Dopo il penoso libello anticristiano de Il Codice Da Vinci, dove il mondo dell'editoria pareva avesse toccato in qualità contenutistica uno dei suoi minimi storici, appare un testo che purtroppo ne abbassa ulteriormente la soglia. Ancora una volta sbeffeggiare il cristianesimo e i cristiani può essere molto redditizio e se lo si fa vestendo i panni di uno scienziato dichiaratamente ateo pare che ci sia tutto da guadagnare in stima e considerazione. Il libro di fatto si rivela un costante ricorso alla beffa e al giudizio sprezzante mentre nessuno spazio appare dedicato ad argomentazioni davvero ponderate.

Il laico Enzo Bianchi nel sito Internet della Comunità di Bose ha dichiarato: «Non si può pretendere che un matematico sappia far uso dell'ermeneutica e dell'antropologia, tanto meno della sociologia della religione, né che un non credente che disprezza chi crede possa conoscere l'incessante interagire tra lo "sta scritto" del testo sacro e la comunità vivente che lo legge, lo accoglie, lo interpreta e lo trasmette cercando di viverlo, o sia in grado di distinguere tra dato storico e lettura di fede. Ma da uno scienziato ci si potrebbe perlomeno aspettare una qualche conoscenza dell'evolversi del pensiero umano e delle incongruenze presenti in ogni argomentare. Invece, come abbiamo visto, razionalità e onestà starebbero da sempre e soltanto dalla parte della scienza, impersonata tout-court dall'autore stesso. A volte queste affermazioni sconfinano nell'ingenuità, come quando afferma che "finché ci sono religioni ci saranno guerre di religione, come sempre ci sono state e ci sono", ignorando o fingendo di ignorare che da sempre è l'essere umano in quanto tale a essere tentato di risolvere ogni contrapposizione con la guerra e a cercare di rivestire con una motivazione "nobile" come la religione ben piú ignobili cause. [...] Sí, il libro suscita delusione e tristezza in chi ha profondo rispetto verso la ricerca di senso che abita anche in moltissimi atei o agnostici: se pensiamo alla raffinatissima cultura dell'oriente buddista, se siamo coscienti del patrimonio di etica e di rispetto che molti non credenti hanno saputo e sanno testimoniare ogni giorno, se riconosciamo la ricchezza che a ciascuno può venire dal dialogo tra identità e convinzioni differenti, non ci si può che rammaricare di questo pessimo servizio reso alla dignità di chi non crede».

Molto piú tagliente e arguta la recensione del giornalista Maurizio Blondet che nel sito Web da lui diretto esordisce: «È verso il 1890, spiega Ortega y Gasset, che «assume la guida intellettuale d'Europa» lo scienziato mediocre. «Un tipo di scienziato senza esempio nella storia: un uomo che, di tutto ciò che occorre sapere per essere una persona intelligente, conosce soltanto una scienza determinata, e anche di questa conosce bene solo la piccola parte di cui è investigatore attivo. Egli arriva a proclamare come virtú questa sua carenza d'informazione per quanto rimane fuori dall'angusto paesaggio che coltiva specificamente».

Sinceramente non varrebbe la pena di prendere carta e penna e dedicare alle tesi dell'Odifreddi la minima attenzione se il dovere derivante dalla carità intellettuale non imponesse tale sforzo. Lo stesso Odifreddi nel suo libro esprime la sua opinione sulle masse che lo comprano: «metà del genere umano ha un'intelligenza media(na) inferiore». Purtroppo in questa espressione c'è qualche parte di verità e questo contribuisce indubbiamente anche alla sua riuscita editoriale. Jurij Gagarin nel 1961 fu il primo uomo a volare nello spazio per 1 ora e 48 minuti compiendo con la navicella spaziale Vostok 1 un'intera orbita intorno alla Terra: al ritorno disse di non aver visto Dio...

Anche l'Odifreddi, avvalendosi delle sue nozioni matematiche (meglio non menzionare le altre discipline nella quali l'Autore non dimostra eguali capacità), dichiara di non aver trovato Dio: sembra che nessuna equazione renda ragione del mistero supremo! Peccato che tutta l'opera dell'Odifreddi sia affetta da un grave errore metodologico di fondo. Se la matematica - come ebbe a dire il sommo Galilei - è il linguaggio della natura non si può dire altrettanto per Colui che della natura è il Creatore: Dio ha scelto un altro linguaggio per parlare all'uomo, quello del cuore, dove fede e ragione si incontrano nella massima sintesi possibile. Ma questo è un traguardo che non è da tutti raggiungere senza un'altra dote che, ancora un volta, la matematica (che è, o dovrebbe essere il vero mestiere dell'Odifreddi) non può comprendere: l'umiltà; la prima dote di ogni vero scienziato che si è saputo chinare ad ascoltare sinceramente il linguaggio della natura spogliandosi di ogni ideologia e di tanti postulati umani, intoccabili solo all'apparenza. È su questa base e su nessun altra che la scienza ha sempre progredito nella conoscenza della verità. Parliamo della scienza vera, non di quella stranamente confessionale che propaganda l'Odifreddi; quella scienza che ha trovato proprio nel cuore del cristianesimo l'amore per la verità, offrendo spesso i suoi frutti migliori.

