«Lo s. è un esercizio fisico che tende a coltivare la dignità e l'armonia del corpo umano, a svilupparne la salute, il vigore, l'agilità, la grazia. Il corpo umano è un capolavoro di Dio nell'ordine della creazione visibile, destinato a fiorire sulla terra per diventare immortale nel cielo, e lo sforzo per mantenerlo sano e accrescerne le risorse è in se stesso onesto e lodevole. Lo sviluppo e il dominio delle energie racchiuse nel nostro corpo mette in evidenza la larghezza delle doti attribuite dal Signore all'uomo e il coordinamento delle sue leggi e dei suoi dinamismi.

Contribuisce anche a rendere il corpo umano strumento docile ed efficiente dello spirito. Infatti sebbene basato su uno sforzo fisico, lo s. ha sempre come fattore determinante lo spirito che anima ogni attività dell'uomo. Lo s. è un'attività libera, responsabile, morale, che può contribuire al perfezionamento dell'uomo e all'aumento della vita spirituale. Nelle sue svariatissime forme, praticato individualmente o in associazione con altri, lo s. non è mai un valore assoluto, indispensabile alla formazione umana e cristiana, e non va elevato a scopo supremo della vita; ha una funzione strumentale nell'insieme delle attività umane e nel quadro più vasto delle finalità intese dal Creatore.

Praticato fin dall'antichità, lo s. ha assunto nel nostro tempo proporzioni enormi, per le schiere dei partecipanti e per le folle che se ne interessano, fino a diventare un fenomeno tipico della società moderna. Questo sviluppo è dovuto, almeno in parte, alla valorizzazione del suo contenuto educativo e spirituale.

 

 Un prezioso aiuto nella formazione completa dell'uomo

Un mezzo per formare l'uomo completo

 

 

 

1. Valore educativo. - Lo s. oggi non è più considerato unicamente come un sollievo, una ricreazione, secondo il senso originale della parola, ma come una forma di educazione, un mezzo per formare l'uomo completo. Lo sforzo teso allo sviluppo delle facoltà fisiche è ordinato alla formazione del carattere, nella padronanza e nell'esercizio armonico di tutte le proprie forze. Sottoponendo il corpo a una disciplina rigida, abituandolo alla fatica, alla resistenza nel dolore, alla temperanza, lo s. è un rimedio contro la tendenza alla mollezza e alla pigrizia, raffina i sensi e conferisce penetrazione all'intelletto, suscita il coraggio ed educa al disprezzo del pericolo senza commettere imprudenze, e in tal modo predispone alla grandezza morale.

La competizione leale, cavalleresca mette al di sopra della frode, del raggiro meschino, dispone alla risolutezza, alla sopportazione, alla convivenza, tutte virtù naturali che servono di base alle elevazioni ascetiche, e preparano a sostenere i compiti e le responsabilità della vita familiare e sociale. Pio XII loda "un moderato esercizio degli s., che se ben compresi possono e devono essere un prezioso aiuto nella formazione completa dell'uomo e del perfetto cristiano, che pensa e agisce secondo la ragione illuminata dalla fede" (Lettera alla XXIII Settimana Sociale del Canada, 27 luglio 1946: AAS, 38 [1946], 380). La preparazione paziente, minuziosa, perseverante, l'esercizio fisico, dosato con metodo, la costanza nello sforzo, impegnato alla riflessione alla razionalizzazione dell'impiego delle proprie energie, alla perseveranza nelle imprese, alla tolleranza nei disagi, che sono le doti delle personalità robuste e il presupposto per la riuscita di ogni iniziativa, sul piano naturale e su quello soprannaturale.

 2. Contenuto spirituale. - Tutti i problemi e le attività umane trovano nuova luce e più vaste prospettive alla luce della fede. La concezione cristiana nobilita lo s. mettendolo a servizio di un ideale superiore, per conquiste definitive nel campo della perfezione personale. L'invito di san Paolo a "fare tutto per la gloria di Dio" (1Cor 10, 31) contiene una massima ascetica fondamentale nel cristianesimo, valida anche per lo s. che vi trova la norma per inserirsi come elemento positivo nel movimento di ricerca e di accostamento all'ultimo fine. Il Concilio Vaticano II considera lo s. come uno dei "mezzi che appartengono al patrimonio comune degli uomini e che sono particolarmente adatti al perfezionamento morale e alla formazione umana" (GE 4). Contribuisce infatti allo sviluppo della vita cristiana in diversi modi:

a) Come simbolo e richiamo alla lotta spirituale, incessante, che il cristiano deve sostenere per il controllo degli istinti e delle tendenze deteriori, per resistere agli stimoli e tentazioni che provengono dal di fuori, dal mondo e dal demonio, e per impiegare saggiamente tutte le proprie risorse fisiche, morali e intellettuali al servizio del Signore, in vista di un premio eterno. San Paolo usa immagini prese dallo s. per inquadrare nella realtà concreta la vita cristiana, e dalle esigenze atletiche deduce le norme del combattimento spirituale: "Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile. Io dunque corro, ma non come chi è senza meta; faccio il pugilato, ma non come chi batte l'aria, anzi tratto duramente il mio corpo e lo trascino in schiavitù perché non succeda che dopo avere predicato agli altri, venga io stesso squalificato" (1Cor 9,24-27).

