1. Nuovi ambiti dell'esperienza ecclesiale

Il mondo ecclesiale è stato da sempre diffidente verso i mass media, gli operatori di settore, giornalisti o anchormans, le tecnocrazie e i loro padroni, ed ha stentato ad inserirsi nelle "nuove" codificazioni dell'esperienza comunicativa, tanto che, a fronte di migliaia di voci della pubblicistica cattolica, il messaggio e l'immagine di Chiesa che circolano in video e sulla stampa sono sempre insoddisfacenti, col rischio di una marginalizzazione irrevocabile nell'immaginario di massa (1). Queste carenze gravano sugli esponenti del mondo ecclesiale che, al cospetto di un pubblico esigente ed abituato a ben altro, si propongono evidentemente in posizione di svantaggio.

Il gap della comunicazione ecclesiastica è che soggettivamente nessuno può intervenire a nome di tutta la Chiesa; nessuno può evitare le valutazioni negative, benché sgradite, di un confronto Chiesa-mondo; nessuno può esprimere, nelle riduzioni imposte dai mass media, la forza veritativa del Vangelo e la convivialità della carità (2). In questo contesto, la comunicazione telematica è sopravvenuta come ulteriore opportunità ed ennesimo problema. Per fare valutazioni realistiche, partiamo dalle ragioni primarie (3) che ci obbligano a conoscere e ad interessarci della questione.

L'evangelizzazione, come adempimento del mandato di ammaestrare le genti con la trasmissione della Rivelazione (Mt 28, 18-20), può essere considerata sotto il profilo dell'efficienza del "sistema comunicativo" in quanto la trasmissione della fede e la partecipazione all'effusione della carità di Cristo coinvolgono effettivamente i protagonisti dell'evento in un circuito comunicativo: "Non basta usare i mass media per diffondere il messaggio cristiano e il magistero della Chiesa, ma occorre integrare il messaggio stesso in questa nuova cultura creata dalla comunicazione moderna" (4). La tipicità teologale dell'evangelo, pur impedendo l'omologazione della sua trasmissione ai parametri gestionali del consenso e del condizionamento di massa a fronte di qualsivoglia messaggio, anela a verificare le attitudini del comunicare la fede secondo le nuove potenzialità di una sollecitudine missionaria che si esplica nella polarità dai singoli e dai collettivi all'universale e viceversa (5).

Infatti i circuiti telematici non esauriscono il loro ruolo nei limiti strumentali supponibili: essi sono informazione, conoscenza, sapere che trasforma i rapporti sociali e li innesta nei dinamismi della globalizzazione culturale; precisamente gli stessi ambiti nei quali si espande la missione ecclesiale e la predicata ominizzazione virtuale (6). La rappresentazione obiettiva del fenomeno, tuttavia, non darà ragione completa, se non si ammette che la telematica nel cyberspazio può anche rimanere un'utopia o costituire solo un sistema di controllo e non essere affatto una nuova via di umanizzazione, coinvolgendo anzi negativamente anche i livelli ecclesiali or ora evocati (7).

Nelle due ipotesi di sviluppo, favorevole ad un nuovo umanesimo e all'evangelizzazione, o, al contrario, utopistica ed oppressiva e manipolante, vi è la necessità di prendere coscienza e determinare la rilevanza pastorale ed amministrativa di tutte le presenze ecclesiali telematiche (8). Tale esigenza deriva dall'etica comunicativa o conviviale (9) ed è imposta dall'organizzazione ecclesiale nell'impatto intraecclesiale e mondano col cyberspazio, che intercetta una pluralità d'agenti e d'interessi interagenti cosí larga da far prevedere sia la possibilità d'interventi promozionali che ostativi dell'evangelizzazione e, come minimo, della formazione culturale nella Chiesa subordinata allo sviluppo dei saperi (10).

 

2. Panorama del multimedia

Il valore delle innovazioni tecnologiche informatiche, integrate a quelle televisive e radio-satellitari in genere e, in particolare, nei settori di formazione, è probabilmente sottostimato; è oltretutto imprevedibile lo sviluppo di questo fenomeno, cosi com'è significato nel cammino storico che portò ai sistemi di comunicazione in rete (11). Nel 1964, gli USA, per dotarsi di una rete di comunicazioni in grado d'affrontare una guerra termonucleare, allestirono, con l'Istituto RAND e l'Agenzia governativa ARPA, una rete decentralizzata di nodi tutti uguali dai quali i messaggi potevano passare in pacchetti spezzettati, provenienti da qualsiasi parte, e ricomposti dal destinatario attraverso la commutazione di pacchetto (packet switching).

Nel 1969, questa rete (militare) fu denominata ARPANET; nel 1972 si trasformò nella prima mailing-list SF-LOVERS e nel 1977 aprí alle prime connessioni con reti locali. L'anno successivo fu disponibile il primo programma (MODEM) di scambio fra computers connessi in rete (12). Col moltiplicarsi delle reti e l'integrazione di tecnologie evolutesi nel frattempo, si giunse al 1990, quando il CERN da Ginevra attivò la prima condivisione tramite Internet d'ipertesti con immagini, per consentire collaborazioni scientifiche planetarie, il World Wide Web, che dal 1993 è disponibile per tutti gli utenti della rete tramite l'interfaccia grafica Mosaic.

