Da autentico uomo di Dio, nonostante la sua gracile costituzione, scelse di indossare l'abito francescano. Per quasi quaranta anni stette a Cagliari, nel convento di Buoncammino, in qualità di questuante, svolgendo il suo apostolato in mezzo al popolo operandovi prodigi di carità.
La testimonianza piú inaspettata e sincera, ci viene dal contemporaneo pastore protestante Giuseppe Fues, cappellano del Reggimento di fanteria tedesco "von Ziethen", al servizio del Re di Sardegna e di stanza a Cagliari, il quale nel 1773 scriveva ad un suo amico in Germania: "Noi vediamo tutti i giorni mendicare attorno per la città un santo vivente, il quale è un frate laico dei cappuccini e si è acquistato con parecchi miracoli la venerazione dei suoi compatrioti".
Il frate era Ignazio da Laconi, che ancora in vita veniva ritenuto santo e che la scrittrice e premio Nobel Grazia Deledda, definí "L'uomo piú ricordato del Settecento sardo". Nacque a Laconi (Nuoro) il 17 novembre 1701, secondo dei nove figli di Mattia Peis Cadello e di Anna Maria Sanna Casu, genitori poveri ma ricchi di fede; al battesimo gli fu imposto il nome di Vincenzo. Crebbe timorato di Dio e ancora adolescente già amava l'austerità; non frequentò scuole e non imparò mai a scrivere o a leggere.
A diciotto anni si ammalò gravemente e - qualora fosse guarito - fece voto di entrare fra i cappuccini. Guarí, ma due anni dopo il suo cavallo si mise a correre senza controllo verso un precipizio, quando improvvisamente si bloccò e Vincenzo fu salvo per la seconda volta. Memore della promessa fatta, a 20 anni, il 3 novembre 1721, Vincenzo Peis Cadello si presentò al convento dei cappuccini di Buoncammino in Cagliari ma non fu accettato, a causa della sua salute cagionevole. Finalmente grazie alla mediazione del marchese di Laconi, Gabriele Aymerich, poté entrarvi e indossare l'abito dei Cappuccini il 10 novembre 1721: gli fu imposto il nome di fra' Ignazio da Laconi. Dopo il prescritto anno di Noviziato, fu trasferito nel convento di Iglesias, dove fu dispensiere e questuante nelle campagne del Sulcis.
Per quindici anni visse tra i conventi sardi di Domusnovas, Sanluri, Oristano e Quartu, infine fu inviato al convento di Buoncammino in Cagliari e destinato al lanificio del convento. Nel 1741, a 40 anni, venne destinato alla questua nella città di Cagliari, considerato un compito di grande responsabilità.
Cagliari fu cosí per 40 anni il suo campo di apostolato; una missione svolta con efficacia e con tanto amore in mezzo al popolo, ai poveri e ai peccatori. Il cappuccino questuante è stato nei secoli, la figura piú umile e grande nello stesso tempo, che portava il messaggio francescano in mezzo alla gente, facendone sentire la presenza nella società contemporanea.
Il questuante chiedeva offerte per i bisogni del convento e per i poveri ma spessissimo avendo instaurato un rapporto con le persone e con le famiglie, offriva l'atteso consiglio, la Parola di Dio, intercedeva con la preghiera risolvendo situazioni umane spesso disperate.
Frate Ignazio fu venerato da tutti per lo splendore delle sue virtú e per i molti miracoli da lui operati; per la sua attenzione verso le necessità materiali dei poveri ma anche per quelle spirituali. Con la sua vita fu uno strumento di riconciliazione e di conversione per molti peccatori. Nel 1779 frate Ignazio divenuto cieco, venne dispensato dalla questua, ma continuò a partecipare alla vita comune, sottostando a tutte le regole e pratiche disciplinari, fino alla morte beata avvenuta a Cagliari l'11 maggio 1781, all'età di anni 80. Per due giorni una folla impressionante di popolo, dagli umili ai notabili, sfilò davanti al feretro del cappuccino per rendergli omaggio.
Se in vita era stato dotato di carismi straordinari, come il dono della lettura dei cuori, e la fama della sua santità era molto diffusa, dopo la morte aumentò ancora anche per i frequenti miracoli che si verificavano per sua intercessione. Fu cosí che nel 1844 l'arcivescovo di Cagliari diede inizio alla causa di beatificazione.
Pio IX il 26 maggio 1869 lo dichiarò venerabile. Fu beatificato da Pio XII il 16 giugno 1940 e proclamato santo dallo stesso Pontefice il 21 ottobre 1951. Alla cerimonia di canonizzazione in Roma, era presente un altro grande questuante cappuccino dello stesso convento di Cagliari, fra' Nicola da Gesturi (1882-1958) che (proclamato beato il 3 ottobre 1999 da Papa Giovanni Paolo II). La festa dell'umile frate sardo, mendicante e illetterato ma sapiente secondo Dio, Sant'Ignazio da Laconi, viene celebrata l'11 maggio con un concorso popolare sempre straordinario.