«Alors qu’au XVIIème siècle, la révolution scientifique marque l’époque et que les érudits ne cessent de communiquer leurs découvertes dans leurs ouvrages imprimés ou leurs correspondances, alors que dans ce monde restreint mais non fermé, tout le monde connaît tout le monde, un homme de Chartres nommé Cassegrain reste parfaitement mystérieux au point qu’on ignorait jusqu’ici tout de lui, y compris son prénom! Après avoir rappelé la chronologie des faits qui entourent la publication concernant le ‘Télescope Cassegrain’ dans le Journal des Sçavans en 1672, les auteurs font le point sur l’état de l’art du moment, et montrent ce que la science des ‘miroirs à voir de loin et à grossir les espèces’ doit plus particulièrement aux quatre grands noms qui y sont associés: Mersenne, Gregory, Newton et Cassegrain. Ils analysent ensuite les raisons de la notoriété de Cassegrain, avant de s’attaquer au problème de savoir qui était ce personnage. Grâce aux résultats d’une enquête longue et méticuleuse consacrée à la recherche de manuscrits inédits et au dépouillement sur place des registres paroissiaux des lieux oú il a vécu, Chartres tout d’abord, Chaudon, près de Nogent-le-Roi ensuite, l’homme est désormais clairement identifié, et quelques indications sur sa personnalité se font enfin jour. Il s’agit de Laurent Cassegrain, né dans la région de Chartres vers 1629, et mort à Chaudon (Eure-et-Loir) le 31 août 1693». (Dall’estratto di BARANNE A. - LAUNAY FR., Cassegrain: a famous unknown of instrumental astronomy, in Journal of Optics, 4 (1997), vol. 28, 158-172).
«Although the scientific revolution dominates the 17th century and scholars are ceaselessly communicating their discoveries in their printed works or their correspondence, although in this restricted but not enclosed world everybody knows everybody else, nevertheless a man from Chartres (France) named Cassegrain remains so completely mysterious that absolutely nothing was known about him until now, not even his Christian name! After an account of the chronology of the events accompanying the publication concerning the ‘Cassegrain reflecting telescope’ in the ‘Journal des Sçavans’ in 1672, the state of the art at that time is reviewed and it is shown how the science of ‘the mirrors to see far and to magnify objects’ is particularly indebted to the four great names which are associated with it: Mersenne, Gregory, Newton and Cassegrain. The reasons for Cassegrain’s fame are analysed before the formidable task of finding out who he was is undertaken. Following long and meticulous investigations devoted to the search for unpublished manuscripts and the analysis of the parish registers in the places where Cassegrain lived (Chartres first and then Chaudon, near Nogent-le-Roi) the man is henceforth clearly identified and some details about his life and personality are at last brought to light. He is Laurent Cassegrain, born in the region of Chartres around 1629, who died at Chaudon (Eure-et-Loir) on the 31 August 1693» (Dall’estratto di BARANNE A. - LAUNAY FR., Cassegrain: a famous unknown of instrumental astronomy, in Journal of Optics, 4 (1997), vol. 28, 158-172).
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Molti astrofili in tutto il mondo hanno uno o piú telescopi e spesso fra questi c’è almeno uno Schmidt-Cassegrain, il telescopio piú diffuso al mondo. Pochi astrofili purtroppo, o forse pochissimi, sanno che l’ideatore di questo schema ottico di successo, anche per la sua relativa economicità, è un sacerdote cattolico francese vissuto nel Seicento: Laurent Cassegrain. Non è facile trovare notizie su di lui; la storia non ci ha tramandato nemmeno un ritratto o una qualsiasi immagine del suo volto. Anche le notizie sul Web sono poche ed essenziali. Questa modesta pagina vuole essere un omaggio ad un uomo che ha saputo fare del servizio di Dio, degli uomini e della scienza la sua vita.
