinità di Cristo, a cominciare dal meraviglioso inizio del Vangelo di Giovanni: «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio» (Gv 1,1). Egli stesso afferma: «Io e il Padre siamo una cosa sola» (Gv 10,30); «Chi ha visto me ha visto il Padre» (Gv 14,9). I suoi avversari lo accusano proprio di proclamarsi Dio: «Tu che sei uomo ti fai Dio» (Gv 10,33). E Giovanni conclude il suo Vangelo affermando di averlo scritto «perché crediate che Gesú è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché credendo abbiate la vita nel suo nome» (Gv 20,31). Lo stesso scrivono tutti gli altri evangelisti, documentando che Gesú ha compiuto opere che solo Dio può compiere: guarí i malati, risuscitò i morti, dominò i venti e le tempeste, rimise i peccati... E il mistero della risurrezione è la prova piú decisiva della sua divinità, vittoriosa anche sulla morte. Anche i Testimoni di Geova ammettono che Cristo è risuscitato, ma solo per opera di Geova, e «come persona spirituale e non con il corpo carnale»; «non ricevette di nuovo la vita umana, perché questo sarebbe stato riprendersi il prezzo del riscatto». Ma basta leggere con attenzione il Vangelo (Gv 20,19-29; Lc 24,36-43) per comprendere come Gesú sia risorto per virtú propria, in quanto Dio, e con il suo vero corpo glorificato, quello che aveva prima di morire: «Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio» (Gv 10,17-18).

Negata la divinità di Gesú Cristo, per i Testimoni di Geova la redenzione si riduce a una sorta di riscatto a modo di commercio: Gesú ha dato la vita per "ricomprare" da Geova il paradiso perduto e ristabilirlo su questa terra, beninteso solo per i Testimoni di Geova. Non cosí il Nuovo Testamento che afferma ripetutamente che Gesú Cristo è morto per liberarci dai nostri peccati e per ricondurci a Dio (1Pt 3,18), per darci «la vita» (Gv 12,24; 14,19), cioè per ristabilirci in un rapporto di amicizia con Dio e donare a tutti la vita divina ossia la felicità vera.

Come possono dunque i Testimoni di Geova a negare la divinità di Cristo, cosí chiaramente attestata dalla Sacra Scrittura? Lo fanno - duole dirlo, data la gravità della cosa - con il sistema piú volte constatato e che è loro tipico: alterando i testi, cambiando la punteggiatura, sostituendo alcune parole, modificando i tempi dei verbi, etc... (se ne possono reperire innumerevoli prove per es. nel testo di Bibini G., Risposta ai Testimoni di Geova, Elle Di Ci, Leumann (Torino) 1981, 85 ss.). La Watch Tower inoltre rifiuta di distinguere ciò che nei Vangeli si riferisce a Gesú in quanto uomo da ciò che si riferisce a lui in quanto Dio. Cosí sostengono che Gesú non è Dio perché disse che alcune cose non erano conosciute né da lui, né dagli angeli, ma solo da Dio (Mc 13,32); perché nel Getsemani invocò il Padre affinché lo aiutasse (Lc 22,41); perché disse che il Padre era piú grande di lui (Gv 14,28); e morendo in croce si sentí abbandonato da Dio (Mt 27,46). In ultimo egli morí in croce, e Dio non può morire... Ma è chiaro che tutte queste espressioni (e altre) si riferiscono a Gesú in quanto uomo. È la natura umana di Gesú che è soggetta al dolore, alla morte, etc... È Gesú in quanto uomo che è inferiore al Padre e sottomesso a lui, si raccomanda a lui, etc...

I cristiani, tanto cattolici quanto ortodossi e protestanti (sempre relativamente alle grandi confessioni) credono fermamente che in Gesú Cristo «abita corporalmente tutta la pienezza della divinità» (Col 2,9), come afferma splendidamente l'apostolo Paolo. Egli è «Dio da Dio, Dio vero da Dio vero», come lo definisce il Concilio di Nicea nell'anno 325. In Gesú Cristo «abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati» (Ef 1,7). E Pietro assicura: «In nessun altro c'è salvezza; infatti, non vi è altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale sia stabilito che possiamo essere salvati» (At 4,12). Perciò siamo cristiani, ossia veri testimoni di Gesú Cristo.

