Questo breve schematico racconto della mia prigionia non può essere completo; né vi possono trovare posto tutte le vicende vissute, tutto quanto ho veduto e compreso.

Mi sarebbero necessari, per tutto raccontare, tempo e mezzi, dell'uno e degli altri non potrei oggi disporre; ma forse un giorno arricchirò questi ricordi con tutto il materiale di cui non mi è possibile oggi far uso, per piú di una ragione.

Ho scritto queste pagine con il desiderio di fare testimonianza della semplicità con cui i nostri soldati hanno compiuto il loro dovere e hanno dato, senza odio e rancore, la loro vita per la patria.

Diamo alle famiglie dei caduti e dispersi in Russia e a quelle, poche, a cui i loro cari fecero ritorno, il ricordo di quegli anni di eroico martirio, ricordo puro e sciolto da impegno polemico.

Agli Ufficiali e soldati che con me condivisero la prigionia, anche se non nominati in queste pagine, rendo merito di aver sempre dimostrato a noi cappellani un sincero attaccamento, comprensione e sovente anche amichevole indulgenza.

Nel ricordo dei nostri fratelli lasciati laggiú, rimaniamo uniti sotto i due simboli che per i morti e per i vivi in Russia sono stati gli unici emblemi sacri: la croce di Cristo e il tricolore.

Padre Giovanni Brevi Cappellano militare capo, Medaglia d'Oro al V. M.