Laurent Cassegrain nacque nella regione francese di Chartres intorno al 1629 da Mathurin Cassegrain e Jehanne Marquet. Sul suo percorso formativo non si sa molto, si sa per certo che nel 1654 era già sacerdote e docente di scienze al Collège Pocquet di Chartres. I suoi interessi spaziavano dall’acustica all’ottica e alla meccanica. Fu anche il curato di Chaudon (Eure-et-Loir), dove morirà a 64 anni, il 31 agosto 1693.
Il riflettore Cassegrain
Il telescopio di Cassegrain è un telescopio a riflessione che consente la visualizzazione di un oggetto lontano attraverso uno specchio secondario convesso, riflettente la luce attraverso un foro praticato nel primario stesso, fino all’oculare. Il tutto con un’ostruzione relativamente ridotta del primario.
Le prime notizie riguardo a questo schema ottico compaiono nell’ottava edizione della rivista scientifica francese Recueil des Mémoires et conférence concernant les arts et les Sciences, pubblicata da Jean-Baptiste Denys il 25 aprile 1672. In essa si trova un estratto di una lettera scritta da un tal M. de Bercé, studioso di Chartres e membro della francese Académie des Sciences. M. de Bercé riferí che un uomo di nome Cassegrain aveva scritto una lettera circa il megafono allegando una nota su un nuovo tipo di telescopio riflettore. In esso uno specchio convesso secondario viene collocato dinanzi ad uno specchio primario concavo. La nota era quasi contemporanea alla pubblicazione che descriveva la costruzione del primo telescopio riflettore: si trattava del telescopio di Isaac Newton.
Nel febbraio del 1672 Newton informò del suo nuovo telescopio Christiaan Huygens, che pubblicò prontamente la notizia. Huygens scrisse anche a Jean Gallois per segnalare la nuova invenzione; la lettera venne pubblicata il 29 febbraio 1672 dal Journal des sçavans. In Inghilterra, l’invenzione di Newton divenne di dominio pubblico circa un mese dopo, grazie al numero 81 delle Philosophical Transactions del 25 Marzo 1672.
Il 13 giugno 1672 Christiaan Huygens scrisse una durissima critica contro lo schema ottico del Cassegrain, forse perché Huygens temeva che l’innovazione di Newton potesse uscirne sminuita. Quali che siano le motivazioni, le polemiche eccessive che ne seguirono fecero sí che persino il nome di Cassegrain fosse dimenticato.
Lettera di Christiaan Huygens, Réflexions sur
la description d’une lunette publiée sous le nom de Monsieur
Cassegrain
[Letter n. 1892, addressed to Jean Gallois], Œuvres complètes,
VII, 1888, 189-191.
L’origine del Cassegrain restò cosí a lungo sconosciuta ai piú. Per molto tempo numerose opere riportarono al riguardo informazioni incerte. L’Enciclopedia Britannica, per esempio, fino alla 15a edizione del 1974, riportò solo la voce “Cassegrain, N.” (basandosi forse sull’opera di FERDINAND HOEFER, Nouvelle Biographie générale, Paris, 1855). Alcuni autori hanno suggerito che la voce riguardasse Nicolas Cassegrain, nulla a che fare con l’autore del nuovo telescopio. Altre fonti come, per esempio, La grande Encyclopédie (IX, 696) riportarono il nome di Guillaume, uno scultore menzionato nelle carte di Luigi XIV tra il 1684 e il 1686 e anche in un atto notarile parigino del 1693. Altre fonti riportano il nome di Jacques, un chirurgo o un medico, menzionato nelle Mémoires de l’Académie des Sciences, probabilmente dopo aver riparato, nel 1691, l’orologio del campanile della cattedrale di Chartres, danneggiato dal maltempo.
Solo nel 1997 due abili astronomi francesi, André Baranne e François Launay, dopo un’indagine lunga e meticolosa, che includeva manoscritti inediti e registri parrocchiali dei luoghi in cui visse Cassegrain (Chartres e poi Chaudon, nei pressi di Nogent-le-Roi), identificarono Laurent come il candidato piú probabile. Già molti anni prima tuttavia un cratere lunare venne designato con il suo nome, in memoria della sua opera e del telescopio piú diffuso nel mondo.
