L'origine delle stellette militari viene da alcuni collegata al motto Il attend mon astre, adottato per la prima volta da Amedeo VI di Savoia nel 1373 e successivamente da altri membri della stessa dinastia. C'è anche chi ritiene che la simbologia possa alludere allo Stellone d'Italia che durante il secolo XIX fu di buon auspicio per l'unità nazionale. Da tempo l'allegoria dell'Italia era rappresentata da una stella luminosa che indicava ai patrioti il vero cammino da seguire. Ciò spiega anche perché nel 1878, in occasione dei funerali di Vittorio Emanuele II, il Pantheon venne addobbato con innumerevoli stelle a cinque punte. La stessa simbologia è molto diffusa anche nel campo dell'araldica e attualmente moltissimi Stati l'hanno adottata nei loro stemmi o nelle loro bandiere.

La Repubblica Italiana, con decreto legislativo, promulgato il 5 maggio 1948, la volle nel suo emblema accanto a una ruota dentata tra un ramoscello d'ulivo e un altro di quercia. Comunque, la forma pentagonale prescelta per le stellette dell'Esercito italiano fu dovuta anche al fatto che s'intendeva evitare confusioni con quelle asburgiche che presentavano sei punte. [...] Le stellette [...] furono istituite per la prima volta dal Ministro Cesare Ricotti Magnani con Regio decreto 13 dicembre 1871, n. 571, registrato alla Corte dei Conti il 26 dicembre dello stesso anno.

L'art. 1 di detto decreto, senza far richiamo ad alcuna precedente regolamentazione, stabilisce: "Tutte le persone soggette alla giurisdizione militare, a mente dell'articolo 323 del Codice penale militare per l'Esercito, e dell'art. 362 di quello per la Regia Marina, porteranno, come segno caratteristico della divisa militare, comune all'Esercito ed all'Armata, le stellette a cinque punte sul bavero dell'abito della rispettiva divisa". Il termine "Armata" indicava allora la Marina Militare.

 

 

 

 Mostrina 82º Rgt. "Torino"         Repubblica Italiana         Mostrina 82º Rgt. "Torino"

 

 

 

L'anzidetta data del 13 dicembre 1871 è stata confermata in una lapide posta un secolo dopo nelle tre Accademie Militari dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica. Dal gennaio 1860 al settembre 1861, periodo in cui il Generale Manfredo Fanti fu Ministro della guerra, non risulta emesso alcun decreto concernente l'uso delle stellette. La circolare del marzo 1860, con la quale veniva autorizzato l'ornamento di una stella d'oro a sei punte con le cifre reali incise al centro, riguardava esclusivamente "gli ufficiali d'ordinanza di Sua Maestà" i quali potevano usare l'ornamento stesso sulla tunica e sul pastrano. Comunque, da tale data fino al 1870, non solo non risulta emanato alcun decreto sull'argomento, ma le stellette a cinque punte non risultano rappresentate in alcuna iconografia militare anteriore al 1871.

D'altra parte non c'è studioso di uniformologia che abbia manifestato dubbi sulla esattezza della decorrenza del 13 dicembre 1871: dal "Dizionario militare" di Gregorio Carbone del 1863 all'opera di Alessandro Gasparinetti: "L'uniforme italiana nella storia e nell'arte" del 1961; da quella di Elio e Vittorio Del Giudice: "Uniformi militari italiane" del 1968 a quella di Giorgio Cantelli: "Le prime uniformi dell'Esercito italiano" del 1979. Resta quindi confermato che l'adozione delle stellette a cinque punte avvenne ufficialmente e per la prima volta nel 1871, anche se inizialmente un'ordinanza del 22 aprile dello stesso anno ne aveva limitato l'uso agli ufficiali di fanteria.

Nel 1872 furono emanati tre "Atti" che regolamentavano la materia e il 24 aprile 1902 furono adottate le stellette di tipo metallico per la truppa. Con decreto del 29 gennaio 1903, n. 37, l'obbligo del distintivo in questione venne esteso ai militari e agli ufficiali in congedo richiamati in servizio attivo; con successivo decreto del 14 luglio 1907, n. 556, l'obbligo venne ulteriormente esteso agli appartenenti ai corpi armati dello Stato. Nel 1939, allorché venne concessa alla Libia la speciale cittadinanza italiana, i militari del Regio Corpo Truppe Libiche furono autorizzati a portare le stellette. Nello stesso anno esse furono applicate anche ai baveri delle uniformi delle Guardie Reali Albanesi ma erano sormontate dall'elmo di Scanderbeg.

Le stellette a cinque punte poste sulle mostrine e talvolta sulle controspalline, sulle maniche delle divise e sul copricapo per l'indicazione del grado hanno dunque piú di un secolo di storia e, nonostante alcuni sfortunati eventi, esse continuano a tenere alto il prestigio dei soldati d'Italia. Neanche il regime fascista riuscí a sostituirle con i fasci littori, ma si accontentò di disporre il saluto romano nei pochissimi casi in cui, in caserma o in altri luoghi chiusi, il militare poteva trovarsi senza copricapo.

Bisogna attendere i regolamenti emessi dalla Repubblica Sociale Italiana per constatare la sostituzione delle stellette con i "gladi" metallici, rappresentati da una spada romana tra fronde di quercia e di alloro.Le stellette possono essere realizzate in stoffa o in metallo. [...] Il distintivo [...] ha sempre avuto una nobilissima tradizione. Finché gli uomini dovranno lottare per difendere la loro libera e civile convivenza, finché gli sconvolgimenti geologici imporranno l'ausilio di forze d'intervento, finché i piromani continueranno a incendiare le nostre belle pinete, finché la criminalità di ogni tipo minaccerà la pacifica esistenza degli uomini, le stellette militari avranno ancora un importante compito da svolgere.

 

 

 

 

 

Estratto da SCERBO E., Le stellette che noi portiamo, in Rivista Militare 6 (1981), 96.