Ritiene che la figura del cappellano militare sia indispensabile all'interno delle caserme? Per quale motivo?
Ovviamente sì, in caso contrario non sarebbe proprio possibile fare una scelta del genere. Anche se oggi le caserme nella maggior parte dei casi non sono piú, come una volta strutture "vissute a tempo pieno", la presenza del cappellano è sempre preziosa. Lo è per i credenti, per ovvie ragioni, ma anche per i non credenti, perché in ogni caso viene loro offerto un approccio umano ai problemi che non è quello puramente professionale del medico, dello psicologo o dell'ufficiale consigliere.
Ciò non significa che queste categorie di persone non siano in grado di offrire il meglio di sé anche in termini umani. Più difficilmente però avranno una visione dell'uomo nella sua dimensione integrale e soprattutto spirituale. La medicina, la psicologia e il diritto non bastano a rendere ragione dell'uomo e a rispondere a tutte le sue esigenze. È essenziale quindi un rapporto complementare fra il cappellano, il medico e l'ufficiale consigliere tale da sfociare in una collaborazione aperta e fruttuosa.
La presenza del cappellano poi è ancor piú necessaria in quelle realtà operative dove spesso il militare si confronta con i problemi esistenziali e sociali in modo anche drammatico. Se c'è una categoria di persone che - volente o nolente - deve fare drammaticamente i conti con la vita e con la morte è quella militare, spesso chiamata a decidere nell'immediato se sia opportuno agire o no, con esiti non facilmente valutabili.