 

 

7.4. La dottrina escatologica

I Testimoni di Geova affermano che con la morte finisce tutto: con il corpo muore anche l'anima, né piú né meno come succede agli animali. Perciò sarebbe inutile ricordare i defunti o pregare per loro. Geova risuscita soltanto, in epoche diverse, alcuni privilegiati: sarebbero già risorti i grandi personaggi dell'Antico Testamento, gli Apostoli e i Testimoni di Geova piú meritevoli. La fine del mondo sarebbe imminente, anzi, è già cominciata nel 1914, secondo la solenne profezia di Russell. Ne costituirebbero un segno le guerre, le carestie, i terremoti e i delitti di ogni genere che imperversano. Presto avverrà una grande battaglia (detta di Armaghedon) nella quale Geova distruggerà «l'impero mondiale della religione babilonica» e «l'empia trinità di Satana», cioè il potere politico, commerciale e religioso (a cominciare dalla religione cattolica). Per sterminare i malvagi Geova si servirà di forze angeliche comandate da Michele-Gesú. Tra i malvagi distrutti ci saranno tutti i regni della terra con i loro governanti e tutti i seguaci della "falsa religione". I Testimoni superstiti, per sette mesi, dovranno purificare la terra dai cadaveri dei "malvagi" cosí sterminati. Da quella strage immensa scamperanno solo i Testimoni di Geova e risorgeranno solo gli uomini giudicati "meritevoli". Allora avrà inizio il "regno millenario" di felicità sulla terra, governato dal Cielo da Gesú Cristo e dai suoi 144.000 eletti.

Trascorsi i sette mesi, comincerà il "millennio", un periodo di mille anni in cui Satana sarà "legato" e Gesú Cristo avrà il governo del mondo. Nel millennio non ci saranno guerre, corruzione, fame e malattie; non si morirà piú e gli uomini sopravvissuti ad Armaghedon potranno continuare ad avere figli. Alla fine del millennio, Satana sarà slegato e cercherà di tentare di nuovo gli uomini. Quelli che seguiranno Satana saranno distrutti insieme con lui. Invece quelli che saranno stati fedeli a Geova nell'ultima prova vivranno per sempre su una terra paradisiaca. Su questa terra paradisiaca, nessuno sarà malato, nessuno invecchierà - e chi è vecchio tornerà giovane - e nessuno morirà. Anche gli animali pericolosi diventeranno pacifici. Anche le persone che ora sono morte (naturalmente solo se appartenenti a Geova) potranno vivere nella terra paradisiaca perché torneranno in vita. «La bellezza della terra paradisiaca non sarà deturpata da agenzie di pompe funebri, cimiteri e tombe» (L1990, p. 164 ss.). Ma non sarà ancora la perfezione: passati i mille anni Geova annienterà gli ostinati che oseranno ancora resistergli e finalmente la "grande folla" dei Testimoni di Geova godrà la felicità perfetta ed eterna su questa terra diventata un paradiso.

Ma chi sono i veri "eletti", ossia gli unici che avranno il privilegio di entrare nel regno celeste di Geova? In altri termini i 144.000? In base alla discutibile interpretazione di un passo dell'Apocalisse (Ap 7,4) si tratterebbe di soli maschi adulti (esclusi quindi i bambini e le donne) che hanno vissuto alla perfezione la dottrina dei Testimoni di Geova. Oggi questo numero è quasi completo: resterebbero meno di 10.000 posti, in parte destinati ai dirigenti di Brooklyn... Come commentare questa - a dir poco - stravagante dottrina? Che è totalmente contraria alla rivelazione divina. Essa si basa sulla falsificazione sistematica e sull'interpretazione del tutto arbitraria della Sacra Scrittura e rinnega tre verità fondamentali della fede: l'immortalità dell'anima, la risurrezione universale, la possibilità di salvezza, e quindi di felicità eterna, offerta a tutti gli esseri umani e non solo a un gruppo di privilegiati. Ecco alcuni passi del Nuovo Testamento che affermano queste verità. Confutando i sadducei che negavano la risurrezione, Gesú Cristo dice: «Mosè... chiama il Signore Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi, perché tutti vivono per lui» (Lc 20,37 ss.), cioè vivono oltre la morte. In croce assicura al ladrone pentito il premio subito dopo la morte: «Oggi sarai con me nel paradiso» (Lc 23,43). E prima di spirare esclama: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23,46). Cosí le ultime parole di Stefano, martire di Cristo: «Signore Gesú, accogli il mio spirito» (At 7,59).