Il pensiero paolino è ripreso e spiegato da Pio XII: "Lo s., quando sia inteso cristianamente, è di per sé un'efficace scuola per quel grande cimento che è la vita terrena, le cui mete sono la perfezione dell'anima, il premio della beatitudine, la gloria immarcescibile dei santi. Di questo agone più alto lo s. non è che una pallida immagine, ma con quali differenze! Mentre ai cimenti sportivi si è liberi di partecipare, nell'agone spirituale è necessario che tutti entrino e perseverino; mentre in quelli uno solo tra molti ottiene la palma, in questo la vittoria è disposta a incoronare tutti e ciascuno; ma, soprattutto, mentre in quelli, ove manchino le energie, altro non resta che ritirarsi e dichiararsi vinti, in questo è sempre pronta a sollevare e rinvigorire le declinanti forze la forza stessa di Dio, che vuole tutti gli uomini salvi e vincitori. Vi esortiamo quindi... a riservare la miglior parte della vostra ambizione e delle vostre energie all'agone dello spirito, nella ferma fiducia di giungere vittoriosi alla palma, mediante l'indomita volontà e con la grazia e l'esempio dell'unico vincitore del mondo, Gesù Cristo" (Discorso ai membri del Centro sportivo italiano, 9 ott. 1955: AAS, 47 [1955], 732). Lo s. ricorda ai fedeli che la perfezione della vita cristiana non è un fiore che cresce da solo, ma la conquista di sforzi coordinati e diuturni, della disciplina e del coraggio. Ogni vero cristiano è un atleta dello spirito che combatte per la verità e la virtù, in vista del premio eterno promesso alla fedeltà nell'ambito degli impegni battesimali: "Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non soltanto a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione" (2 Tm 4, 7-8).

b) Come preparazione e sussidio alla vita di perfezione. Con il suo contenuto etico e agonistico lo s. diventa un elemento di equilibrio interiore, favorisce lo sviluppo armonico di tutte le energie, offrendo al cristiano gli strumenti idonei per il lavoro di santificazione. Non è un mezzo proporzionato, per accrescere direttamente la vita della grazia, ma può concorrervi indirettamente educando l'intelletto e la volontà e sviluppando le virtù umane che precedono il lavoro ascetico. La lealtà, la docilità agli ordini di chi presiede alla competizione, la fedeltà agli impegni, il coraggio e la disciplina, la modestia nei trionfi, la generosità verso chi soccombe, la serenità nell'avversa fortuna, sono disposizioni acquistate nell'esercizio dello s. che servono e aiutano ad impegnarsi con fermezza e tenacia nell'acquisto e nell'esercizio delle virtù soprannaturali, in vista della perfezione personale e della vita eterna. Il vigore della volontà, che nello s. agonistico è determinante per il buon successo, ne è pure il frutto.

Questo vigore diventa una risorsa di valore incalcolabile quando si intraprende il lavoro spirituale, per la purificazione dell'anima e per l'acquisto delle virtù, con tutte le difficoltà, le resistenze, le lotte che l'accompagnano. il coraggio fisico e la saldezza del carattere conquistati con l'esercizio degli s., servono non solo a guadagnare stima e prestigio tra gli uomini, ma ad intraprendere con maggiore alacrità e più fondate probabilità di riuscita l'ascesi dello spirito: "L'agone fisico diventa, così, quasi un'ascesi di virtù umane e cristiane; tale anzi deve diventare ed essere, per quanto duro sia lo sforzo richiesto, affinché l'esercizio dello s. superi se stesso, consegua uno dei suoi obbiettivi morali e sia preservato da deviazioni materialistiche che ne abbasserebbero il valore e la nobiltà" (Discorso di Pio XII, ai partecipanti al Congresso scientifico nazionale italiano dello Sport e dell'Educazione fisica, 8 nov. 1952: AAS, 44 [1952], 875). Il Concilio Vaticano II riconosce che "le attività sportive giovano a mantenere l'equilibrio dello spirito anche nella comunità e offrono un aiuto per stabilire fraterne relazioni, fra gli uomini di tutte le condizioni, di nazioni o di stirpi diverse" (GS 61).

c) Come affermazione dei diritti di Dio e mezzo di apostolato. L'elemento religioso apre allo s. nuove prospettive, come dimostrazione della concordanza che esiste tra le aspirazioni e le attività umane e i principi cristiani. Il cristianesimo autentico non rinnega i valori umani, ma ne favorisce lo sviluppo graduale e il massimo impiego; rifiuta solo ciò che è degradante e in contrasto con i beni e le finalità supreme. Il miglior modo di fare l'apologia della religione, e di farla penetrare nella mentalità refrattaria del mondo moderno, è quello di presentarla in armonia con i doveri sociali e civili, come sostegno e difesa degli stessi valori umani.

Lo s. senza essere un'attività specificamente apostolica, mostra con i fatti la forza dei principi religiosi capaci di lievitare e valorizzare ogni forma di vita umana immettendola nell'alveo della volontà divina, e in questo modo, rivelando aspetti meno noti e distruggendo pregiudizi inveterati, favorisce l'incontro con Dio sul piano dell'attività professionale. Tenuto conto, poi, che lo s. viene praticato comunemente in associazioni, offre anche la possibilità di esercitare, con l'esempio e la parola, un influsso diretto sui compagni. Professando serenamente la propria fede e compiendo con fedeltà i doveri religiosi, gli sportivi esercitano un apostolato fecondo nel loro ambiente, e collaborano alla cristianizzazione di un'attività specifica che, esercitata in modo onesto, può lasciare impressioni costruttive su quanti vi partecipano».

 

 

 

 

 

 

Cfr. MARCHETTI A., CAPRIOLI M., voce Spiritualità dello sport in AA. VV., Dizionario enciclopedico di Spiritualità, III, a cura di Ermanno Ancilli, Ed. Città Nuova, Roma 1990, 2046-2048.