(La numerazione progressiva a margine senza formattazione è riportata dalla serie degli EV)
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Verso la fine di gennaio dello scorso anno è comparso nelle librerie il volume Povera santa, povero assassino - La vera storia di Maria Goretti, scritto dallo storico Giordano Bruno Guerri e pubblicato dalla casa editrice Mondadori, Milano (1985).
Detto volume in parte può collocarsi tra le biografie di santi, beati o servi di Dio scritte da persone agnostiche in materia di fede, con l'assicurazione che le loro ricerche - proclamate come originali e condotte con assoluto rigore scientifico - comportano risultanze ben diverse da quelle offerte dall'agiografia tradizionale, nonché, per così dire, definitive per la conoscenza della vita e del messaggio di quei medesimi protagonisti. Ma soprattutto si presenta come un documento di denunzia nei confronti d'una santità - quella di Maria Goretti - che si dichiara inventata per mezzo d'un processo fondato su dei falsi.
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Queste parole, o per essere più precisi "i falsi di un processo canonico ed i veri motivi che convinsero la Chiesa a inventare una santità" possono infatti leggersi nella quarta pagina di copertina del volume in questione. D'altro canto esso, fatto oggetto, anche anteriormente alla sua pubblica diffusione, di particolare attenzione da parte della stampa, nonché di numerosi dibattiti - il primo dei quali organizzato dalla casa editrice e preannunciato come una specie di processo alla canonizzazione stessa - è diventato una sorta di"caso" intorno al quale discutere anche i metodi di lavoro delle postulazioni, dei tribunali e della Congregazione per le cause dei santi.
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Di fronte al turbamento che la vicenda andava procurando nei fedeli e nelle persone intellettualmente oneste, la congregazione medesima, il 5 febbraio 1985, ritenne opportuno costituire un'apposita "commissione", nel senso che deputò un gruppo di esperti nelle discipline teologiche, storiche e giuridiche al compito di replicare al contenuto del citato volume, offrendo nel contempo al più vasto pubblico una sintesi dei fondamenti teologici della santità, nonché della metodologia e della prassi usate nei processi di canonizzazione.
Di ciò venne data notizia con un comunicato pubblicato, in pari data, su L'Osservatore Romano, mediante il quale si dichiarava che le risultanze dei lavori di detta "commissione" sarebbero state rese pubbliche.
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Da parte interessata venne affermato che il comunicato or ora ricordato anticipava - con il sollevare gravi riserve nei confronti di molte affermazioni contenute nell'opera del Guerri - le conclusioni della "commissione", ancor prima che essa si riunisse; inoltre, e per chiari fini propagandistici, si giunse ad asserire che il libro in esame aveva costretto la Chiesa a riesaminare il processo di canonizzazione della piccola martire della paludi pontine. Affermazioni queste prive d'ogni fondamento: innanzi tutto perché qualunque persona con una certa conoscenza delle fonti concernenti il detto processo non poteva, già sulla base d'una semplice lettura del volume del Guerri, non rilevare - come fu fatto dallo stesso cardinale prefetto Pietro Palazzini e da altri in alcune interviste rilasciate a vari organi d'informazione - gli errori e le inesattezze del libro medesimo; in secondo luogo perché alla "commissione" (e non poteva essere diversamente) era stato assegnato il compito d'offrire, mediante una confutazione, il ristabilimento della verità dei fatti.
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Del resto, se, fin dal suo apparire, al libro in esame non sono certo mancate le osservazioni critiche, anche da parte "laica", soltanto un confronto diretto tra gli atti della Causa di canonizzazione ed il volume del Guerri avrebbe potuto fare piena luce sulla falsità di tante asserzioni in esso contenute, come pure sulla metodologia storica usata che, sotto molti aspetti, non ha nulla a che vedere con una metodologia scientifica, manifestando piuttosto le "qualità" tipiche della storia romanzata.