San Paolo desidera morire «per essere con Cristo» (Fil 1,23), e dice che per lui la morte è «un guadagno» (Fil l,21-24; cfr. 2Tm 4,6-8). Ma come sarebbe potuto andare con Cristo e conseguire un guadagno se con la morte fosse tutto finito? Gesú ripete con insistenza l'ammonimento a tenerci pronti alla morte, perché ad essa seguirà il giudizio, dopo il quale «i giusti andranno alla vita eterna e i malvagi al supplizio eterno» (cfr. Mt 25,46). È sufficiente rileggere la parabola della zizzania (Mt 13,41-43.48-50); del ricco epulone (Lc 16,19-31); delle giovani stolte (Mt 25,l-13); del servo indolente (Lc 19,11-28); e soprattutto quella del giudizio finale (Mt 25,31-46) per capire come Gesú Cristo ci assicuri non solo circa un'altra vita, ma anche circa l'inferno, cioè la separazione eterna dall'amore di Dio per coloro che hanno rifiutato ostinatamente il suo amore fino alla fine. Dio però, afferma decisamente san Paolo, «vuole che tutti gli uomini siano salvati» (1Tm 2,4). E Gesú stesso afferma: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna, e io lo risusciterò nell'ultimo giorno» (Gv 6,54).

Quanto ai 144.000 eletti di cui sopra, si noti che nell'Apocalisse quel numero sta a significare le 12 tribú dell'antico Israele, come simbolo della totalità del popolo di Dio (12 per 12 per 1000). E le parole che seguono non si riferiscono certo alla presunta «grande folla» dei Testimoni di Geova, ma alla vera moltitudine, innumerevole e universale, di tutti gli uomini redenti da Cristo, Figlio di Dio, e salvati mediante la fede in lui: «Dopo di ciò apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani» (Ap 7,9). Non si può non sottolineare la profonda diversità fra il Dio rivelato da Gesú Cristo - Dio di bontà e di misericordia senza confini - dal Geova classista e spietato del Corpo direttivo di Brooklyn.

 

7.5. La dottrina mariana e il culto dei santi

Negando la divinità di Gesú Cristo, logicamente i Testimoni di Geova negano che Maria si possa dire «madre di Dio» (ossia madre - secondo la natura umana - di un essere umano la cui persona tuttavia è divina). Aggiungono che se essa fu vergine nell'incarnazione di Gesú, non lo fu piú in seguito, perché avrebbe avuto altri figli, "fratellastri e sorellastre di Gesú". E con la perpetua verginità negano anche la concezione immacolata di Maria. La devozione alla Madonna, il ricorso alla sua intercessione e perfino la venerazione della sua immagine non sono assolutamente ammessi dai Testimoni di Geova. La Chiesa ha sempre presentato Gesú quale unico Mediatore fra Dio e gli uomini. Secondo la dottrina cattolica, infatti, il culto alla Madonna e ai Santi non si frappone certamente fra Dio e l'uomo, ma è solo un mezzo per aiutarci nel cammino verso Cristo, verso Dio. Come Gesú é via al Padre, cosí la Madonna e i Santi sono via all'unico Mediatore Gesú. Si tratta, quindi, di mediazione pienamente subordinata a quella di Gesú. È la legge dell'amore del Corpo Mistico di Cristo che richiede che le membra si aiutano e si sostengano a vicenda, pur dipendendo tutte dall'unico capo che è Gesú. Se già l'apostolo Paolo si raccomandava alle preghiere dei primi cristiani (Rm 15,30) tanto piú noi possiamo e dobbiamo raccomandarci all'intercessione della Beata Vergine e dei Santi. Come dimenticare del resto le antichissime antifone mariane dei primi secoli, le stupende preghiere alla Madre di Dio lasciateci dai Padri, la presenza del suo nome (con quello di alcuni Santi) nei primi Canoni della celebrazione eucaristica? I Testimoni di Geova calpestano il Vangelo e la Tradizione viva di due millenni di fede cristiana negando la sua divina maternità, negando la concezione verginale di Gesú, negando la sua perpetua verginità. Si oppongono alla verità del Vangelo, secondo cui la Madonna è Madre soltanto di Gesú, e solo Gesú viene chiamato "figlio di Maria", nessun altro, infatti, neppure i cosiddetti "fratelli di Gesú", i quali vengono chiamati "fratelli" unicamente per l'assenza del termine specifico "cugini" nelle lingue ebraica e aramaica. Essi negano dunque qualsiasi influsso corredentivo, negano la maternità spirituale, negano la mediazione delle grazie e - come già detto - negano l'Immacolata Concezione e l'Assunzione. Non occorre fermarsi ulteriormente a confutare queste eresie perché è facile trovare testi che espongano approfonditamente la fede cattolica sul dogma mariano. Vale la pena notare di passaggio che la dottrina dei Testimoni di Geova è - fra l'altro - chiaramente venata di disprezzo nei confronti della donna.

