Chiunque predichi una fede che non riconosca Gesú Cristo come Dio e come uomo predica una fede che non viene da Dio, che anzi è contro Dio. Da quando il Verbo si è fatto carne la vera fede è distinguibile da due diversi sigilli che non possono essere alterati o manomessi e devono essere entrambi sempre presenti.

Chi predica l’amore di Dio senza l’amore per l’umanità non è da Dio.

Chi predica l’amore per l’uomo odiando Dio non è da Dio.

Ogni volta che ci troviamo di fronte al disprezzo e all’odio dell’umanità in quanto tale ci troviamo dinanzi allo spirito dell’anticristo che odia l’uomo e tutto ciò che è dell’uomo essendo l’uomo immagine vivente di Dio.

Ormai da quanto abbiamo detto dovrebbe essere evidente una cosa: la fede cristiana non è estranea ai nostri affetti, alle nostre esigenze umane piú profonde, alla nostra vita affettiva e di relazione. La fede pertanto se non tocca nel concreto la nostra vita non è credibile: è segno che non l’abbiamo intesa rettamente e che quindi non la stiamo “vivendo autenticamente”. Ancora una volta ascoltiamo Teresa d’Avila che parla appassionatamente dell’amore di Cristo:

«Ricordiamoci sempre dell’amore di Cristo. Chi ha come amico Cristo Gesú e segue un capitano cosí magnanimo come lui, può certo sopportare ogni cosa; Gesú infatti aiuta e dà forza, non viene mai meno ed ama sinceramente. Infatti ho sempre riconosciuto e tuttora vedo chiaramente che non possiamo piacere a Dio e da lui ricevere grandi grazie, se non per le mani della santissima umanità di Cristo, nella quale egli ha detto di compiacersi. Ne ho fatto molte volte l’esperienza, e me l’ha detto il Signore stesso. Ho visto nettamente che dobbiamo passare per questa porta, se desideriamo che la somma Maestà ci mostri i suoi grandi segreti. Non bisogna cercare altra strada, anche se si è raggiunto il vertice della contemplazione, perché per questa via si è sicuri. E da lui, Signore nostro, che ci vengono tutti i beni. Egli ci istruirà. Meditando la sua vita, non si troverà modello piú perfetto. Che cosa possiamo desiderare di piú, quando abbiamo al fianco un cosí buon amico che non ci abbandona mai nelle tribolazioni e nelle sventure, come fanno gli amici del mondo? Beato colui che lo ama per davvero e lo ha sempre con sé! Guardiamo il glorioso apostolo Paolo che non poteva fare a meno di avere sempre sulla bocca il nome di Gesú, perché l’aveva ben fisso nel cuore. Conosciuta questa verità, ho considerato e ho appreso che alcuni santi molto contemplativi, come Francesco, Antonio di Padova, Bernardo, Caterina da Siena, non hanno seguito altro cammino. Bisogna percorrere questa strada con grande libertà, abbandonandoci nelle mani di Dio. Se egli desidera innalzarci fra i principi della sua corte, accettiamo volentieri tale grazia. Ogni volta poi che pensiamo a Cristo, ricordiamoci dell’amore che lo ha spinto a concederci tante grazie e dell’accesa carità che Dio ci ha mostrato dandoci in lui un pegno della tenerezza con cui ci segue: amore infatti domanda amore. Perciò sforziamoci di considerare questa verità e di deciderci ad amare. Se il Signore ci facesse la grazia, una volta, di imprimerci nel cuore questo amore, tutto ci diverrebbe facile e faremmo molto, in breve e senza fatica» (cfr. TERESA DI GESÚ, Il libro della vita, cap. 22,6-7.14).