 

 Vinton Cerf

Vinton Cerf, ideatore del protocollo TCP/IP e di Internet,

membro del Progetto ARPANET

 

 

La multimedialità, nella sua applicazione didattica, usa piú strumenti di comunicazione e piú tipi di linguaggio integrati tra loro per trasmettere un unico messaggio a qualsiasi collegamento, quindi a qualunque destinatario, il quale può filtrare le informazioni che riceve, anche da piú fonti, e rielaborarle pur rimanendo passivo nel circuito creativo (13). Il fenomeno si è evoluto nell'ipermedialità, costituito dai media integrati e contemporaneamente interattivi nell'ipertesto, costituito da un'organizzazione ipertestuale logico-astratta, ossia un sistema di comunicazione a struttura reticolare, non sequenziale, che è un insieme di unità informative (i nodi) e un insieme di collegamenti (i link), e da un'organizzazione pratico-implementativa (l'imposizione dei riferimenti in alcune informazioni) (14).

 Questo consente all'utente un processo interattivo d'apprendimento flessibile, non rigidamente predeterminato, di volta in volta definito da lui stesso sulla base delle proprie conoscenze, dei propri obiettivi, dei propri interessi personali, oltre a promuovere la comunicazione su piú canali percettivi, analogamente alla comunicazione didattica tradizionale interdisciplinare (15).

Le dimensioni planetarie della cibernetica hanno cosí potuto originare, dall'applicazione di queste tecnologie, due fenomeni assolutamente nuovi: un'ominizzazione virtuale ed una serie di modificazioni strutturali dell'organizzazione sociale che postulano la transculturalità. Tra queste ultime si possono elencare: la globalizzazione della comunicazione mediatizzata, la trasformazione immediata d'ogni evento in informazione circolante al di fuori degli organi informativi, l'informatizzazione dei servizi privati e delle Pp. Aa., la nascita del diritto d'accesso e controllo dei "riceventi passivi" alle informazioni di loro interesse, la possibilità di lavorare (fino a livelli imprenditoriali) e studiare (fino a livelli scientifici) al domicilio, la creazione di spazi di libertà per la navigazione telematica amatoriale, per le reti e per i newsgroups (16).

Inseriti in questa condizione, i bisogni di molti soggetti privati (individuali e collettivi) e istituzionali, hanno creato nuove opportunità di sviluppo della civiltà, originando, ad esempio, nel campo delle scienze giuridiche la giuscibernetica, nella didattica la formazione a distanza aziendale e universitaria, nel mondo finanziario le banche dati per le attività finanziarie telematiche; con queste opportunità si sono instaurati nuovi modelli di vita, nuove economie, nuovi diritti e nuovi linguaggi, anzi, nuove intelligenze (17).

 

 Papa Pio XII nel suo studio  Papa Giovanni Paolo II al PC

Due epoche storiche a confronto: Pio XII nel suo studio privato mentre scrive a macchina

e Giovanni Paolo II mentre invia tramite e-mail il documento Ecclesia in Oceania

 

 

 

L'emergenza di questi fenomeni, inizialmente relativa ad alcuni settori, corrisponde alla maturazione di dinamiche evolutive di tutta la società umana a molti livelli, sia a nord che a sud. L'IRDAC (18) affermava nel 1990 che "la rivoluzione informatica, contrassegnata dalla disponibilità di strumenti sempre piú potenti per memorizzare, gestire, reperire le conoscenze e controllare i processi produttivi, sta rendendo molte delle antiche forme di educazione e formazione obsolete o semplicemente irrilevanti... Anche se le conoscenze utili hanno una vita media di dieci anni, il capitale intellettuale è soggetto ad una svalutazione del 7% l'anno (corrispondente ad un tasso piú elevato del tasso di reclutamento di nuovi laureati) cui corrisponde una riduzione proporzionale dell'efficacia della forza lavoro".

La regolamentazione di queste dimensioni di vita, (poiché non si tratta solo della fruizione di speciali servizi tecnologici), si svolge su due livelli, interno ed esterno. Gli ordinamenti nazionali e la comunità internazionale hanno prodotto norme di protezione - controllo repressione dei "diritti telematici" della comunicazione, che si sono sviluppate rinviando al diritto privato e pubblico esistente sulle comunicazioni telefoniche e l'informazione giornalistico-televisiva; la convergenza dell'azione politica si è manifestata in modo non lineare in alcune convenzioni (19), ma è in permanente aggiornamento.

Internamente, la connessione nella struttura di 30.000 sottoreti in 170 Paesi con 80 milioni di utenti è regolata dall'adozione di alcuni protocolli da parte dei maggiori organismi tecnici di gestione delle reti, senza la previsione di un organismo di controllo normativo della rete. Peraltro, la stessa è configurata con automatismi di sistema che non accettano impedimenti alla circolazione delle informazioni immesse e cercano immediatamente tutti i percorsi alternativi possibili (20). In particolare, l'intervento inverso, dell'informatica nel fenomeno giuridico, riveste un particolare interesse. Le elaborazioni di questa conoscenza, dette di giuscibernetica, assumono e controllano tutti i dati giuridici, siano essi sentenze, leggi, informazioni: ispirandosi al realismo giuridico americano, nella previsione delle evoluzioni della giurisprudenza - condizionabili sociologicamente - è possibile compiere un'attività dinamica di documentazione, decisione, azione e controllo e costruire, secondo la logica deontologica, il modello di un nuovo diritto virtuale (21).