 

7.6. In merito alla Chiesa cattolica

I Testimoni di Geova non hanno mai nascosto la loro profonda avversione alla Chiesa cattolica. Rutherford la definí "il principale nemico visibile di Dio, il piú grande e peggior nemico pubblico". E Knorr la indicò come: "la grande prostituta", "Babilonia la grande", per tacere di altre discutibili definizioni. Non di rado i Testimoni chiedono di essere cancellati dal registro dei battesimi delle loro parrocchie in obbedienza a un ordine perentorio dei loro capi: "Dobbiamo separarci nettamente da ogni organizzazione di Babilonia la Grande [= la Chiesa cattolica]. Dobbiamo smettere di partecipare alle loro attività. Dobbiamo comunicare loro che ci ritiriamo dalla loro organizzazione". questi sono i motivi spesso addotti a giustificazione di un gesto che si configura come formale apostasia dalla Chiesa cattolica.

I Testimoni di Geova affermano che Gesú Cristo non ha fondato la Chiesa e non ha scelto Pietro come suo capo visibile. Ignorano di proposito l'esplicita dichiarazione evangelica: «Tu sei Pietro, e su questa pietra io edificherò la mia Chiesa... A te darò le chiavi del regno» (Mt 16,18 ss.). Non dimentichiamo che Cristo stesso ha chiamato Simone «Kefa», che significa pietra, roccia: «Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa» (Mt 16,18). La volontà salvifica universale di Dio fa parte del perenne magistero della Chiesa: tutti gli uomini sono chiamati a far parte di essa e ad abbracciare la salvezza, e non solo alcuni, come affermano i Testimoni di Geova, perché soltanto nel nome di Gesú Cristo possiamo essere salvati (cfr. At 4,12; Gal 1,8; Tt 3,10; Gv 2,10); e solo vivendo in comunione con i pastori legittimi della Chiesa e aderendo al magistero autentico siamo certi di essere in comunione con Cristo. Egli ha detto ai suoi Apostoli: «Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me e colui che mi ha mandato» (Lc 10,16).

I Testimoni di Geova, sorti fra i ben noti equivoci che ancora li caratterizzano, ignorano e disprezzano venti secoli di storia della Chiesa cattolica. Una storia non certo priva di ombre e di manchevolezze, perché sempre fatta da uomini con i loro limiti, ma estremamente ricca dei frutti dello Spirito. Da venti secoli la Chiesa lavora per l'elevazione materiale e spirituale dell'umanità, maestra di verità e madre di bontà verso tutti, a cominciare dai piú poveri e sofferenti. Lo dimostra la lunghissima e ininterrotta scia di santità che illumina un arco di due millenni di storia. Come non ricordare i grandi Agostino d'Ippona, Benedetto da Norcia, Francesco d'Assisi, Vincenzo de' Paoli, Giuseppe Cottolengo, Giovanni Bosco, solo per fare qualche nome? E recentemente madre Teresa di Calcutta non è forse un segno luminosissimo della verità e della carità della Chiesa di Cristo? Hanno mai espresso - i Testimoni di Geova - figure anche solo lontanamente paragonabili a queste?