Nell'assolvere il proprio compito, ed allo scopo di far conoscere la grave mancanza di serietà scientifica del libro in esame, non già in modo generico, ma preciso e dettagliato, la "commissione" si è quindi basata soprattutto sugli atti del processo penale a suo tempo istruito contro l'assassino di Maria Goretti, sulle deposizioni giurate dei numerosi testi ascoltati nei processi canonici, sui documenti che fanno parte degli atti processuali e sui voti scritti di coloro che presero parte alle discussioni che si susseguirono, a varie fasi e riprese, presso l'allora Sacra Congregazione dei riti. I giudizi della "commissione" si fondano solo eccezionalmente sulle diverse biografie di Maria Goretti, che sono di valore molto eterogeneo, utilizzate invece ampiamente dal Guerri, peraltro a modo suo e ad onta dei giudizi sprezzanti emessi nei loro confronti.
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Nell'esposizione delle risultanze del proprio lavoro, la "commissione" ha ritenuto opportuno raccogliere in una sorta di "libro bianco" i riscontri effettuati sugli atti ufficiali e sui documenti, fornendo ovviamente i riferimenti tanto ai medesimi quanto alle asserzioni contenute nel volume in esame. La doverosa aggiunta di questo apparato scientifico è in forte contrasto con la metodologia del Guerri il quale si dispensa dal documentare le sue affermazioni, rendendo così difficile, per non dire praticamente impossibile, una verifica per chi non abbia sotto mano i documenti autentici. Abbiamo detto "molte affermazioni", perché si è volutamente concentrata l'attenzione sugli aspetti più salienti delle tesi del Guerri.
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Con ciò si vuol rilevare che la "commissione" non pubblica la discussione di numerose digressioni ed affermazioni gratuite che non hanno diretta attinenza con la sostanza della questione. Ma questo silenzio non comporta una tacita approvazione delle altre opinioni e giudizi che Guerri propone con tanta sicumera e che tanti storici, sociologi e psicologi di fama hanno già agevolmente contraddetto nei mesi sin qui trascorsi o potrebbero agevolmente contraddire. Nè la "commissione" ha inteso scrivere una nuova biografia di s. Maria Goretti. Tra quelle già esistenti, infatti, ve ne sono anche di apprezzabili, in particolare quella intitolata S. Maria Goretti nelle paludi pontine ad opera dei padri Fortunato Ciomei e Simone Sconocchia c.p., ed edita a cura della Basilica della Madonna delle Grazie e di S. Maria Goretti di Nettuno (5 ediz., 1981), nonché - per l'analisi concernente la psicologia dell'età evolutiva - quella scritta dal p. Giovanni Alberti c.p. (Maria Goretti, Città Nuova, Nettuno 1981), e certamente non mancheranno in futuro studiosi di valore che torneranno ad offrire al vasto pubblico l'autentica immagine della piccola martire, come può desumersi da una ricerca seria e spassionata, alla quale anche il lavoro compiuto da questa "commissione" potrà in qualche modo essere di contributo.
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La "commissione" ha invece inteso svelare: A) che l'uso operato dal Guerri di fonti di primaria importanza quali gli atti del processo penale a carico di Alessandro Serenelli e gli atti dei processi per la cononizzazione di Maria Goretti è lacunoso, inesatto e sovente erroneo, di guisa che nei confronti di essi viene operata un'autentica manipolazione che sfocia nella falsificazione. B) che la ricostruzione di realtà ed avvenimenti legati al martirio di Maria Goretti è spesso - e sempre per quel che attiene alla sostanza - condotta sulla base ora di presupposti, ora di supposizioni offerte poi come certezze e neppure congruenti tra di loro (e nell'ambito d'una visione che umilia sentimenti e valori) nonché costellata anch'essa da inesattezze ed errori talvolta gravi e comunque inaccettabili in un'opera storica.
A tale riguardo l'esposizione fa riferimento ai seguenti punti:
1. L'ambiente generale.
2. L'ambiente familiare e la personalità di Maria Goretti.
3. La figura di Alessandro Serenelli, assassino di Maria Goretti.
4. La questione delle "tentazioni".
5. La questione delle "minacce".
6. La questione del movente dell'uccisione di Maria Goretti.
7. L'irrealtà d'un presunto consenso di Maria Goretti alle profferte del Serenelli.
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Affinché appaia la fondatezza della nostra critica, indichiamo con precisione i principali errori contenuti nel libro in esame. A tale scopo indichiamo in primo luogo la pagina del libro del Guerri e a fianco - fra parentesi - quella delle "Annotazioni" contenenti la configurazione delle sue asserzioni.