 Tim Berners-Lee

Tim Berners-Lee, ideatore dell'ipertesto insieme a R. Cailliau.

Grazie alla sua opera Internet diventa un fenomeno di massa

 

 

 

La sociologia del diritto italiana, iscrivendo la giuscibernetica nello sviluppo delle ricerche sociologiche, con Treves ha considerato la tecnica informatica come integrativa dei metodi giuridici tradizionali o come strumento ausiliario integrativo del "lavoro" (22).

Però questo lavoro va inteso anche come quel livello di dominio dei dati finalmente disponibile al privato; infatti i sistemi informatici giuridici (Celex, Lexis e altri), pur se gestiti da quegli organi degli Stati e organismi internazionali che hanno creato e controllano le banche dati con linguaggi propri, consentono al sociologo maggiori possibilità di ricerca, atteso che le scienze sociali rimangono valutative, e quindi non esauribili nelle raccolte e analisi di dati (23).

 

3. Atteggiamenti dell'Ecclesia docens multimediale

II cyberspazio disponibile per i sistemi universali di comunicazione e per gl'interventi dei loro agenti, ovviamente assume un rilievo speciale nel contesto ecclesiale, proteso a verificare tutte le possibilità dell'inculturazione del messaggio evangelico, interessato piú di altri alla piú ampia circolazione dei propri messaggi ed a moltiplicare le opportunità formative (24). Considerato il cyberspazio anche limitatamente ai multimedia accessibili per l'attività didattica (25), esso costituisce un ambito formativo eccezionale sia da un punto di vista utilitaristico (come ha condizionato e favorito lo sviluppo delle attività d'istruzione universitaria e quelle d'aggiornamento dei quadri delle imprese altrettanto può fare per la canonistica e le altre discipline) (26) sia per la didattica interculturale (col suo ingente bagaglio d'elaborazioni interdisciplinari) (27).

Le valutazioni correnti, prossime all'evidenza, furono già espresse (un secolo fa nel 1909!), dal sociologo Charles Horton Cooley, che aveva disegnato i tratti essenziali di questa situazione, con intuizione e carica profetiche: "La comunicazione deve essere completa e veloce per rendere possibile quello scambio rapido di impressioni da cui dipende l'unità morale... Se non è possibile trasformare il pensiero e il sentimento in un insieme mediante lo scambio reciproco, l'unità del gruppo non può essere che inerte e inumana... Devono inoltre esserci forme e consuetudini di organizzazione razionale attraverso le quali la natura umana possa esprimersi in maniera ordinata ed efficace... È mediante la comunicazione che raggiungiamo il nostro massimo sviluppo... Il sistema di comunicazione è quindi uno strumento, un'invenzione progressiva il cui perfezionamento reagisce sull'umanità e modifica la vita di ogni individuo e di ogni istituzione" (28).

Queste prospettive, poiché sono perfettamente estensibili alle esigenze proprie della comunità ecclesiale, meritano un'urgente comprensione con l'intendimento d'impedire il consolidamento di un ulteriore irragionevole connubio tra modernizzazione e secolarizzazione (29). La canonistica, partecipe del diritto della Chiesa d'usare di tutti i mezzi di comunicazione sociale (30), ed in posizione analoga alle altre scienze che esibiscono uno statuto comunitario della propria verità (31), ha l'esigenza di potenziare la propria capacità informatica e telematica, a prescindere ormai dalla valutazione dei ritardi o delle necessità disattese (32). Si tratta di realizzare nuove dimensioni dell'attitudine universalistica intramondana, riconoscendole come omogenee con le altre forme del dinamismo totale della missione ecclesiale, ai livelli particolare ed universale, con chiara percezione del fondamento teologico che giustifica ogni sua impresa (33).

Il disposto dei cann. 747 § 1, 822 e 823 § 1, e del magistero, nell' istr. Aetatis Novae, nell'esort. Evangelii Nuntiandi (34); nel Decreto conciliare Inter Mirifica e nel Catechismo, sottolineano la preminenza dell'ordo charitatis nell'assunzione di mezzi per l'evangelizzazione, rilievo di sommo valore anche per le nuove espressioni della traditio iuris, che al contempo li urgono: "auctoritas alicuius verbi oritur quidem e veritate, sed in rebus humanis maiorem accipit efficaciam e modo, quo ab eo, qui illud protulit, ad effectum perducitur" (35).

Foss'anche vero che l'evocazione di questi temi, piú che la soluzione di un problema, sono una soluzione in cerca di un problema (le condizioni di informazione e formazione permanente del clero e la qualità didattica delle facoltà ecclesiastiche oggi non sono messe in discussione), rimane comparativamente evidente che l'opportunità di ottimizzare le risorse e soddisfare le necessità sta diventando impegno vincolante per tutti coloro che esercitano il munus docendi (36), nell'equilibrio di prerogative e di responsabilità della Chiesa universale e delle Chiese particolari (v. can. 823 §2) (37).

Nella previsione temporale di sviluppo del sistema, è prevedibile che l'informatizzazione dei dati ecclesiali ed il loro lancio telematico, inserendosi in un mondo già saturo (38), possano subire la competizione con bisogni preesistenti, artefatti e consumistici, e gli attentati di interferenze imitative mondane. Competizione e interferenze potrebbero indurre alcuni agenti ecclesiali ad incentivare modelli antievangelici o, al contrario, ad alzare barriere protettive, col timore di un'ennesima riduzione-demitizzazione dell'epistéma ecclesiale, di fatto isterilendone la novità in ambedue le ipotesi (39).