Quanto ai sacramenti, i Testimoni di Geova li rifiutano tutti, appunto perché negano la Trinità, la divinità di Cristo e la vera dottrina della redenzione. Praticano soltanto una forma di battesimo, senza alcun valore sacramentale, non come segno esterno di una purificazione interiore, bensí come dimostrazione pubblica che la persona sí è "dedicata a Geova per fare la sua volontà". Rifiutano l'Eucaristia, e quindi la Messa, perché, falsificando come al solito il testo evangelico, sostengono che Gesú non ha detto: «Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue» (Mt 26,28; Mc 14,24) ma: «Questo significa il mio corpo, questo significa il mio sangue». Di fatto, celebrano solo una volta l'anno la "commemorazione" dell'ultima cena e della morte di Gesú: un semplice ricordo che non ha alcun valore sacramentale.

Per i Testimoni di Geova tutte le feste cristiane, la devozione ai Santi, la preghiera per i defunti, il culto della Croce, sono idolatrie di origine pagana. Rifiutano il Papa, successore di Pietro, i vescovi, successori degli apostoli, e i sacerdoti loro collaboratori, ma prestano cieca obbedienza ai dirigenti di Brooklyn e questo contro ogni logica non solo teologica ma perfino storica e scientifica. Per averne un'idea basti vedere la loro assurda disputa storica sulla datazione della distruzione di Gerusalemme, la loro ostinazione nel rifiutare le trasfusioni di sangue, le innumerevoli falsificazioni in campo esegetico, frutto dell'ignoranza delle piú elementari nozioni di lingua ebraica. ma l'elenco sarebbe ben piú lungo. Quella dei testimoni di Geova è una setta che esclude ogni rapporto filiale con Dio, ogni comunione autentica con Cristo, ogni certezza di perdono, ogni compassione per l'umana debolezza, spesso anche di fronte alla morte. Una "religione" - se cosí può definirsi - totalmente diversa da quella che emerge dal Vangelo, dalla persona di Cristo. A prescindere da un distaccato approccio fenomenologico essa è piuttosto una "negazione" della religione cristiana, ciò che è senz'altro vero da un punto di vista teologico.

 

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7.7. Alcune questioni particolari

I Testimoni di Geova impongono il totale disimpegno anche da ogni legittima e onesta attività politica, sociale (comprese le elezioni di qualunque genere) e perfino dal commercio. Secondo loro la religione (soprattutto quella cattolica), la politica e il commercio sono "l'empia trinità di Satana". Siccome l'attuale "sistema malvagio di cose" sarà presto (1878, 1914, 1925, 1975)... distrutto da Geova che instaurerà un "nuovo mondo ideale", pieno di felicità, i Testimoni di Geova devono limitarsi a osservare le leggi dello Stato che non siano in contrasto con la loro dottrina e con i loro interessi. Eppure è scritto chiaramente che «la fede senza le opere è morta» (Gc 2,26), come ricorda san Giacomo. E tra le opere non c'è forse anche la collaborazione al progresso della vita civile e sociale? Non è forse vero che nel Vangelo sta scritto: «Date a Cesare quello che è di Cesare» (Mc 12,13)? Quanto al commercio, i Testimoni di Geova sono fra i primi ad esercitarlo in forme assai lucrose e con metodi tutt'altro che evangelici. Come si deduce dai loro stessi resoconti, la centrale di Brooklyn dispone di somme ingentissime ricavate dalla vendita delle pubblicazioni, dai "contributi volontari" e dalle donazioni, cose tutte che vengono definite "sataniche" solo quando sono a vantaggio della Chiesa cattolica. Altra accusa tipica dei Testimoni è che papi, vescovi e cappellani militari "benedicono le armi che servono per uccidere". Eppure dai rituali liturgici cattolici risulta evidente che oggetto della benedizione sono sempre le persone e mai le armi in quanto tali. Di sicuro, se si fosse dato ascolto alla voce di papi come Benedetto XV e Pio XII non sarebbero scoppiate né la Prima né la Seconda guerra mondiale. Giovanni XXIII, autore della famosa Pacem in terris, contribuí nel 1962 a salvare la pace gravemente minacciata dalla crisi cubana. Fu Paolo VI poi a indire la giornata mondiale per la pace, cosí spesso difesa e invocata anche da Giovanni Paolo II, in innumerevoli occasioni. Ma i Testimoni di Geova - come è noto - leggono la storia in un modo che è decisamente loro proprio, se non esclusivo.

