Tuttavia, l'odierna ideologia liberale deve molto anche alla tradizione neomalthusiana. L'uomo ha il diritto e persino il dovere di esercitare il suo controllo sulla trasmissione della vita; a questa tesi malthusiana, però, il neomalthusianesimo associa la tesi del diritto al piacere individuale. Quest'ultima trova la sua origine nella morale edonistica, vale a dire la morale che fa del piacere - in questo caso sessuale il bene supremo dell'uomo. Nelle loro manifestazioni piú radicali, le correnti femministe applicheranno alla donna la tesi neomalthusiana del diritto al piacere individuale, arrivando ad affermare che tutto ciò che può procurare questo piacere è permesso, mentre tutto ciò che lo ostacola deve essere eliminato.
È quindi evidente che la corrente neomalthusiana contribuisce fortemente a diffondere l'idea secondo la quale nell'unione coniugale è opportuno separare il piú possibile il piacere dalla procreazione. Il neomalthusianesimo induce in questo modo all'amore libero e quindi alla distruzione della famiglia. Secondo questa corrente, infatti, il matrimonio comporta un impegno di fedeltà che ipoteca la libertà totale di cui ciascun partner deve poter godere in qualunque momento e in qualunque situazione.
II connubio di socialismo e liberalismo
Oggi come oggi, le ideologie socialista e liberale e i fondamenti filosofici sui quali si basano continuano a fornire i principali argomenti invocati per «giustificare» il disprezzo della vita umana. Le due ideologie in questione sono addirittura coalizzate a questo scopo, il che spiega la violenza, senza precedenti nella storia, con cui ci si accanisce contro la vita umana. Altri argomenti vengono forniti da alcuni temi ricorrenti quali quello dell'internazionalismo, della lotta di classe e cosí via. Il tema dell'internazionalismo, per esempio, ricompare sotto la voce «nuovo ordine mondiale», che porta a mettere in dubbio il diritto delle nazioni di disporre di se stesse e quindi della loro sovranità. Questa «mondializzazione», o «globalizzazione», va di pari passo con una nuova concezione del mercato.
Quest'ultimo deve essere mondiale; tutto deve essergli subordinato, la politica come la produzione. In una simile concezione di mercato, gli individui si vedono attribuire una semplice funzione. La lotta di classe si ritrova sotto forma di opposizione tra forti e deboli, produttivi e non produttivi, sani e malati, ricchi e poveri, Nord e Sud. La penuria, inizialmente presentata come riguardante le risorse alimentari, viene ora generalizzata a tutte le risorse e all'ambiente in generale. È chiaro che una simile lettura della situazione conduce inevitabilmente a una ridefinizione, a vantaggio di pochi privilegiati, del diritto allo spazio vitale. Il messianismo professato da una minoranza «illuminata» viene rivendicato da una nuova casta di funzionari internazionali, i quali, a proposito di problemi di vitale importanza, assicurano di possedere un sapere inaccessibile ai piú.
L'idea neomalthusiana del diritto degli individui al piacere viene ampliata, diffusa ed esportata nei paesi poveri, dove serve innanzitutto a nascondere le motivazioni inconfessabili che spingono i ricchi a voler controllare la vita dei poveri. Il tema dell'umanità generica, che aveva già dimostrato la sua efficacia nei sistemi razzisti e segregazionisti, ricompare nell'ambito delle nuove etiche riguardanti la specie umana che celano una connotazione razzista. Le tecniche biomediche attualmente disponibili permettono, a loro volta, la programmazione di un'eugenetica scientifica. Bisogna evitare che il «sangue impuro» contamini il «sangue nobile» di cui necessita la società umana. Gli individui «inferiori» devono essere esclusi dalla trasmissione della vita e né gli scienziati, né i poteri pubblici devono - viene assicurato - sottrarsi alla responsabilità che spetta loro in questo campo. Particolarmente preoccupante è l'uso perverso che può essere fatto della biologia piú all'avanguardia, che esplora il genoma umano. Abusando delle sue risorse, l'eugenetica potrà diffondersi e, con essa, anche nuovi criteri di segregazione, presentati all'occorrenza sotto il nome di «qualità della vita».
L'ideologia del «genere»
L'influenza congiunta della tradizione socialista e di quella liberale è particolarmente evidente nelle due principali ideologie contrarie alla vita in voga al giorno d'oggi: l'ideologia del «genere» (in inglese gender) e l'ideologia del «nuovo paradigma». Pur dovendo molto al liberalismo neomalthusiano, l'ideologia del «genere» è fortemente influenzata da Marx ed Engels. Oggigiorno essa permea la gran parte delle organizzazioni internazionali che si occupano del controllo della vita. Per quanto riguarda l'ideologia del «nuovo paradigma», anch'essa è influenzata dalla tradizione socialista. Essa rimane tuttavia piú vicina alla tradizione liberale piú pura quando presenta la salute come un prodotto a servizio del mercato.
Il ripristino della lotta di classe
Per Engels, l'oppressione della donna è la massima espressione della lotta di classe nella sua forma originaria. All'epoca del comunismo tribale era predominante un sistema matriarcale secondo il quale i figli appartenevano al clan della madre ed ereditavano da quest'ultima. Gli uomini, responsabili dell'aumento della produttività, accumularono beni di valore sempre crescente e fecero dei loro figli i loro eredi: nacque cosí il sistema patriarcale. Le madri furono private dei loro diritti sui figli: è la prima forma di alienazione. La nuova condizione della donna, derivata da questa situazione, rappresenta il prototipo dell'opposizione di classe. «La prima opposizione di classe che si manifesta nella storia coincide con lo sviluppo dell'antagonismo tra l'uomo e la donna nell'ambito del legame coniugale», scrive Engels. La donna è la «prima serva dell'uomo», assicura la tradizione, il che si traduce in maternità ripetute, lavori domestici, emarginazione sociale. Il padre di famiglia vuole dare in eredità ai figli la sua proprietà privata.
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Cfr. SCHOOYANS MICHEL, Nuovo disordine mondiale, (Collana Problemi e dibattiti 48), Ed. San Paolo, Cinisello Balsamo 2000, 38-42.
N.B. Si raccomanda la consultazione del testo integrale (con le note critiche). È possibile richiederlo presso il sito delle Edizioni San Paolo.