Abbiamo parlato dell'amore che viene da Dio (e che è Dio) e di quello umano. Forse sarà bene comprendere questa diversità. Giustamente diciamo che l’amore di Dio è un “amore soprannaturale”, ben diverso da quello nostro, umano che è “naturale” e segue spesso le leggi della natura. Certo, nella realtà non è semplice distinguerli chiaramente. Sia chiaro: l’amore naturale è una realtà buona ma, come tale, risente dei limiti del nostro essere creature. Ecco quali sono sostanzialmente questi limiti:

1) l’amore naturale o puramente umano è interessato: si concede, ma a condizione di ricevere un contraccambio;

2) l’amore naturale è fortemente condizionato: se la persona in questione è buona, bella, intelligente, simpatica, ricca, etc... la si ama, altrimenti si resta indifferenti o si diventa perfino ostili;

3) l’amore naturale dura finché permangono le condizioni di cui sopra, in caso contrario, presto o tardi viene meno.

Questo è l’amore in base alle leggi della natura, un amore frammisto al sentimentalismo o addirittura ridotto a puro sentimentalismo: noi tendiamo ad amare cosí, con tutte le conseguenze, anche sul piano affettivo. Anche gli animali hanno una dimensione affettiva (non paragonabile a quella umana) che non è certo amore, poiché manca di alcuni presupposti fondamentali quali la dignità personale e la libertà. Se in casa abbiamo un gattino (e lo stesso vale per un cane e per ogni altro animale), finché lo coccoliamo, lo nutriamo, lo curiamo, lo trattiamo bene e - in poche parole - ci rendiamo amabili l’animaletto starà con noi, si farà accarezzare e starà volentieri in casa; se però tutto questo verrà meno prima o poi se ne andrà altrove e cambierà casa e padrone. In natura di solito non si dà mai niente per niente. Noi tendiamo a comportarci allo stesso modo e senza un contraccambio vero o presunto, reale o apparente, nessuna relazione dura a lungo. Quali sono allora le note distintive di un amore diverso, profondamente diverso, che è quello soprannaturale, quello che viene dall’alto, da Dio?

1) L’amore soprannaturale è del tutto disinteressato: vuole solo offrirsi e non gli importa del contraccambio; la sua gioia sta solo e tutta nel darsi, nel far felice la persona amata;

2) l’amore soprannaturale è totalmente incondizionato: ama la persona perché è persona nella sua dignità e integralità, non gli importa che la persona sia buona, bella, intelligente, simpatica, ricca, etc... Dio ci ama perché ha deciso di amarci, tutto il resto è secondario;

3) l’amore soprannaturale non finisce mai perché non conosce né limiti, né condizioni.

Ecco, ora abbiamo un’idea - sia pure infinitesimale - di come ama Dio. Questo amore lo chiamiamo “soprannaturale” perché - come già detto - non conosce i limiti della natura ma li oltrepassa infinitamente. Ora possiamo chiederci se in noi prevale l’amore naturale o quello soprannaturale. Quello soprannaturale noi non lo possiamo capire e tanto meno porre in atto se non ci è donato da Dio: solo lui può insegnarci ad amare cosí, solo lui può far nascere nel nostro cuore questa realtà, la sua forza e la sua luce intramontabile, solo cosí arriviamo a concepirlo. Fino a che punto un cuore umano può amare in questo modo? In realtà non esiste un limite.

Certamente noi non potremo mai amare infinitamente come ama Dio, però possiamo avvicinarci analogamente, proporzionalmente - non certo assolutamente - a questo limite. Noi possiamo giungere alla donazione totale di noi stessi quasi come Dio. Il sole non arde forse interamente? E un fiammifero non può forse ardere completamente? Certamente, anche se una cosa è il sole e ben altra è, e sarà sempre, un fiammifero!

Solo se comprendiamo questo possiamo cominciare a capire meglio tante cose che prima ci sembravano assurde. Come quando Gesú nel Vangelo ci invita ad amare i nemici (Mt 5,44; Lc 6,27.35)! A quale amore fa appello? Forse alla nostra affettività, alla nostra capacità naturale di amare? No di certo! Fa appello all’amore divino che è in noi, all’amore soprannaturale che ci viene donato dallo Spirito Santo e che è in grado di arricchire, nobilitare e purificare il nostro povero amore naturale, anzi tutta la nostra dimensione affettiva e tutto il nostro essere.

L’amore di Dio rende pura la nostra persona come egli è puro: tutto nell’uomo viene nobilitato e trasformato inclusa la philia (l’amore di amicizia) e l’eros (la nostra componente sessuale-erotica): tutte le nostre forze naturali vengono integrate, coordinate e finalizzate per la massima realizzazione della persona e di un rapporto interpersonale costruttivo che chiamiamo “comunione”, una capacità relazionale che non ha piú limiti e che si espande sempre piú facendo crescere tutto il nostro essere. Anche nel matrimonio non si tratta piú di due corpi ma di “una carne sola”; anche nell’amicizia non siamo piú divisi e separati ma diventiamo “un solo spirito”.