Per immunizzarsi da queste deviazioni, occorre identificare quelle che sono le esigenze imprescindibili del sistema, determinate sugli obiettivi oltre che sull'etica della comunicazione ricordata (40). E poiché è perfettamente estensibile al sistema telematico il principio che ogni forma culturale è tale perché umanizzante, quando in corrispondenza di questi interventi si produrranno nuovi modelli educativi e didattici, si formalizzerà la domanda di controllo perché essi non diventino sussumibili a qualsiasi condizione (41). Sarebbe incongruo, infatti, perdere il senso fondamentale della didattica cristiana che sussiste in tanto in quanto è servizio, testimonianza e responsabilità personale ed ecclesiale.

Presupposti gli obiettivi genericamente richiamati, si può tentare di elencare quelle condizioni, analogamente rilevate nella formazione universitaria, per le quali un'opzione ipermediale soddisfa le esigenze coerenti con le finalità dell'Ecclesia docens. Esse potrebbero essere:

1) l'economicità delle risorse umane e di mezzi rispetto al livello di formazione;

2) l'obiettiva non aleatorietà dell'opzione, essendo queste le esclusive vie dell'accesso universale simultaneo per le agenzie centrali e le configurazioni periferiche (42);

3) l'organizzazione e l'impiego di strumenti audio-video in grado d'indurre, con la reiterazione dei messaggi e la comunicazione per immagini, una cosi intensa diffusione di idonei messaggi da condizionare efficacemente i comportamenti e formare una cultura diffusa o di massa senza impedire la libertà e criticità delle coscienze nell'apprendimento (43);

4) la possibilità di attivare sistemi di autovalutazione nei settori didattici e della formazione permanente, che consentano altresí di compensare le eventuali cadute di motivazione e di coinvolgimento;

5) la necessità di realizzare nuovi moduli speciali, per trasmettere i messaggi in contesto multimediale, e nuovi curricoli o percorsi didattici formativi (44).

Per l'organizzazione importa fissare che la Chiesa, come ogni altro soggetto sociale, realizza una forma propria d'intelligenza collettiva, con modalità di percezione, coordinamento, apprendimento e memorizzazione proprie, perché le regole e i linguaggi che guidano i rapporti intraecclesiali hanno un'influenza determinante sullo sviluppo delle facoltà intellettuali dei soggetti ecclesiali (quindi, anche prescindendo dalle interazioni tra individui).

 

 Robert Cailliau

Robert Cailliau, ideatore con Tim Berners-Lee del primo server WWW operativo

 

 

La modulazione di una formazione multimediale, oltre le fasi di propedeuticità e di confronto con altre iniziative multimediali, include, (poiché c'è l'insidia della riduzione della coscienza ad opera di tutti i possibili meccanismi mass-mediali, tecnocratici, economici, sociologici), la vigilanza su tali condizionamenti, operativa con l'attivazione di trainings autogeni, la formazione dei formatori, la promozione di libere iniziative associative, a complemento della vigilanza e docenza magisteriale ordinarie dei Pastori.

S'impone, da ultimo, il problema del linguaggio che vanno assumendo le elaborazioni informatiche di evangelizzazione e formazione. Le varie teorie della comunicazione (45), da quella della cooperazione dialogica (46) a quelle del fatto umano totale (47), alle altre dell'atto linguistico performativo e autoimplicativo (48), o degli universali linguistici (49), ripropongono il tema dei parametri ermeneutici idonei ad esprimere i contenuti epistemologicamente qualificati (50).

 

4. Conclusione

L'Ordinariato, formato da comunità cristiane militari diffuse e intersecantesi con le comunità ecclesiali delle Diocesi italiane, grazie ad un ceto di fedeli prevalentemente giovane, può recepire immediatamente le opportunità di una nuova evangelizzazione telematica e di un'ecclesialità virtuale. Essa consentirebbe un riferimento al vescovo assiduo ed immediato, a cominciare da una condivisione simultanea del cammino sinodale che invece si è costretti a fare necessariamente limitati nelle zone pastorali. Inoltre, quei ritardi, accumulati anch'essi senza alternativa, nella percezione e valutazione delle risposte della "base" ai messaggi ecclesiali e nella modestia di offerte della formazione permanente potrebbero avere il loro riscatto.

Da ultimo, poiché la pluralità e la comunione sono dimensioni che coinvolgono l'intelligenza cristiana e noti la rendono affatto schizoide grazie al riferimento abituale ai contenuti oggettivi del depositum fidei, i fedeli dell'Ordinariato potrebbero dialogare ampiamente fra loro e recepire la vastità delle informazioni del mondo ecclesiale nel controllato mondo militare, a promozione di coscienze aperte e certe, rispetto alle matrici oggi vincenti - del qualunquismo e del relativismo che deformano e rendono sommarie menti vivaci di persone, caricate di funzioni istituzionali.