Un manoscritto con la firma di Laurent Cassegrain
La storia ha dimostrato che Huygens e Newton sbagliarono, o quanto meno esagerarono, nel criticare l’opera di Cassegrain. Il suo progetto è oggi alla base di molti dei piú grandi telescopi del XX secolo, tra cui il telescopio spaziale Hubble e il Telescopio Hale sul Monte Palomar (USA). Un tema ricorrente nella letteratura scientifica divulgativa di basso livello è quello dello scontro o perfino dell’inconciliabilità tra religione e scienza. La storia dell’astronomia ha smentito ripetutamente questo infondato luogo comune. Il telescopio Cassegrain è stato ideato da un sacerdote cattolico. Lo stesso telescopio di Keplero fu realizzato in primo luogo da Christoph Scheiner, un altro sacerdote cattolico.
Qualcosa di simile accadde anche al sacerdote e astronomo Marin Mersenne, raramente menzionato nella storia moderna dell’astronomia. Diverse enciclopedie ottocentesche invece, tra cui l’Encyclopedia Americana, identificarono Mersenne come il vero inventore del telescopio riflettore o quanto meno sottolinearono l’importanza che ebbe il suo contributo. Nonostante questo, prima della metà del XX secolo Mersenne quasi scomparve dalla storiografia astronomica. Purtroppo l’importanza data ad una figura storica spesso dipende molto dai pregiudizi e dalle ideologie dominanti, tanto piú quanto piú ci si allontana dal rigore dell’indagine scientifica.
Una figura non meno straordinaria (e altrettanto dimenticata) fu quella di Nicola Zucchi (1586-1670), nato a Parma (Italia), il 6 dicembre 1586 da una famiglia aristocratica. Zucchi studiò retorica a Piacenza e teologia a Parma, nel collegio dei gesuiti. Entrò infine nell’Ordine nel 1602. I primi anni della sua carriera trascorsero nell’insegnamento della matematica, della retorica e della teologia presso i collegi gesuitici di Roma e Ravenna. In seguito divenne anche predicatore apostolico. L’interesse di Zucchi per l’astronomia fu incoraggiato da Keplero, che lo incontrò durante una visita alla corte dell’imperatore Ferdinando II. Ne scaturí cosí un fecondo rapporto epistolare. Prima di incontrare Keplero tuttavia, nel 1616 Zucchi progettò uno dei primi telescopi riflettori: sebbene la qualità dello strumento fosse ancora modesta nel 1630 gli fu possibile scoprire le cinture di Giove e, dieci anni dopo, poté esaminare le macchie sul pianeta Marte.
Zucchi descrisse il suo telescopio riflettore nel trattato Optica philosophia experimentalis et ratione a fundamentis constituta, pubblicato nel 1650. È risaputo che l’opera influenzò anche James Gregory e Isaac Newton, i quali, intorno al 1660, riusciranno finalmente a costruire i migliori telescopi riflettori dell’epoca.
«Place Laurent Cassegrain, curé de Chaudon,
inventeur du teléscope le plus utilisé dans le monde»
Fonti
BARANNE A. - LAUNAY FR., Cassegrain: a famous unknown of instrumental astronomy, in Journal of Optics, 4 (1997), vol. 28, 158-172.
FRED W., Stargazer: The Life and Times of the Telescope, 131.
HOCKEY TH., voce “Cassegrain”, in The Biographical Encyclopedia of Astronomers, Springer Publishing, 2009.
HUYGENS CH., Réflexions sur la description d’une lunette publiée sous le nom de M. Cassegrain [Letter 1892, addressed to Jean Gallois], Œuvres complètes, VII, 1888, 189-191.
KITCHIN C. R., Telescopes and techniques, 3a ed., Springer, 2013, 10-12.
WILSON T., Reflecting Telescope Optics, I, 2a ed., Springer, 2007, 488-489.
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