Infine, come già detto, è noto che i Testimoni di Geova rifiutano le trasfusioni di sangue. È un ordine che venne impartito da Knorr nel 1945, da allora preferiscono morire e lasciar morire anche le persone piú care piuttosto che avvalersi di una pratica medica universalmente accettata e che non pone alcuna problematica di ordine morale. La stampa ha piú volte riferito a questo proposito fatti drammatici. Questa ostinazione è motivata ancora una volta dalla loro interpretazione letterale della Bibbia. L'Antico Testamento identificava il sangue con la vita, e lo riteneva sacro, perciò riservato a Dio solo. Per questo motivo le antiche leggi ebraiche vietavano assolutamente di mangiare il sangue degli animali uccisi. Questo divieto fu rispettato ancora nei primi tempi del cristianesimo (cfr. At 15,19 ss.) ma piú che altro per una questione di riguardo nei confronti dei cristiani provenienti dall'ebraismo. È chiaro che grazie alla redenzione di Cristo tutte le prescrizioni giuridiche della legge antica sono decadute e non hanno piú motivo di essere mantenute (cfr. Ef 2,15). Ora secondo i Testimoni di Geova la trasfusione equivarrebbe ad assumere, perciò a "mangiare il sangue"! Non pochi di loro capiscono l'assurdità di tale divieto, ma lo sostengono ugualmente trincerandosi dietro il fatto che anche dopo le trasfusioni molti ammalati muoiono, oppure lo trasgrediscono, ma convinti di commettere un grave peccato! Il peccato invece - questo sí di una gravità eccezionale - sta nella morte di un essere umano innocente al quale invece sarebbe dovuta ogni possibile assistenza medica.

C'è un altro aspetto del geovismo che non si può non segnalare, ed è che esso induce a rompere ogni rapporto "umano" e a considerare estranei e da evitare tutti coloro che non appartengono alla setta, siano essi non solo parenti stretti e amici un tempo carissimi, ma anche il marito, la moglie e i figli, per cui nelle famiglie che non sono tutte formate da geovisti avvengono rotture e scissioni crudeli e inumane. Il nuovo adepto può trovare calore affettivo e amicizia soltanto all'interno del movimento geovista e le prime volte che frequenta la Sala del Regno ne è addirittura travolto (love bombing): e i suoi veri "fratelli" sono - devono essere - solo gli altri geovisti. Tutte le altre persone, in primo luogo i cattolici, sono estranee e nemiche e con esse non bisogna avere nulla a che fare. È questo spirito "settario" che rende estremamente difficile ogni dialogo con loro. Tuttavia ciò che sta alla radice di ogni aspetto deprecabile nel geovismo è la concezione stessa di Dio. Geova riconosce come "suoi" soltanto i Testimoni e solamente per essi ha preparato la "terra paradisiaca", nella quale potranno vivere eternamente felici. Per tutti gli altri uomini sono riservate la distruzione e lo sterminio nella prossima battaglia di Armaghedon. Un Dio sterminatore dunque! E come potrebbe l'"essere divino" - con tutta la bellezza e la santità che questa definizione racchiude - negare una banale trasfusione di sangue ad un bambino che senza di essa è condannato a morire? Eppure è questo che - secondo i Testimoni - Geova vuole e comanda, pena l'espulsione dal gregge dei salvati. Quale tipo di "dio" sarebbe un "dio" che comandasse una cosa simile? Ma è fin troppo evidente che in casi come questi - lungi dall'ambito del divino - siamo nell'ambito del demoniaco.

 

8. Le ragioni di un successo

Come spiegare allora lo zelo missionario dei Testimoni di Geova e il loro relativo successo? Ci sono molte ragioni umane - molto terrene a dire il vero - che ne danno una spiegazione. Sono le cospicue risorse finanziarie con cui possono sostenere la stampa e la propaganda; il proselitismo metodico, insistente, astuto dei numerosi "pionieri" e "proclamatori" appositamente preparati; il clima di fanatismo e terrorismo ideologico e religioso che inibisce ogni critica, ogni studio serio e approfondito della Bibbia e che minaccia l'eterno castigo a chi abbandona la setta. "Si salvano soltanto i predicatori zelanti - affermano i loro capi (lo Schiavo fedele e discreto) -, quelli che dedicano piú ore alla propaganda e a distribuire la stampa".

