Concilio ecumenico convocato a Basilea da papa Martino V nel 1431. Il concilio inizio il 25 luglio dello stesso anno.
Alla morte di papa Martino V, ancor prima dell'inizio dei lavori, l'assemblea conciliare respinse il decreto di scioglimento emesso dal nuovo pontefice Eugenio IV, appellandosi alle decisioni del discusso concilio di Costanza circa la superiorità del concilio sul Romano Pontefice. Quando Eugenio IV, nel settembre 1437, convocò il concilio a Ferrara, l'assemblea si divise: una minoranza, guidata dal cardinale Nicola Cusano, riconobbe la legittima autorità pontificia, recandosi a Ferrara dove il concilio ebbe inizio l'8 gennaio 1438 con l'adesione di vescovi e teologi greci. Il 10 gennaio 1439 il concilio si trasferí a Firenze. Nella sessione del 6 giugno 1439 furono approvati i decreti d'unione con la Chiesa greca, armena e copta. Il resto dei padri conciliari rimasto a Basilea definí eretico e scismatico Eugenio IV ed elesse l'antipapa Amedeo VIII di Savoia, che assunse il nome di Felice V.
Il 24 febbraio 1443 il concilio fu definitivamente trasferito a Roma dove il 7 agosto 1445 fu celebrata l'ultima sessione. Quasi tutti i decreti d'unione di questo concilio rimasero senza conseguenze tuttavia ebbero il merito di porre l'attenzione sulla problematica dell'unità ecclesiale.
Il concilio di Basilea infine, già condannato da Eugenio IV con la Exposcit debitum (15 febr. 1438) e sempre piú osteggiato dai monarchi europei, si sciolse il 24 aprile del 1449, dopo la morte di Eugenio IV e la rinuncia di Felice V, riconoscendo come unico legittimo pontefice Niccolò V, già eletto dal conclave romano il 6 marzo 1447.
Alcuni storici discutono dell'ecumenicità delle prime 25 sessioni conciliari di Basilea, quelle successive, fino all'ultima del 25 aprile 1449, celebrata a Losanna, sono ritenute all'unanimità non ecumeniche.
Fontes: Conciliorum Oecumenicorum Decreta, curantibus J. Alberigo, J.A. Dossetti, P.P. Joannou, C. Leonardi, P. Prodi, consultante H. Jedin, 1973, p. 455 - 513.
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