 

 

 

 

 

 

 

 

Note

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(1) CORGNALI D., La Chiesa nell'areopago dei mass media: sfide e opportunità, in, Convegno Ecclesiale di Palermo - Quaderno II, Roma 1995: n. 5.2 e 6.1 e 7; n. 1 "necessità di confrontarsi col novum culturale prodotto dai mezzi" dic.; n. 2 "i media elettronici non ci influenzano tanto coi loro contenuti, ma modificando la geografia situazionale della vita sociale"; n. 2.2 "la Chiesa ha necessità di trovare rapidamente nuovi modi di interazione per non trovarsi incanalata in un processo irreversibile di marginalizzazione sociale".

(2) PAOLO VI, es. ap. Evangelii nuntiandi, Città del Vaticano 8 dic. 1975, n. 45. Commissio C. S., instr., Communio et progressio, Città del Vaticano 23 mag. 1971; PONT. CONS. C. S., instr., Aetatis novae, Città del Vaticano 22 febbr. 1992, nn. 15-17. SINDONI RICCI P., Cultura e comunicazione sociale (sintesi dei lavori del Convegno di Palermo), 20-24 nov. 1995. SAVAGNONE G., Comunicazione oltre il mito e l'utopia per una cultura conviviale, Milano 1997.

(3) GIOVANNI PAOLO Il, enc., Redemptoris missio, Città del Vaticano 7 dic. 1990, n. 11: "noi non possiamo tacere", n. 40: "nuovi popoli hanno il diritto di ricevere l'annuncio della salvezza".

(4) ID., n. 37 c.: è il nuovo criterio ermeneutico! CONGR. PER IL CLERO, Direttorio generale per la catechesi, Città del Vaticano 1997, n. 42, 45, 46, 48, 109. PIGNATIELLO L., Comunicare la fede - Saggi di teologia pastorale, Cinisello B. 1996, pag. 236.

(5) Connessioni ormai recepite nel magistero universale: GIOVANNI PAOLO II, Enc., Redemptoris Missio, 7 dic. 1990; ID., Esort. Ap., Ecclesia in Africa, Yaoundè 14 sett. 1995, cap. VI nn. 122-126. ID, Esort. Ap., Una speranza nuova per il Libano, Beirut 10 maggio 1997, nn. 93-96; 107-116. IV CONFERENCIA GENERAL DEL EPISCOPADO LATINOAMERICANO, Conclusiones. Nueva Evangelización. Promoción humana. Cultura Cristiana. Jesús Cristo ayer; hoy y siempre, Santiago de Chile 1992. PONT. CONS. COMUNICAZIONI SOCIALI, Istr., Aetatis novae, Città del Vaticano 22 febbr. 1992. MARTINI C. M., "Lo .spirito del Signore conosce ogni voce" (richiama il tema del "lembo del mantello"), in ANGELINI G., (a cura di), La Chiesa e i media, Milano 1996, pag. 23. BIFFI G., "Guai a me...", Bologna 1992, n. 101.

(6) KAROTEMPREL S., (a cura di), Seguire Cristo nella missione - Manuale di Missiologia, Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, (Roma 1995) Cinisello B. 1996, 17-18, 93. LEVY P., Il virtuale, Milano 1997, pag. I. DIEUZEIDE H., Le nuove tecnologie - Strumenti per insegnanti e operatori, (Paris 1994) Torino 1997, pag. 10. MERZ J. B., Sulla teologia del mondo, (München 1968) Brescia 1974, pag. 124: la "parola di informazione" evangelica riferita dalla Chiesa alla società necessita di nuove oggettivazioni (nuovi linguaggi) per essere storicamente rilevante, perché la visione del mondo non è unitaria e la struttura sociale non è omogenea.

(7) BRETON P., L'utopia della comunicazione - Il mito del "villaggio planetario", (Paris 1995) Torino 1996. FERRAROTTI F., La perfezione del nulla - Promesse e problemi della rivoluzione digitale, Roma-Bari 1997.

(8) L'intervento del card. D. Castrillon al convegno presso l'Ateneo della Santa Croce: CONTRERAS D., (a cura di), Chiesa e comunicazione - Metodi, valori, professionalità, Città del Vaticano 1998.

(9) MANCINI R., Comunicazione come ecumene - Il significato antropologico e teologico dell'etica comunicativa, Brescia 1991, pag. 46: dall'analisi di Habermas e Apel auspica una comunità universale della comunicazione non dominativa. SAVAGNONE G., Comunicazione - oltre il mito e l'utopia - Per una cultura conviviale, Milano 1997, pag. 159.

(10) La configurazione dei principi di organizzazione dei rapporti tra uffici ecclesiastici è in ARRIETA J. J., Diritto dell'organizzazione ecclesiastica, Milano 1997, pag. 156-167. Il rilievo coinvolge anche l'evangelizzazione per le spinte della socializzazione e della personalizzazione richiamate da GS 6. SCARVAGLIERI G., Sociologia della religione, Roma 1994, pag. 87. BECKFORD J. A., Religious Organization, La Haye-Paris 1973. KAUFFMANN F. X., La Chiesa come organizzazione religiosa, in, Concilium (1974) 1, pag. 91. DEPOLO M., Psicologia delle organizzazioni, Bologna 1998, pag. 78.