Il loro messaggio esercita poi un certo fascino perché toglie ogni mistero per questa vita e per l'altra, dispensa da ogni pratica religiosa, dà la certezza di diventare un "eletto" destinato alla felicità eterna nelle forme concrete di questa vita e tutto ciò a breve scadenza... In Italia il successo è dovuto spesso all'ignoranza religiosa, alla scarsissima conoscenza della Bibbia e anche a un diffuso anticlericalismo, per cui viene accettato anche per vero quanto di falso e di calunnioso i Testimoni di Geova affermano contro la Chiesa cattolica. Tuttavia i risultati raggiunti dai Testimoni hanno richiesto un costo altissimo. Dai loro ultimi Annuari si ricava che ogni nuovo adepto è costato in media qualche migliaio ore di predicazione e non sono pochi i membri che lasciano la setta. Dalle loro statistiche si desume che nel decennio 1970-1980 i nuovi "battezzati" sono stati 1.743.484 mentre i Testimoni di Geova sono aumentati solo di 790.621. Come si spiega questa differenza? Pur tenendo conto di una percentuale di morti, bisogna concludere che in quel decennio circa 900.000 Testimoni di Geova si sono allontanati dalla setta. Il ritorno alla fede e alla pratica religiosa cattolica è sempre sentito come la liberazione da un incubo e desta gioia profonda.

 

9. Conclusioni

Dai dati storici e teologici - accessibili a chiunque sia disposto a fare una ricerca seria - è inevitabile concludere che i Testimoni di Geova non vengono da Dio, ma da uomini del secolo scorso dalla vita tutt'altro che esemplare e che non sono assolutamente fondati né sulla Parola di Dio, né sulla testimonianza apostolica. È importante ribadire che non sono nemmeno cristiani - ciò che è rimarcato anche dalle chiese ortodosse e protestanti -, essi negano, infatti, i due principali dogmi cristiani, senza i quali il cristianesimo non esiste: la Trinità e la divinità di Gesú, Figlio di Dio fatto uomo. Affermano, infatti, che la Trinità non è un insegnamento biblico, ma "babilonico" sostenendo che «molto prima che Gesú venisse sulla terra, triade o trinità di Dio erano anticamente adorate in Paesi come l'Egitto e Babilonia» (L1990, p. 40 ss.). Affermano che Gesú non è Dio, ma è la prima creatura di Dio e lo identificano con l'arcangelo Michele, per cui parlano di Michele-Gesú, cioè l'unica creatura di Dio, perché tutto il resto della creazione venne alla luce per mezzo di lui quale "principale Agente di Geova". Il 14 di Nisan dell'anno 33, Gesú, che Geova aveva fatto incarnare per compensare col suo sacrificio il peccato di Adamo, fu messo a morte dai suoi nemici: non però crocifisso, ma appeso a un palo di tortura, a un "legno". Da qui l'odio dei geovisti per la croce, simbolo, a loro avviso, pre-cristiano e pagano, non associabile alla missione redentrice di Gesú. Gesú - sostengono - risuscitò, non con il suo vero corpo, che fu eliminato da Geova, bensí con un corpo spirituale. Egli è "unto" come re del regno di Dio ma non è ancora venuto il tempo in cui eserciterà la sua dignità regale. Tale tempo però è imminente. Invece, lo Spirito Santo non è Dio, ma "è la forza attiva di Dio" (L1990, p. 40).

La "bibbia" che propongono venne tradotta sotto la direzione di Knorr con gravi infedeltà nei confronti dei testi originali, in funzione anticristiana e soprattutto anticattolica. Non sono dunque essi che si conformano alla Sacra Scrittura, ma è questa che viene adattata alla dottrina stabilita dal Corpo Direttivo, il quale perciò ha la grave colpa di aver falsificato la Sacra Scrittura in passi essenziali, per farle dire cose che essa non dice o per farle dire il contrario di quello che essa dice. Inoltre essi interpretano la Sacra Scrittura in senso letterale e fondamentalista, senza tener conto delle regole minime dell'ermeneutica, che sono necessarie per la comprensione di qualsiasi testo. In tal modo si fanno dire alla Sacra Scrittura non solo cose false, ma perfino infantili e assurde. Per esempio, affermano che Dio creò l'uomo nell'autunno del 4026 avanti Cristo; che il Diavolo, per ingannare Eva e insegnarle la falsa dottrina dell'immortalità dell'anima (Gen 3,4) si serví letteralmente di un serpente, facendolo parlare come un ventriloquo!

