La traduzione dai testi latini presi in esame ha richiesto un impegno non indifferente e, considerata l'importanza e la perenne attualità del tema, si è optato per una traduzione dinamica, cioè particolarmente rispondente alla mentalità e al linguaggio odierni. Questa scelta, senza dubbio, ha imposto un certo distacco dall'originale, tuttavia ha reso possibile la stesura di un testo forse più comprensibile e scorrevole e, almeno in linea teorica, immediatamente recepibile dal lettore comune.

Sono state eliminate, per esempio, le ridondanze e i pleonasmi tipici del parlato dell'epoca; sono stati sostituiti - per quanto possibile - i modi di dire tipici dell'epoca con quelli attuali; gli stessi nomi di persona - eccetto quelli storicamente più noti - sono stati sostituiti con nomi più attuali.

Senza dubbio è un'operazione che si presta a non poche critiche, soprattutto dal punto di vista del rigore letterario, per cui è doveroso invitare il lettore alla consultazione del testo latino. L'auspicio è che questo lavoro risponda al fine che si era proposto il nostro amico Aelred. Nonostante questo sforzo di semplificazione e di attualizzazione il lettore deve tenere presente la statura spirituale e culturale del testo che rimane sempre ad un livello tutt'altro che "comune".

È facile infatti cadere nel rischio di grossolane banalizzazioni o di vuoti sentimentalismi. La comprensione dell'amicizia spirituale, cioè della vera amicizia, richiede una grande profondità d'animo e un serio livello di vita spirituale. Un'amicizia che non si radica in una solida vita spirituale e in un'autentica esperienza di fede non potrà mai essere una vera amicizia. L'amicizia di cui parla Aelred è una delle esperienze più alte che una persona possa fare nella sua vita: è Cristo stesso che si rende visibile e presente attraverso il nostro amico e ci accompagna per tutta la vita.

Pochi decenni dopo, nel 1223, Francesco d'Assisi nella sua Regola bollata scriverà: «Ovunque sono e si troveranno i frati, si mostrino familiari tra loro. E ciascuno manifesti con fiducia all'altro le sue necessità, poiché se la madre nutre e ama il suo figlio carnale, con quanto più affetto uno deve amare e nutrire il suo fratello spirituale?» (RegB 6,7-9: FF 91).

 

 

 

 

 

 

 

 

Testo italiano

 

L'amicizia spirituale - Aelredo di Rievaulx