(11) LEVY P., Il virtuale, Milano 1997, pag. 140: "L'intensità e la velocità della virtualizzazione contemporanea sono tali da allontanare gli esseri dai loro stessi saperi... Dobbiamo sforzarci di restare al passo e dare senso alla virtualizzazione riqualificante, inclusiva e ospitale". CALVO M., CIOTTI F., RONCAGLIA G., ZELA M., Internet '97 Manuale per l'uso della rete, Roma-Bari 1997, pag. 15. GURITOSA C., Oltre Internet - Consigli pratici per una "navigazione" a misura d'Uomo, Città di Castello 1997, pag. 67-81. JONES S. B., (a cura di), Cybersociety. Computer Mediated Communication and Community, Thousand Oaks 1995.

(12) Il primo PC, Micral, era stato costruito da Truong Tromn Hi nel 1973.

(13) SHADDOCK P., Multimedia in pratica, Milano 1993.

(14) L'idea di ipertesto risale a Vannevar Bush nel 1945, che col Memex ipotizzò un dispositivo funzionante per mezzo di imitazioni delle catene associative mentali. Il primo sistema ipertestuale fu progettato da Ted Nelson nel 1962, lo Xanadu, universo informativo globale e orizzontale costituito da una sconfinata rete ipertestuale distribuita su rete mondiale. NELSON T. H., Literary Machine 90.1. Il progetto Xanadu, Padova 1992. La rilevanza non è solo didattica ma antropologica; riguarda il principio della comunicazione immesso nella didattica, che sottende la replica e l'integrazione, normalmente impedite nelle comuni forme comunicative. Dolci D., Dal trasmettere al comunicare, Milano 1994.

(15) JOHNSON S., SCHURCH D., La fórmation à distance, Bern 1995.

(16) BERLO D. K. The process of communication, New York 1960. MARTELLARI A., La comunicazione nel mondo, Milano 1994. MALIZIA P., La comunicazione strutturata, Roma 1995. METRO OLOGRAFIX, (a cura di), Nubi all'orizzonte - Diritto alla comunicazione nello scenario di fine millennio. Iniziativa nazionale in difesa della telematica amatoriale, Perugia 1996.

(17) RHEINGOLD H., Comunità virtuali, Milano 1994. GILLES D., Intelligenza artificiale e metodo scientifico, Milano 1998. ECO U., La ricerca della lingua perfetta nella cultura europea, Roma 1993, pag. 341. BIH-JEN FWU, JAMISON D., The national technological university, in, Vocational education at a distance, Tokyo 1992. BIOLO S., (a cura di), Intelligenza naturale e intelligenza artificiale, Genova 1991. "Multimedialità", in, Nuovo Dizionario di Pedagogia, Cinisello Balsamo 1992. CERIANI A., Educazione degli adulti e formazione permanente: esperienze universitarie, in, Educazione permanente ed universitaria, Milano 1990, pag. 61-78. LOSANO M. G., Il diritto privato dell'informatica, Torino 1986; ID., Il diritto pubblico dell'informatica, Torino 1986.

(18) Comitato Consultivo Europeo per la Ricerca e lo Sviluppo Industriale nel documento "Carenze di specializzazioni in Europa", CEE, Strasbourg 1990.

(19) PAGNAO R., Informatica e diritto, Milano 1986. FROSINI V., L'informatica nell'amministrazione della giustizia, in, Studi in memoria di M. Condorelli, Milano 1988, III vol., pag. 161. GIANNANTONIO, Manuale di diritto dell'informatica, Padova 1994. Alcune frodi informatiche sulle reti telefoniche sono state risolte appoggiandosi al Wire-fraud act; alcuni accessi illegittimi (al Pentagono) sono stati repressi grazie ad accordi bilaterali fra Stati; gli USA considerano beni esportati tutti i dati software e tecnici immessi in Internet da cittadini americani o da siti americani; addirittura è stato dichiarato illegale il software di Philip Zimmerman di crittografazione con algoritmi (il PGP) perché non decrittabile dalle istituzioni governative di sicurezza, mentre gli utenti rivendicano il diritto alla riservatezza della comunicazione; nel 1996 il Communication Decency Act, unitamente alla liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni e con l'intento degnissimo di punire le molestie telefoniche, aveva introdotto un regime di controllo per i siti Web, bloccato dalla sentenza del Tribunale di Philadelphia dell' 11 giugno 1996 (con successivo ricorso alla Corte Suprema da parte del Governo). FORTE D., I mezzi di comunicazione della criminalità organizzata, in, Rivista della Guardia di Finanza, 46 (1997) n. 4, pag. 1741-1749.

(20) SCELSI R., (a cura di), No copyright. Nuovi diritti del ciberspazio, Milano 1994. LEUTHARD B., Leben Online, Hamburg 1996. SPERBERG MCQUEEN C. M., BURNARD L., (a cura di), Guidelines for Electronic Text Encoding and Interchange (TEI P3), Chicago 1994.

(21) FROSINI V., Cibernetica, diritto e società, Milano 1968. LOSANO M. G., Nuovi sviluppi della sociologia del diritto, Torino 1968; ID., Giuscibernetica, Torino 1969; è il primo ad aver usato questa terminologia per un'attività sorta nel 1948 attorno al matematico Wiener N., e ai "giurimetri" Loevinger L. e Hoffmann P. S.. LOSANO M. G., Informatica per le scienze sociali, Torino 1985, pag. 420.

(22) TREVES R., Sociologia del diritto - Origini, ricerche, problemi, Torino 1987, pag. 214. ID., (a cura di), Nuovi sviluppi della sociologia del diritto, Milano 1968, pag. 328-329.

