Aelred di Rievaulx

Biografia

Estratto dall'opera «Bibliotheca Sanctorum»

 

 

Aelredo (Etelredo; ingl., Aelred, Ailred, Alred, Ealred, Ethelred), abate di Rievaulx, santo. Nacque a Hexam (Northumberland, Inghilterra) nel 1109 o 1110 da nobile famiglia. Trascorse la sua giovinezza come paggio alla corte del re David I di Scozia, dove divenne compagno di studi e di giochi di Enrico, figlio del sovrano, dando meraviglioso esempio di pazienza e di carità. Durante una missione (1135) compiuta a Rievaulx (Yorkshire) per incarico del re, entrò, nonostante i consigli contrari degli amici, in quel monastero cistercense, allora in pieno fiore e il secondo per importanza in Inghilterra, fondato (1131) dal nobile signore Walter Espec sotto gli auspici di s. Bernardo. Ne era allora abate Guglielmo, discepolo di s. Bernardo.

Aelredo fece grandi progressi nella pietà, facendosi ammirare specialmente per la carità pura e sincera verso i suoi confratelli. Come egli stesso scrisse nel suo libro De spirituali amicitia, molto gli giovò l'esempio e la conversazione del confratello Simone, morto nel 1142 in concetto di santità nello stesso monastero. Maestro dei novizi nel 1141, l'anno seguente Aelredo fu inviato quale primo abate con dodici compagni a Revesby (Lincolnshire), monastero appena fondato dal conte William e dipendente da Rievaulx. Nel 1146 fu promosso abate di quest'ultimo monastero, che allora era già in piena prosperità contando trecento monaci. L'abate di Rievaulx era capo di tutti gli abati cistercensi in Inghilterra, carica che costrinse spesso il santo a intraprendere lunghi viaggi per visitare i monasteri dell'Ordine nell'isola. Pare che grande fosse la sua influenza anche nella vita civile di quel paese, specialmente sul re Enrico II nei primi anni del suo regno. Si dice che sia stato lui ad indurre il re ad unirsi a Luigi VII di Francia per incontrare a Toucy, nel 1162, papa Alessandro III.

Sollecitato ad accettare l'episcopato, al quale diverse volte era stato designato anche per l'interessamento del re David e di suo figlio Enrico, Aelredo costantemente rifiutò per amore della vita religiosa. Partecipò in Francia al Capitolo generale del suo Ordine, assistette il 13 ottobre 1163 al trasferimento delle reliquie di s. Edoardo il Confessore nell'abbazia di Westminster e nel 1164 partì in missione per convertire i Pitti del Galloway, dove il 20 marzo di quell'armo a Kirkcudbright lo stesso capo di quei barbari, mosso dall'esortazione del santo, entrò in monastero. Affranto dalle malattie (gotta e calcoli), che lo avevano afflitto negli ultimi dieci anni, morì il 12 gennaio 1166 o 1167 in concetto di santità e fu sepolto a Rievaulx. Il suo culto iniziò subito dopo la morte. Fu canonizzato probabilmente da Celestino III nel 1191. Il Capitolo generale Cistercense del 1250 lo iscrisse tra i santi dell'Ordine al 12 gennaio.

 Panoramica dei resti dell'Abbazia di Rievaulx

Panoramica dei resti dell'Abbazia di Rievaulx (Helmsley, North Yorkshire, UK)

 

 

Aelredo scrisse molte opere, per la gran parte giunte fino a noi. [...] Non è stata mai fatta un'edizione completa di tutte le opere del santo: le opere teologico-spirituali sono state pubblicate la prima volta da R. Gibbons (Douai 1631), con qualche frammento delle opere storiche. Una migliore edizione fu fatta dal Tissier (in Bibliotheca Cisterciensis, 1662, I), dalla quale furono inserite nella PL, CXCV. Negli ultimi anni sono state fatte delle traduzioni in inglese e in francese di alcune opere ascetiche ed è fiorita una letteratura piuttosto abbondante, che potrebbe significare una rivalutazione o un maggiore apprezzamento del pensiero ascetico del santo, che grande influsso aveva nella vita spirituale del Medio Evo. Egli, del resto, è stato sempre conosciuto soprattutto per le sue opere ascetiche, pervase di profonda conoscenza della S. Scrittura e delle opere di s. Agostino e di s. Bernardo, dei quali, specialmente del secondo, può considerarsi discepolo, a tal punto da essere considerato in Inghilterra e tra i cistercensi l'eguale di s. Bernardo (Bernardo prope par Aelredus noster).

 Resti dell'Abbazia di Rievaulx presso Helmsley

Resti dell'Abbazia di Rievaulx (particolare)

 

 

In tutte le sue opere si riconosce la sua anima affettiva. Egli cerca di muovere il sensibile per condurre ad amare ed imitare il Cristo. Il monaco, che porta in sé l'immagine di Dio, si sforza di renderla sempre più visibile in se stesso; il suo scopo è di giungere a una così profonda esperienza spirituale che sia il preludio del possesso definitivo di Dio nel cielo. Perciò le opere ascetiche di Aelredo, sebbene destinate ai monaci, possono servire a qualunque fedele, per aiutarlo a coltivare in se stesso questa rassomiglianza con Dio e ad evitare gli ostacoli che si oppongono alla perfezione cristiana.

Cfr. Calabrese M. A., Aelredo in Bibliotheca Sanctorum, I, Roma 1961, col. 276-278.

 

 

 

 

 

 

«A Prayer of Aelred of Rievaulx»  

 

«Sweet Lord, release wisdom from the seat of your greatness that it may be with us, toil with us, work with us, speak in us; may it, according to your good pleasure, direct our thoughts, words, and all our works and counsels, to the honor of your Name, the profit of the community, and our salvation; through our friend Jesus Christ, to whom with you and the Holy Spirit, be honor and glory throughout all ages. Amen».

 

 

 

 

 

Testo latino

«De Spirituali amicitia» - Aelredus Rievallensis

 

 

Testo italiano

L'amicizia spirituale - Aelredo di Rievaulx