214 1 In nome della somma Trinità e della santa Unità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
215 2 A tutti i reverendi e amatissimi frati, a frate H., ministro generale della Religione dei minori, suo signore, e agli altri ministri generali che saranno dopo di lui, a tutti i ministri e custodi, e ai sacerdoti della medesima fraternità umili in Cristo e 3 a tutti i frati semplici e obbedienti primi e ultimi, 4 frate Francesco, uomo di poco conto e labile, vostro piccolo servo, dà il suo saluto in Colui che ci ha redenti e ci ha lavati nel suo prezioso sangue (Cfr Ap 1,5), 5 udendo il nome del quale, adoratelo con reverente timore proni verso terra (Cfr Gen 19,1): Signore Gesú Cristo, Figlio dell'Altissimo è il suo nome (Cfr Lc 1,32), che è benedetto nei secoli. Amen.
216 6 Udite, figli del Signore e fratelli miei, e prestate gli orecchi alle mie parole (At 2,14). 7 Inclinate l'orecchio del vostro cuore (Is 53,3) e obbedite alla voce del Figlio di Dio. 8 Custodite nelle profondità di tutto il vostro cuore i suoi precetti e adempite perfettamente i suoi consigli. 9 Lodatelo poiché è buono, e esaltatelo nelle opere vostre (Sal 135,1; Tb 13,6), 10 poiché vi mandò per il mondo intero affinché testimoniate la sua voce con la parola e con le opere e facciate conoscere a tutti che non c'è nessuno onnipotente eccetto Lui (Tb 13,4). 11 Perseverate nella disciplina (Eb 12,7) e nella santa obbedienza e adempite con proposito buono e fermo quelle cose che avete promesso. 12 Il Signore Dio si offre per voi come per dei figli.
I.
DEL RISPETTO VERSO IL CORPO DEL SIGNORE
217 13 Perciò vi scongiuro tutti, o fratelli, baciandovi i piedi e con tutto l'amore di cui sono capace, che prestiate, per quanto potrete, tutto il rispetto e tutta l'adorazione al santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesú Cristo, 14 nel quale tutte le cose che sono in cielo e in terra sono state pacificate e riconciliate (Col 1,20) a Dio onnipotente.
II.
DELLA SANTA MESSA
218 15 Prego poi nel Signore tutti i miei frati sacerdoti che sono e saranno e che desiderano essere sacerdoti dell'Altissimo, 16 e quando vorranno celebrare la Messa, puri, in purità offrano con profondo raccoglimento il vero sacrificio del santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesú Cristo, con intenzione santa e monda, 17 non per motivi terreni o per timore o amore di alcun uomo, come se dovessero piacere agli uomini (Ef 6,6; Col 3,22). 18 Ma ogni volontà, per quanto l'aiuta la grazia di Dio, si orienti a Lui, desiderando con la Messa di piacere soltanto al sommo Iddio, poiché nella Messa Egli solo opera, come a Lui piace; 19 sue infatti, sono le parole: Fate questo in memoria di me(Lc 22,19); se uno farà diversamente diventa un Giuda traditore e si fa reo del corpo e del sangue del Signore (1Cor 11,27).
219 20 Ricordatevi, fratelli miei sacerdoti, ciò che è scritto della legge di Mosé; coloro che la trasgredivano, anche solo materialmente, per decreto di Dio morivano senza nessuna misericordia. 21 Quanto maggiori e piú gravi pene meriterebbe di patire colui che calpestasse il Figlio di Dio, e contaminasse il sangue della alleanza, nel quale è santificato, e recasse offesa allo Spirito della grazia? (Eb 10,28-29). 22 Disprezza, infatti, l'uomo, contamina e calpesta l'Agnello di Dio, 23 quando, come dice l'Apostolo, non distinguendo nel suo giudizio (1Cor 11,29), né discernendo il santo pane del Cristo dagli altri cibi o azioni, lo mangia essendo in peccato; oppure senza essere in peccato, lo mangia con leggerezza e senza le dovute disposizioni. 24 Dice, infatti, il Signore per bocca del profeta: Maledetto colui che compie con frode l'opera del Signore (Ger 48,10). 25 Perciò Dio respingerà i sacerdoti che non vorranno mettere nel loro cuore questo, dicendo: Maledirò le vostre benedizioni (Ml 2,2).
220 26 Udite, fratelli miei, se la beata Vergine Maria è cosí onorata, come è giusto, perché lo portò nel suo santissimo seno; 27 se il Battista beato tremò di gioia e non osò toccate il capo santo del Signore (Cfr Mt 3,13-14); 28 se è venerato il sepolcro, nel quale per qualche tempo Egli giacque; 29 quanto deve essere santo, giusto, degno, colui che Lui non già morituro, ma eternamente vivente e glorioso, Lui, sul quale gli angeli desiderano volgere lo sguardo (1Pt 1,12), accoglie nelle proprie mani, riceve nel cuore e con la bocca, offre agli altri perché lo ricevano? 30 Badate alla vostra dignità, frati sacerdoti, e siate santi perché egli è santo (Lv 11,44). 31 E come il Signore Iddio onorò voi sopra tutti gli uomini, per questo mistero, cosi voi piú di ogni altro uomo amate, riverite, onorate Lui. 32 Gran miseria sarebbe, e miserevole male se, avendo Lui cosí presente, vi curaste di qualunque altra cosa che fosse nell'universo intero!