(23) TREVES R., Sociologia del diritto, pag. 222. SMALSER N., Manuale di sociologia, Bologna 1995, capp. 1 e 20.

(24) ANGRIANI G., (a cura di), La Chiesa e i media, Milano 1996.

(25) TRENTIN G., Didattico in rete. Internet, telematica e cooperazione educativa, Roma 1996.

(26) GHISLANDI P., Didattica flessibile e a distanza per l'università e per la formazione permanente, in, BALDASSARRE V. A., Multimedialità, interattività, formazione, Bari 1994. GHISLANDI P. (a cura di), Oltre il multimedia, Milano 1995. Le interazioni e le modificazioni avvengono nel contesto del "villaggio globale" di Mc LUHAN M., The global Village, New York 1989, del "nuovo areopago", del "cortile globale": COLAGIOVANNI E., Aspetti dinamici della cultura processualistica moderna, in, La giustizia nella Chiesa: fondamento divino e cultura processualistica moderna, Città del Vaticano 1997, pag. 515.

(27) NANNI A., L'educazione interculturale oggi in Italia - Panorama e prospettive, Bologna 1998. PITTAU F., (a cura di), Caritas di Roma - Forum per l'intercultura. Dieci itinerari didattici, Roma 1995. Agosti A., Interculturalità e insegnamento, Torino 1996.

(28) COOLEY C. H., L'organizzazione sociale, (New York 1909) Milano 1963, pag. 52, 45. E interessante aggiungere le affermazioni dell'A. secondo il quale (pag. 73-77) la comunicazione moderna (dell'inizio del 900) favorisce la capacità produttiva dello spirito individuale funzionale (non quello isolato, che infatti soccombe alla superficialità e alla tensione nella massa); e questi sono i fattori dell'efficienza della comunicazione (pag. 65): la capacità di espressione, la permanenza nel tempo di quanto trasmesso, la velocità con cui essa raggiunge spazi lontani, la diffusione come accessibilità a tutti. BABIN P., McLUHAN M., Uomo nuovo, cristiano nuovo nell'era elettronica, Roma 1979, pag. 20 "si produce un diverso tipo di rapporti umani e di percezione della realtà", pag. 30 avverte che l'evoluzione informatica è irreversibile!

(29) PELLICANI L., Modernizzazione e secolarizzazione, Milano 1997, pag. 7: in una civiltà modernizzata e aperta le azioni prescrittive sono superate da quelle creative e libere (anche se indeterminabili nell'eventualità distruttiva).

(30) DE PAOLIS V., La funzione di insegnamento e i mezzi di comunicazione sociale, in, Symposium 93, pag. 1207-1218: l'A. a proposito della modestia legislativa della Chiesa sui mass media. L'A. riduce le ansie facendo notare che il fine della Chiesa, sia nella vigilanza che nell'iniziativa, si può ben realizzare per vie pastorali e persino con l'intervento di altri soggetti ecclesiali, diversi dalla gerarchia.

(31) ZIZOLA G., La Chiesa nei media, Torino 1996, pag. 169-171, 182.: la democratizzazione della comunicazione umana, come conversazione da molti a molti sulla verità che genera un impegno e una condivisione, esige uno statuto e un'etica degli atti comunicativi che diventano atti di potenza.

(32) BUEHLMANN W., La terza Chiesa alle porte, Alba 1976, pag. 378: "O la Chiesa fa sentire la sua voce con i mezzi di comunicazione di massa, oppure la sua voce finirà per essere soffocata dal rumore del mondo ed essa diventerà una Chiesa muta".

(33) LG, n.48. AG n. 1b, 5, 6, 8, 10-11, 20. Catechismo della Chiesa Cattolica, Città del Vaticano 1992, n. 782, 831, 834-835, 849. Colzani G., Teologia della missione - Vivere la fede donandola, Padova 1996, pag. 65: (seguendo l'evoluzione di Evangelii Nuntiandi, Redemptoris Missio e Sollicitudo rei socialis) la missione della Chiesa è nella mondialità e nell'interdipendenza delle altre determinazioni territoriali, sociali e culturali. FEDERICI T., Fondamento Pneumatologico della missione, in, Seguire Cristo nella missione - Manuale di missiologia, (Roma 1995) Cinisello B. 1996, pag. 77: "Non solo gli individui, ma anche la società e Io storia, i popoli e le culture, le stesse religioni sono toccati dalla presenza e dall'attività dello Spirito Santo".

(34) PAOLO VI, Esortaz. Ap., Evangelii Nuntiandi, 8 dic. 1975, AAS (1976), n. 17, 45.

(35) PAOLO VI, all., 5 oct. 1965, In CXLII SS. Concilii Congregatione Generali, in, AAS 57 (1965), pag. 894. II "modo" va inteso in senso lato. Catechismo della Chiesa Cattolica, Città del Vaticano 1992, nn. 2493-2499.

(36) PERUTZ MAX, È necessaria la scienza, Milano 1989, pag. 22, 141. LORENZ K., II declino dell'uomo, (München 1983) Milano 1984, pag. 9-10, 59, 62 e il finale di pag. 233. Uguali preoccupazioni c'erano nel "Metodo generale degli studi" ipotizzato da Pio VII e rimasto incompiuto; il Vaticano I, nonostante la sua forte connotazione apologetica, affermava, nella Cost. Dei Filius al IV capitolo, che "quapropter tantum abest, ut Ecclesia humanarum artium et disciplinarum culturae obsistat, ut hanc multis modis iuvet atque promoveat". II progetto fu riassunto da numerosi interventi del Vaticano II e dalle istituzioni rinnovate o create a partire dalla REU fino ad oggi.