1. Errori nella lettura e nell'interpretazione degli atti del processo penale a carico di Alessandro Serenelli, assassino di Maria Goretti: 131-133 (14) - 131 (14-15) - 132 (15) - 131 (15-16) - 131 (16) - 131 (17) - 132 (17-18) - 132 (18) - 133 (18-20).
2. Errori nella lettura e nell'interpretazione degli atti dei processi di canonizzazione di Maria Goretti: 141 (20) - 153 (20-21) - 153-154 (21-22) - 154 (22) - 157 (22) - 161 (22-23) - 167-168 (23-24) - 171 (24-25) - 171-172 (25-26) - 172-173 (26-29) - 173 (29-30) - 173 (30-31) - 173 (31) - 173-175 (31) - 173-174 (32) - 174 (32-33) - 174 (33-34) - 174-175 (34-35) - 175 (35) -175 (35) - 175 (35-36) - 175( 36) - 176 (36-37) - 179 (37-38) -179 (38-39) - 181 (39-40) - 183 (40) - 184-185 (41) - 187 (41) -189 (41-44).
3. Errori circa alcuni aspetti fondamentali del martirio di Maria Goretti:
1) La ricostruzione dell'ambiente generale: 15-77 (48-51).
2) La ricostruzione dell'ambiente familiare e la personalità di Maria Goretti: 11 (51) - 76 (51-52) - 76-77 (52-54) - 77 (54-55) - 81 (55-56) - 82 (56) - 82 (56-57) - 83 (57) - 86 (57-58) - 177-178 (58-63) - 86 (63-64) - 88(64) - 89 (65) - 89-90 (65-66) - 90 (66) - 91-92 (66-69) - 92 (69-70) - 92 (70-72) - 97 (72).
3) La figura di Alessandro Serenelli, l'assassino di Maria Goretti 100-101 (72-73) - 104 (73-74) - 114 (74-75) - 158-159 (75-77) - 160-161 (77-78) - 160-162 (78-82) -162 (82-83) -165-166 (83) - 166 (83-84) - 193 (85-86).
4) La questione delle "tentazioni": 110 (86-92) - 111 (92-94 - 111 (93-94) - 114-115 (94).
5) La questione delle "minacce": 110 (94-97).
6) La questione del movente dell'uccisione di Maria Goretti: 113-114 (98-107).
7) La questione di un presunto consenso di Maria Goretti alle profferte del Serenelli: 117-119 (108-126).
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Come apparirà da quanto esposto nelle "Annotazioni" di questo volume, l'opera del Guerri non può in alcun modo essere considerata come l'esposizione della "vera storia di Maria Goretti". Conseguentemente essa è una pretestuosa denuncia di "falsi" operati dalla Chiesa nel processo canonico. Risulterà pure con chiarezza quanto prive di fondamento e anche ingiuriose siano le illazioni del Guerri circa i "veri motivi che convinsero la Chiesa a inventare una santità". Il tutto permetterà di rendersi conto della inanità degli argomenti addotti dal Guerri ed in base ai quali egli ha cercato di smantellare, distruggere e anche - è doveroso dirlo - vilipendere una giovane santa, povera sì, ma ricca di quello che Dio solo sa dare ai piccoli in questo mondo: la fede e l'amore.
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A completamento di quanto sopra fanno quindi seguito: 1) alcune chiarificazioni teologiche sulla santità cristiana e circa l'unione fra i fedeli ed i santi; 2) alcune informazioni storiche sul culto dei santi ed in merito alla procedura seguita dalla Chiesa nelle canonizzazioni.
Con ciò la "commissione" ritiene di aver assolto il compito commessole ed affida il proprio lavoro ad ogni persona che, anche se non consapevole che la vita è un dono di Dio ed una missione da compiere, è comunque "di buona volontà", affinché si formi il proprio ponderato giudizio.
Roma, 2 febbraio 1986.
EV 10
N.B. Si raccomanda la consultazione dei testi originali presso il sito della Santa Sede. È inoltre possibile richiedere i documenti presso il sito della Libreria Editrice Vaticana.