221 33 L'umanità trepidi, l'universo intero tremi, e il cielo esulti, quando sull'altare, nelle mani del sacerdote, è il Cristo figlio di Dio vivo. 34 O ammirabile altezza, o degnazione stupenda! 35 O umiltà sublime! O sublimità umile, che il Signore dell'universo, Dio e Figlio di Dio, cosí si umili da nascondersi, per la nostra salvezza, in poca apparenza di pane! 36 Guardate, frati, l'umiltà di Dio, e aprite davanti a Lui vostri cuori (Sal 61,9); umiliatevi anche voi, perché egli vi esalti (1Pt 5,6). 37 Nulla, dunque, di voi, tenete per voi; affinché vi accolga tutti colui che a voi si dà tutto.
III.
DELL' UNICA MESSA DELLA FRATERNITÀ
222 38 Ammonisco ed esorto nel Signore, che nei luoghi in cui dimorano i frati, sia celebrata una sola Messa al giorno, secondo il rito della santa Chiesa.
223 39 Se poi nel luogo si troveranno piú sacerdoti, l'uno per amore di carità si contenti di aver partecipato alla celebrazione dell'altro sacerdote, 40 poiché il Signore Gesú Cristo riempie presenti e assenti che sono degni di Lui. 41 Egli, infatti, quand'anche sembri essere in piú luoghi, rimane indivisibile e non conosce detrimento di sorta, 42 ma uno e ovunque, come a Lui piace, opera insieme con il Signore Iddio Padre e con lo Spirito Santo Paraclito nei secoli dei secoli. Amen.
IV.
DEL RISPETTO DELLA SACRA SCRITTURA
224 43 E poiché, chi viene da Dio ascolta le parole di Dio (Gv 8,47), noi perciò, che siamo deputati ai divini uffici, in modo tutto speciale, dovremmo non solo udire e compiere quello che dice Dio, 44 anzi di piú, dovremmo, per radicare in noi l'altezza del nostro Creatore e in Lui la nostra obbedienza, custodire i vasi sacri e i libri liturgici che contengono le sue sante parole.
225 45 Ammonisco, perciò, tutti i miei frati e in Cristo li conforto perché, ovunque troveranno le divine parole scritte, come possono, le venerino 46 e, per quanto spetti ad essi, se non sono ben custodite o giacciono sconvenientemente, disperse in qualche luogo, le raccolgano e le custodiscano onorando nella sua parola il Signore che ha parlato. 47 Molte cose, infatti, sono santificate mediante le parole di Dio (1Tm 4,5), e in virtú delle parole di Cristo si celebra il sacramento dell'altare.
V.
CONFESSIONE DEL SANTO
226 48 Confesso, inoltre, a Dio Padre, e al Figlio e allo Spirito Santo e alla beata vergine Maria, e a tutti i santi in cielo e in terra, e a frate H., ministro generale di questo nostro Ordine, come a mio signore degno di venerazione, e a tutti i sacerdoti dell'Ordine, e agli altri miei frati benedetti, tutti i miei peccati. 49 Ho peccato molto per mia grave colpa, specialmente perché non ho osservato la Regola che promisi al Signore, 50 né ho detto l'ufficio come la Regola prescrive, sia per negligenza sia a causa della mia infermità sia perché sono ignorante e incolto.
VI.
DELLA REGOLA E DELL' UFFICIO
227 51 Perciò scongiuro, come posso, frate H., ministro generale, mio signore, che faccia osservare da tutti inviolabilmente la Regola, 52 e che i chierici dicano l'ufficio con devozione davanti a Dio, non badando alla melodia della voce, ma alla rispondenza della mente, cosí che la voce concordi con la mente e la mente, poi, concordi con Dio, 53 affinché possano, mediante la purezza del cuore, piacere a Dio e non accarezzare gli orecchi popolo con mollezza canto.
228 54 Io poi prometto di osservare fedelmente tutto ciò, come Dio mi darà la grazia, e insegnerò ai frati che sono con me perché li osservino, nell'ufficio e in tutto ciò che la Regola stabilisce.
229 55 Quei frati, poi, che non vorranno osservare queste cose, non li ritengo cattolici, né miei frati: io non li voglio vedere, non ci voglio parlare finché non abbiano fatto penitenza.
230 56 Lo stesso dico per tutti gli altri che vanno vagando, incuranti della disciplina (Cfr Fil 2,8) della Regola; 57 poiché il Signore nostro Gesú Cristo dette la sua vita per non perdere l'obbedienza del Padre santissimo.
231 58 Io, frate Francesco, uomo inutile e indegna creatura del Signore Iddio, dico, per il nostro Signore Gesú Cristo, a frate H., ministro di tutto il nostro Ordine, e a tutti i ministri generali, che saranno dopo di lui; 59 e agli altri custodi e guardiani dei frati, che sono saranno, abbiano presso di sé questo scritto, l'osservino con cura lo custodiscano. 60 E supplico gli stessi che facciano custodire e diligentemente osservare le cose che vi sono scritte, secondo il beneplacito di Dio onnipotente, ora e sempre, finché durerà questo mondo.
232 61 E voi che farete queste cose siate benedetti dal Signore e il Signore (Sal 113,15) sia in eterno con voi. Amen.
233 62 Onnipotente, eterno, giusto e misericordioso Iddio concedi a noi miseri di fare, per tua grazia, ciò che sappiamo che tu vuoi, e di volere sempre ciò che ti piace, affinché interiormente purificati, interiormente illuminati e accesi dal fuoco dello Spirito Santo, possiamo seguire le orme del Figlio tuo, il Signor nostro Gesú Cristo e a te, o Altissimo, giungere con l'aiuto della tua sola grazia. Tu che vivi e regni glorioso nella Trinità perfetta e nella semplice Unità , Dio onnipotente per tutti i secoli dei secoli. Amen.
FF 214-233