(37) DELPERO C., La credibilità della Chiesa, ieri, oggi, domani, Roma 1994, pag. 129: sono le novità contestuali delle regioni del mondo, nelle quali s'inseriscono le Chiese locali, a consentire la nuova evangelizzazione. CORECCO E., Ius universale Ius particulare, in, Symposium 1993, pag. 554-561 sul profilo ecclesiologico fondante le relazioni giuridiche tra Chiesa universale e particolari. TEJERO E., La estructura sacramental de la Iglesia particular, in, Symposium 1993, pag. 1003-1017.

(38) ZUCCONI G., La macchina della verità, Milano 1980, pag. 325, 351, 364.

(39) Ad esempio, l'aspetto speculativo dell'aggiornamento e della concessione di software, la monopolizzazione dell'interpretazione delle informazioni, la trasmissione di messaggi parziali, occulti e subliminali. CENTRE FOR THE STUDY OF COMMUNICATION AND CULTURE AT SAINT LOUIS UNIVERSITY, Communication Research Trends, 16 (1996) n. 2. GUBITOSA C., Oltre Internet - Consigli pratici per una "navigazione" a misura d'Uomo, Città di Castello 1997, pag. 97-106. GOGARTEN F., Demitizzazione e Chiesa, (Stuttgart 1954) Brescia 1981, pag. 54, 111.

(40) L'elenco è desunto dall'inserimento dei paradigmi usuali nel contesto canonistico-pastorale. PIGNATIELLO L., Comunicare la fede - Saggi di teologia pastorale, Cinisello B. 1996, pag. 258: le nuove parabole, la pastorale narrativa e induttiva. L'A., in questa raccolta della sua pubblicistica, avvertendo che si dà piú attenzione alle tecniche di comunicazione che alla natura e ai processi della stessa, dice: "Alle spalle dell'informatica o c'è la comunicazione o c'è la degenerazione della comunicazione... È la comunicazione che stabilisce rapporti interpersonali e che porta gli uomini all'aggregazione in comunità" (pag. 241), e, citando l'Istruzione Aetatis Novae, marca come lo sconvolgimento verificabile nella comunicazione presuppone il rimaneggiamento della percezione del proprio mondo da parte degli uomini e altrettanto vale per la percezione della Chiesa, delle sue strutture e del suo funzionamento (pag. 246).

(41) COMPOSTA D., Filosofia del diritto, Roma 1991, pag. 307-308, 319-322.

(42) Ci si riferisce all'omologazione dei vincoli partecipativi all'organizzazione (che nella Chiesa non ammette esclusioni né agenti privati) e alle capacità finanziarie degli stessi.

(43) La connotazione negativa (o marxista) di questi concetti è ben demitizzata e spiegata nei suoi meccanismi da: ECO U., Apocalittici e integrati, Milano 1964, pag. 19-22, 317-357. L'A., in, La ricerca della lingua perfetta nella cultura europea, Milano 1993, illustrando l'evoluzione della moltiplicazione dei linguaggi e delle possibilità di convivenza in Europa ne dà un'interpretazione teorica utile per cogliere ed esprimere l'universo culturale di ciascuno (conclusioni e pag. 377-379). La manipolazione della circolazione dei messaggi e delle risposte è ravvisata nel sistema dell'Auditel da PIGNATIELLO L., Comunicare la fede, pag. 272-273.

(44) Mentre le scuole, le aziende e le organizzazioni culturali cercano di superare tutti i processi di insegnamento problematici, spesso per trasmettere messaggi di valore modesto, di "economia immateriale", la Chiesa rischia di autoescludersi da questa competizione (quando già Gesú era consapevole di doversi confrontare con altre "didattiche" per poter annunciare il suo Vangelo): AYFRE A., Conversion aux images, Paris 1964. FABBRONI F., Manuale di didattica generale, Bari 1992, pag. 33-35.

(45) MATTELART A., MATTELART M., Storia delle teorie della comunicazione, Milano 1997.

(46) HABERMAS J., Theorie des kommunikativen Handeln, Frankfurt a. M. 1981 (Bologna 1986).

(47) DELZANT A., La communication de Dieu. Par delà utile et inutile. Essai théologique sur l'ordre symbolique, Paris 1981: segue lo strutturalismo. CAILLOT J., L'Évangile de la communication, Paris 1985.

(48) LADRIERE J., L'articulation du sens, Paris 1984: illustra l'invarianza e significanza dell'espressione ecclesiale della fede.

(49) CHOMSKY N., Syntactic Structures, Paris 1966.

(50) DIANICH S., Teorie della comunicazione ed ecclesiologia, in, ATI, (a cura di), L'ecclesiologia contemporanea, Padova 1994. SAVAGNONE G., Comunicazione altre il mito e l'utopia. Per una cultura conviviale, Milano 1997, pag. 97.

 

 

 

 

 

Cfr. PIROTTA E., Virtualis Ecclesia, in Bonus Miles Christi 1-3 (1998), 128-138.

 

N. B. Le immagini presenti in questa pagina non fanno parte del testo originale.

 

 

 

 

 

 

 

 

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