In questa pagina vengono proposte due interessanti recensioni, una del prof. Massimo Introvigne, pubblicata su Il Giornale del 2 marzo 2007, l'altra del prof. Paolo Martino, docente di linguistica alla LUMSA, che ne ha gentilmente concesso la divulgazione integrale anche su questo sito.

 

 

 

 

 

 

Scienziati, cretini e cristiani liberi

di Massimo Introvigne

 

 

Il pamphlet del matematico Piergiorgio Odifreddi Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici), pubblicato con grandi squilli di tromba da Longanesi, è un libro nato già vecchio e moribondo, un po' come il governo Prodi rianimato dal Parlamento. Sostiene che ogni religione è necessariamente nemica della scienza, della democrazia e del progresso economico. Il matematico ci assicura che «lo stesso termine cretino deriva da cristiano» e che il cristianesimo, «essendo una religione per letterali cretini non si adatta a quelli che, forse per loro sfortuna, sono stati condannati a non esserlo»: il che spiegherebbe anche la sua fortuna, perché «metà della popolazione mondiale ha un'intelligenza inferiore alla media». Ma ammette che questa critica risulterà poco convincente per molti - alcuni, chissà, potrebbero anche offendersi - e propone allora di scavare piú a fondo per scoprire che il testo contrario alla ragione e al progresso è la Bibbia ebraica, che in piú ha una carica di violenza che spiegherebbe anche perché l'attuale Israele (peraltro fondato da socialisti piuttosto laici) sia uno «Stato fascista» che perseguita i musulmani palestinesi. Certamente a Odifreddi non piace neanche l'islam, che è pur sempre una religione, ma i musulmani hanno diritto a una certa indulgenza in quanto «vittime delle Crociate» e oggi della «conquista dei loro pozzi di petrolio».

Vecchiumi, appunto, fatti a pezzi dalla storiografia e dalla sociologia storica piú recenti. A Odifreddi non si può che consigliare, per limitarsi a un solo riferimento, la lettura delle opere del maggiore sociologo delle religioni vivente, Rodney Stark, che non è un cattolico e si dichiara «credente a modo suo», e non è neanche un cretino o almeno tale non è considerato dai suoi colleghi di tutto il mondo (in maggioranza non credenti) che lo hanno eletto ripetutamente alla presidenza sia della Società per lo studio scientifico della religione sia dell'Associazione di sociologia delle religioni.

Come Stark spiega nel magnifico best seller La vittoria della ragione (tradotto anche in italiano) il Dio della Bibbia ha questo di particolare: ha creato il mondo secondo ragione, il che implica che le leggi dell'universo possano essere scoperte e comprese dalla ragione umana. La scoperta progressiva di leggi secondo cui funziona l'universo è quanto siamo abituati a chiamare scienza. La scienza non nasce in Cina o in India - dove manca la nozione di un Dio personale e ragionevole che ha messo ordine nel mondo - e neppure (benché molti si ostinino a pensare il contrario) nel mondo islamico, la cui idea di Dio è quella di un sovrano che può cambiare le leggi dell'universo come e quando crede. Grandi scoperte empiriche e sviluppi tecnologici in settori specifici non portano i musulmani alla formulazione di vere e proprie teorie scientifiche. Il cristianesimo, invece, non si limita a inventare la scienza. Inventa anche la nozione di persona umana, dotata di libertà e responsabilità. Le leggi dell'universo non sono solo di natura scientifica: ve ne sono anche di natura morale. Nasce cosí l'idea di persona, dotata di diritti che implicano anche la libertà politica - declinata diversamente secondo i tempi e i luoghi - e la tutela della proprietà privata.

Scienza, libertà della persona e proprietà privata sono le tre basi del progresso e dell'economia moderna. Un mondo forgiato da credenti: cristiani come Newton o i banchieri fiorentini del tardo Medioevo, o ebrei come Einstein. Tutti cretini?

 

 

 

Cfr. Il Giornale, 2 marzo 2007.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Prof. Paolo Martino

Linguistica generale LUMSA

 

[ Il codice Odifreddi ovvero la Rifondazione delle Scienze ]

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Scienza e fede

Rassegna di sacerdoti e religiosi cattolici benemeriti per la scienza universale