I punti essenziali della loro dottrina risalgono ad una sorta di vecchio messianismo di stampo vetero-testamentario, in realtà incapace di interpretare la ricchezza del Nuovo Testamento, con accenti di un fondamentalismo tanto irragionevole quanto disumano. Nelle loro interpretazioni non c'è un minimo di serietà scientifica, di rispetto per l'intelligenza e neppure per la logica: essi affermano con assoluta sicurezza le cose piú incredibili, indifferenti perfino alle evidenti smentite del dato storico. È dunque non solo inutile, ma anche rischioso per la fede ascoltarli e discutere con loro se non si ha un'adeguata preparazione teologica ed un minimo livello di cultura generale. «Guardatevi - dice il Vangelo - dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma di dentro sono lupi rapaci» (Mt 7,15; cfr. 24,23-25; Lc 21,8). E l'apostolo Paolo avverte: «Mi raccomando, fratelli, di ben guardarvi da coloro che provocano divisioni e ostacoli contro la dottrina che avete appreso: tenetevi lontani da loro» (Rm 16,17 ss.; cfr. Gal 1,6-8; 1Gv 2,19-25). Ma un atteggiamento soltanto difensivo o di rifiuto non è sufficiente e spesso non sarebbe neanche cristiano.

C'è una domanda che è doveroso porsi: perché questi fratelli hanno lasciato la Chiesa cattolica in cui sono nati e vissuti e arrivano a combatterla con tanta ostinazione? Forse si tratta anche di persone conosciute, a volte familiari. Non si può escludere del tutto la loro buona fede, il desiderio di un impegno religioso e morale serio, la volontà di scoprire nella Bibbia la risposta ai grandi interrogativi sul destino dell'uomo. Perché non hanno trovato tutto questo nella loro comunità cristiana? Tutto questo non sarà dipeso anche dal modo poco o per niente convincente con il quale viviamo la nostra fede? Spesso la cultura religiosa proposta è insufficiente, scarsissima la conoscenza della Sacra Scrittura, saltuaria e superficiale la pratica religiosa con il risultato, dunque, di una vita cristiana molto mediocre. Sarebbe ingiusto tuttavia addossare tutte le colpe ad una comunità ecclesiale, ad una parrocchia, dove spesso occorre seguire migliaia di persone: la colpa è anche del singolo che spesso preferisce impiegare il suo tempo in cose piú "utili", piú "rimunerative" e "divertenti", la parrocchia ed il clero spesso si prestano facilmente a fungere da capro espiatorio.

È doveroso chiedersi anche se a tutto ciò non ha contribuito il nostro eventuale disinteresse per le loro pene e difficoltà, specialmente nell'ora della prova e del dubbio. È un esame di coscienza complesso e difficile ma abbiamo il dovere di farlo, prima di scagliare le pietre della condanna. Forse non pochi Testimoni di Geova sentono il disagio della loro situazione, ignorano in buona fede gli inganni di cui sono vittime, provano nostalgia per la Chiesa cattolica e da noi aspettano - prima ancora della confutazione dei loro errori - un atteggiamento sincero di comprensione, di accoglienza e di amicizia davvero cristiana. Non dimentichiamo poi che, oltre ai Testimoni di Geova, sono molte oggi, anche in Italia, le "nuove religioni" che pretendono di portare la verità e la salvezza insidiando la fede cattolica. La pienezza della verità risplende solo in Cristo che ha detto a Pilato, pur sapendo che sarebbe stato condannato a morte: «Io sono venuto al mondo per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è per la verità ascolta la mia voce» (Gv 18,37). La nostra salvezza, la forza della nostra testimonianza, esigono una fede e una carità autentiche e senza ipocrisia affinché siamo «assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nella preghiera» (At 2,42), «Perciò - dice l'apostolo Pietro - siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un po' afflitti da varie prove, perché il valore della vostra fede, molto piú preziosa dell'oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesú Cristo: voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la mèta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime» (1Pt 1,6-9).

 

 

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L'evoluzione delle idee di Russell può essere seguita nella collezione della rivista The Watch Tower dal 1879 al 1916. La collezione è disponibile anche in un reprint stampato a Chicago dal gruppo Chicago Bible Students, in dodici volumi piú uno di indici, s.d.